Il Pdl propone una moratoria sui temi etici ma si divide
PoliticaLa proposta di Lupi, Sacconi, Carfagna e Gelmini: "In un momento di crisi come questo evitiamo elementi divisivi". Ma nel partito c'è chi si dice contrario. E il Pd avverte: "Occorre andare avanti, il testo sul'omofobia è già calendarizzato"
La maggioranza continua a lacerarsi. Dopo gli ultimi scontri su Imu, caso Ablyazov e rimpasto di governo, ad aprire un nuovo conflitto tra Pd e Pdl sono i temi 'eticamente sensibili'. Che, in realtà, spaccano soprattutto il Pdl.
A tirar fuori l'ennesimo pomo della discordia, stavolta, sono Maurizio Lupi, Maurizio Sacconi, Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini che, a conclusione della Summer School organizzata a Sorrento, propongono una moratoria fino a fine legislatura per le leggi che affrontano temi etici.
"Nel momento in cui l'Italia affronta una straordinaria depressione civile, economica e sociale combinata con una persistente fragilità politico-istituzionale - scrivono i parlamentari in una nota congiunta - appare necessario evitare l'introduzione di elementi divisivi nel senso comune del popolo con particolare riferimento ai principi della tradizione, dalla vita alla famiglia naturale, alla libertà educativa".
Non tutti, però, nel partito condividono la tesi, come dimostrano le immediate reazioni del coordinatore Sandro Bondi ("Un confronto su questo non può mettere in discussione" la maggioranza) o del presidente della commissione Cultura della Camera, Giancarlo Galan, ("E' nostro preciso dovere trovare soluzioni, dare risposte, predisporre misure per abbattere le barriere che quotidianamente incontrano i cittadini").
Il no del Pd - Ma è soprattutto il Pd a dire 'no', con Walter Verini e Ivan Scalfarotto, rispettivamente capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera e relatore della proposta di legge sull' omofobia.
"Non crediamo siano necessarie moratorie di alcun genere", osservano, "siamo alla fine e non all'inizio del percorso". Il testo sull'omofobia, ricordano, è calendarizzato in Aula per il 26 luglio e "riteniamo che questo traguardo di civiltà debba essere obiettivo condiviso da tutti".
Omofobia e unioni civili i temi contesi - I testi che rischierebbero di venire congelati in caso di moratoria sono infatti sostanzialmente due: quello sull'omofobia, ormai in dirittura d'arrivo a Montecitorio e quello sulle unioni civili il cui esame è in corso nella stessa commissione del Senato. "Se non facciamo queste leggi", interviene Benedetto Della Vedova (Sc), "siamo fuori dell'Ue". Ma il dibattito 'leggi etiche sì' 'leggi etiche no' apre una nuova frontiera anche tra i berlusconiani.
A dar ragione a Lupi, Sacconi, Gelmini e Carfagna intervengono, tra gli altri, Barbara Saltamartini ("Il governo deve risolvere ora problemi economici. Non possiamo permetterci di dividerci") ed Elvira Savino ("Con un governo sorretto da forze politiche molto diverse fra loro porre testi su temi etici rischia di mettere in crisi governo e legislatura").
E' contro, invece, Stefania Prestigiacomo che sposa le posizioni di Bondi e Galan. Secondo la parlamentare la questione rientra tra i compiti "che la politica non può evitare". E anche per Maurizio Gasparri questi temi "non possono essere elusi".
"In tanti - assicura - vogliamo si faccia chiarezza". E alla Camera, rincara la dose, "se non si cambia il testo sull'omofobia", si rischia di dare il via libera a una legge "incostituzionale", che introduce uno "stravolgimento non accettabile".
A tirar fuori l'ennesimo pomo della discordia, stavolta, sono Maurizio Lupi, Maurizio Sacconi, Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini che, a conclusione della Summer School organizzata a Sorrento, propongono una moratoria fino a fine legislatura per le leggi che affrontano temi etici.
"Nel momento in cui l'Italia affronta una straordinaria depressione civile, economica e sociale combinata con una persistente fragilità politico-istituzionale - scrivono i parlamentari in una nota congiunta - appare necessario evitare l'introduzione di elementi divisivi nel senso comune del popolo con particolare riferimento ai principi della tradizione, dalla vita alla famiglia naturale, alla libertà educativa".
Non tutti, però, nel partito condividono la tesi, come dimostrano le immediate reazioni del coordinatore Sandro Bondi ("Un confronto su questo non può mettere in discussione" la maggioranza) o del presidente della commissione Cultura della Camera, Giancarlo Galan, ("E' nostro preciso dovere trovare soluzioni, dare risposte, predisporre misure per abbattere le barriere che quotidianamente incontrano i cittadini").
Il no del Pd - Ma è soprattutto il Pd a dire 'no', con Walter Verini e Ivan Scalfarotto, rispettivamente capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera e relatore della proposta di legge sull' omofobia.
"Non crediamo siano necessarie moratorie di alcun genere", osservano, "siamo alla fine e non all'inizio del percorso". Il testo sull'omofobia, ricordano, è calendarizzato in Aula per il 26 luglio e "riteniamo che questo traguardo di civiltà debba essere obiettivo condiviso da tutti".
Omofobia e unioni civili i temi contesi - I testi che rischierebbero di venire congelati in caso di moratoria sono infatti sostanzialmente due: quello sull'omofobia, ormai in dirittura d'arrivo a Montecitorio e quello sulle unioni civili il cui esame è in corso nella stessa commissione del Senato. "Se non facciamo queste leggi", interviene Benedetto Della Vedova (Sc), "siamo fuori dell'Ue". Ma il dibattito 'leggi etiche sì' 'leggi etiche no' apre una nuova frontiera anche tra i berlusconiani.
A dar ragione a Lupi, Sacconi, Gelmini e Carfagna intervengono, tra gli altri, Barbara Saltamartini ("Il governo deve risolvere ora problemi economici. Non possiamo permetterci di dividerci") ed Elvira Savino ("Con un governo sorretto da forze politiche molto diverse fra loro porre testi su temi etici rischia di mettere in crisi governo e legislatura").
E' contro, invece, Stefania Prestigiacomo che sposa le posizioni di Bondi e Galan. Secondo la parlamentare la questione rientra tra i compiti "che la politica non può evitare". E anche per Maurizio Gasparri questi temi "non possono essere elusi".
"In tanti - assicura - vogliamo si faccia chiarezza". E alla Camera, rincara la dose, "se non si cambia il testo sull'omofobia", si rischia di dare il via libera a una legge "incostituzionale", che introduce uno "stravolgimento non accettabile".