Insulti alla Kyenge, Maroni chiamerà il ministro

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Kyenge (Credits: Fotogramma)

Dopo la contestazione a Cantù, la titolare dell'Integrazione aveva detto al segretario del Carroccio: "Se non fa un appello declino l'invito alla festa di partito". La replica: "Spero venga". Indagato assessore leghista del Padovano per diffamazione

Botta e risposta tra alcuni esponenti leghisti e il ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge. Al centro del dibattito, le offese rivolte al titolare del dicastero lanciate a Cantù, dove esponenti del Carroccio hanno inscenato una nuova protesta. 
"Fin da subito Maroni faccia appello ai militanti affinché cessino subito gli attacchi nei miei confronti. Se non avverrà, sarò costretta a declinare l'invito alla festa della Lega nord a Milano Marittima", ha detto il ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge.
"Questi episodi da parte della Lega li considero ormai intollerabili: persone che hanno idee diverse si devono confrontare su queste idee e non con sceneggiate come quella di ieri al Consiglio comunale di Cantù", ha spiegato, aggiungendo che "con questo spirito ho accettato di confrontarmi con il governatore Zaia il prossimo 3 agosto a Milano Marittima, ma ritengo di poter rispettare questo impegno solo se Maroni farà appello ai suoi militanti perché cessino gli attacchi. Se questo non avverrà, mi ritroverò costretta a declinare l'invito alla Festa della Lega".

La replica: "Mi auguro che venga" - E dopo qualche ora è arrivata la replica dello stesso Maroni, che dice: "Mi auguro che venga alla nostra festa, la chiamerò per dirle la vera posizione della Lega e confermarle l'invito".
"Non è una questione politica - ha aggiunto - ma generale, la Lega non fa mai questioni personali: noi combattiamo le idee sbagliate, le proposte sbagliate e quella dello 'ius soli' non è una proposta sbagliata, ma è una proposta sbagliatissima e noi la contrastiamo, perché siamo convinti delle nostre idee".

L'ultima contestazione a Cantù - L'episodio al centro della querelle è avvenuto nella serata di lunedì 29 luglio. Prima che Kyenge fosse accolta nell'aula ospite di una seduta del Consiglio comunale su invito del sindaco Claudio Bizzozero, i due consiglieri della Lega Nord Alessandro Brianza e Edgardo Arosio, con l'ex leghista Giorgio Masocco, sono usciti. Ai giornalisti i consiglieri hanno spiegato di non aver ottenuto il diritto di replica a quello che avrebbe detto Kyenge. "Se le avessero tirato la noce di cocco le avrebbero fatto male. Quindi la banana... deve essere contenta", ha rincarato Masocco, che ha definito Kyenge "ministro del nulla".

Indagato un assessore del Padovano - Le parole della Kyenge arrivano poco dopo la notizia dell'indagine per diffamazione aggravata, ai sensi della legge Mancino, a carico di Andrea Draghi, il consigliere comunale della Lega Nord di Montagnana (Padova) che aveva pubblicato su Facebook una foto del ministro Cecile Kyenge con lo slogan "Dino, dammi un crodino", in riferimento al gorilla di una nota pubblicità.
La Digos ha depositato in Procura a Padova un fascicolo sulla vicenda. Se ne occupa il pm Sergio Dini, lo stesso che aveva indagato Dolores Valandro, la leghista condannata a 13 mesi per offese al ministro.

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