Il presidente del Consiglio: "Il ministro non ha colpe, non vedo nubi". La segreteria del Pd dice no al voto di sfiducia all'esponente Pdl: se cade il vicepremier cade il governo. Renzi: "Badano alle poltrone"
Ancora tensioni nel governo sul caso Ablyazov. La relazione del ministro Angelino Alfano alle Camere non ha soddisfatto buona parte del Pd, che è tornata all'attacco chiedendo un passo indietro all'esponente del Pdl. Ipotesi esclusa con fermezza da Enrico Letta, che blinda il ministro: Alfano è "estraneo alla vicenda". In serata, dopo una lunga riunione della segreteria, il Pd stoppa fughe in avanti rimarcando che non si possono votare mozioni contro il governo. Ma la tensione tra i democratici rimane alta con i bersaniani che chiedono un chiarimento in direzione con Letta sul rapporto tra Pd e governo. Sullo sfondo, c'è dunque la tenuta dell'esecutivo: l'uscita di scena del vicepremier, evidentemente, avrebbe ripercussioni sull'accordo di maggioranza. Attento osservatore il presidente Giorgio Napolitano: c'è attesa per il suo intervento alla 'cerimonia del ventaglio' in programma giovedì 18 al Quirinale.
Venerdì la mozione di sfiducia - La prova del nove del patto di maggioranza ci sarà venerdì 19, quando, al Senato, si discuterà la mozione di sfiducia nei confronti di Alfano: è voluta dall'opposizione (la Lega però voterà contro) e tenta molto anche una parte dei senatori democrat. Una certa inquietudine si respira anche tra i centristi di Scelta Civica. E' proprio questo il punto. Il fronte di chi, nel Pd, vuole le dimissioni di Alfano si è allargato: alla ferma richiesta dei renziani si aggiungono, ora, le perplessità dei 'dalemiani' che invitano il ministro dell'Interno a "rimettere le sue deleghe". E' una vera e propria corsa a smarcarsi dal vicepremier. Il là lo danno dodici senatori renziani che in una lettera definiscono "Alfano oggettivamente indifendibile" e chiedono pubblicamente ai vertici dei partito "di sostenere la richiesta di dimissioni del ministro". Così in giornata Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria e vicino a Massimo D'Alema, evita il sorpasso e definisce la relazione di Alfano alle Camera "insufficiente". A ruota un'altra dalemiana, la senatrice Anna Finocchiaro, giudica "molto difficile la posizione del ministro Alfano".
Solo in serata una nota ufficiale del Partito Democratico prova a riportare serenità e anche a dare respiro al governo: "C'è una grande consapevolezza da parte della Segreteria del Pd - si sottolinea - che il Governo Letta è assolutamente necessario al Paese e, in una fase come questa, sarebbe impensabile che il nostro Paese non avesse un Governo".
Letta: nessun problema con Renzi - Sembra una conferma delle parole pronunciate da Letta a Londra, dove il premier ha incontrato l'omologo britannico David Cameron: "La stabilità politica è assolutamente necessaria, altrimenti sarà impossibile ottenere la ripresa", aveva detto poche ore prima il presidente del Consiglio a Downing Street aggiungendo di "non vedere nubi all'orizzonte". E Renzi? "Nessun problema con Renzi, ci siamo parlati". Il sindaco di Firenze assicura di "non avere alcuna ansia di far cadere il Governo" anche se rivendica la necessità che "venga fuori un responsabile politico" del caso kazako. Poi, attraverso la sua newsletter, lancia l'affondo: "Se molti dirigenti del PD non vogliono che mi candidi, va bene. Se vogliono tenersi il partito, va bene. Se preferiscono - infierisce il sindaco di Firenze - perdere le elezioni pur di mantenere una poltrona, va bene. Ma ci facciano la cortesia di non strumentalizzare una vicenda di cui come italiano mi vergogno. Una bambina di sei anni è stata prelevata da quaranta agenti, messa su un aereo e adesso vive con la mamma agli arresti domiciliari in un Paese non libero: questa non è l'Italia che vogliamo costruire".
Il Pdl, intanto, fa quadrato attorno ad Alfano e punta il dito contro le divisioni interne ai democrat. Dal partito trapela che il ministro non ha alcuna intenzione di dimettersi, e si attacca il Pd: "Se ha i suoi problemi se li risolva - è l'accusa - Non si fa un congresso a spese di Alfano".
Bonino convoca l'incaricato d'affari di Astana - Intanto, il capo di gabinetto dimissionario Procaccini, dopo le dichiarazioni riportate da alcuni giornali in cui avrebbe espresso il suo rammarico per la vicenda, precisa di 'riconoscersi' nella 'veritiera ricostruzione' del ministro. "Sorpresa e disappunto" sul caso Shalabayeva sono invece stati espressi da parte del ministro degli Esteri Bonino all'incaricato d'affari di Astana, convocato d'urgenza alla Farnesina. Bonino ha anche contestato le "irrituali modalità di azione" dell'ambasciatore Yelemessov e ha chiesto che sia garantita la libertà di movimento ad Alma (che sarà visitata da un funzionario italiano) e alla figlia. Mentre la procura di Roma ha acquisito la relazione del capo della polizia Alessandro Pansa in cui viene ricostruita la vicenda.
Venerdì la mozione di sfiducia - La prova del nove del patto di maggioranza ci sarà venerdì 19, quando, al Senato, si discuterà la mozione di sfiducia nei confronti di Alfano: è voluta dall'opposizione (la Lega però voterà contro) e tenta molto anche una parte dei senatori democrat. Una certa inquietudine si respira anche tra i centristi di Scelta Civica. E' proprio questo il punto. Il fronte di chi, nel Pd, vuole le dimissioni di Alfano si è allargato: alla ferma richiesta dei renziani si aggiungono, ora, le perplessità dei 'dalemiani' che invitano il ministro dell'Interno a "rimettere le sue deleghe". E' una vera e propria corsa a smarcarsi dal vicepremier. Il là lo danno dodici senatori renziani che in una lettera definiscono "Alfano oggettivamente indifendibile" e chiedono pubblicamente ai vertici dei partito "di sostenere la richiesta di dimissioni del ministro". Così in giornata Gianni Cuperlo, candidato alla segreteria e vicino a Massimo D'Alema, evita il sorpasso e definisce la relazione di Alfano alle Camera "insufficiente". A ruota un'altra dalemiana, la senatrice Anna Finocchiaro, giudica "molto difficile la posizione del ministro Alfano".
Solo in serata una nota ufficiale del Partito Democratico prova a riportare serenità e anche a dare respiro al governo: "C'è una grande consapevolezza da parte della Segreteria del Pd - si sottolinea - che il Governo Letta è assolutamente necessario al Paese e, in una fase come questa, sarebbe impensabile che il nostro Paese non avesse un Governo".
Letta: nessun problema con Renzi - Sembra una conferma delle parole pronunciate da Letta a Londra, dove il premier ha incontrato l'omologo britannico David Cameron: "La stabilità politica è assolutamente necessaria, altrimenti sarà impossibile ottenere la ripresa", aveva detto poche ore prima il presidente del Consiglio a Downing Street aggiungendo di "non vedere nubi all'orizzonte". E Renzi? "Nessun problema con Renzi, ci siamo parlati". Il sindaco di Firenze assicura di "non avere alcuna ansia di far cadere il Governo" anche se rivendica la necessità che "venga fuori un responsabile politico" del caso kazako. Poi, attraverso la sua newsletter, lancia l'affondo: "Se molti dirigenti del PD non vogliono che mi candidi, va bene. Se vogliono tenersi il partito, va bene. Se preferiscono - infierisce il sindaco di Firenze - perdere le elezioni pur di mantenere una poltrona, va bene. Ma ci facciano la cortesia di non strumentalizzare una vicenda di cui come italiano mi vergogno. Una bambina di sei anni è stata prelevata da quaranta agenti, messa su un aereo e adesso vive con la mamma agli arresti domiciliari in un Paese non libero: questa non è l'Italia che vogliamo costruire".
Il Pdl, intanto, fa quadrato attorno ad Alfano e punta il dito contro le divisioni interne ai democrat. Dal partito trapela che il ministro non ha alcuna intenzione di dimettersi, e si attacca il Pd: "Se ha i suoi problemi se li risolva - è l'accusa - Non si fa un congresso a spese di Alfano".
Bonino convoca l'incaricato d'affari di Astana - Intanto, il capo di gabinetto dimissionario Procaccini, dopo le dichiarazioni riportate da alcuni giornali in cui avrebbe espresso il suo rammarico per la vicenda, precisa di 'riconoscersi' nella 'veritiera ricostruzione' del ministro. "Sorpresa e disappunto" sul caso Shalabayeva sono invece stati espressi da parte del ministro degli Esteri Bonino all'incaricato d'affari di Astana, convocato d'urgenza alla Farnesina. Bonino ha anche contestato le "irrituali modalità di azione" dell'ambasciatore Yelemessov e ha chiesto che sia garantita la libertà di movimento ad Alma (che sarà visitata da un funzionario italiano) e alla figlia. Mentre la procura di Roma ha acquisito la relazione del capo della polizia Alessandro Pansa in cui viene ricostruita la vicenda.