Epifani: "In settembre serve tagliando al governo"

Politica

Il Senato boccia la sfiducia nei confronti di Alfano, ma il segretario del Pd avverte: "C'è bisogno della massima autorevolezza di tutti i ministri, compreso quello dell'Interno". Franceschini precisa: "Nessun rimpasto all'orizzonte" VIDEO

Dopo la pausa estiva il governo dovrà fare una sorta di "tagliando di qualità", dal quale si capirà se ci sono le condizioni perché vada avanti. Così il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, dopo il voto del Senato che ha respinto la mozione di sfiducia nei confronti del ministro dell’interno Angelino Alfano.

"A settembre si capirà se il governo potrà andare avanti, come penso e spero per l'interesse del Paese, e ha di fronte a se un periodo lungo", ha detto Epifani al Tg3. L'ex leader della Cgil ha poi spiegato: "Secondo me si pongono due problemi. Il primo, dovrà ridefinire il suo programma alla luce dell'aggravamento della situazione sociale ed economica; il secondo, dovrà fare un tagliando alla qualità, all'autorevolezza e alla forza politica del governo". Per Epifani, infatti, "c'è bisogno della massima autorevolezza di tutti i ministri, compreso quello dell'Interno", anche se, sull’idea di un rimpasto precisa: "Questo dipende da quello che intende fare il presidente Letta". Linea ribadita anche in alcune interviste ai quotidiani in edicola oggi 20 luglio.

Il chiarimento di Franceschini - "Nessun rimpasto all'orizzonte". Lo afferma il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. "In molti a cominciare dal Segretario del Pd Epifani hanno giustamente parlato di un'esigenza di rafforzare il governo. Questo lo vogliamo soprattutto noi che ne facciamo parte ma l'obiettivo si raggiunge lavorando sui punti programmatici che governo e maggioranza insieme si sono dati". Il ministro ha aggiunto: "Il governo si rafforza dando risposte ai problemi drammatici degli italiani, non dibattendo di un presunto rimpasto che nessuno ha mai chiesto".

Polemiche interne al Pd - Sul fronte interno, invece, il Pd deve fare i conti con le polemiche per i tre senatori che si sono astenuti durante il voto in Senato, contestando così la linea del partito, mentre Matteo Renzi si è imposto una specie di "silenzio stampa". Al suo posto ha parlato il fedelissimo Matteo Richetti ammettendo che l'errore dei renziani è stato quello di premere, in un primo momento, per un documento di sfiducia ad Alfano  percepito come un attacco  a Letta.

Intanto, nonostante il voto del Senato abbia "blindato" Alfano, nuove indiscrezioni sui quotidiani in edicola continuano a mettere in dubbio la sua ricostruzione. Carlo Bonini su Repubblica cita infatti "una nota Interpol proveniente da Astana la mattina del 28 maggio" che "chiede alla nostra Polizia, alla vigilia del blitz, di identificare, fermare e "deportare" la donna che i kazaki ritengono viva con Ablyazov e che con lui dovrebbe trovarsi all'interno della villa di via di Casal Palocco 3. Alma Shalabayeva, nata il 15 agosto 1966". Dunque per il quotidiano diretto da Ezio Mauro, l’obiettivo dell’operazione era fin dall’inizio anche la moglie di Ablyazov e Alfano non poteva non saperlo.

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