Kyenge, Letta: ultimatum alla Lega. Ma Calderoli non lascia

Politica

Tensione tra il Carroccio e il governo. "Pagina vergognosa" dice il premier che lancia un avvertimento sull'Expo. Maroni replica e blinda il vicepresidente del Senato: "Si è scusato, basta strumentalizzazioni". Salvini attacca: "Napolitano taccia"

Scontro duro tra la Lega Nord e il premier Enrico Letta. Gli insulti razzisti di Roberto Calderoli contro il ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge continuano a seminare polemiche tra gli esponenti leghisti e il governo. Il vicepresidente del Senato aveva detto che il ministro gli ricorda un orango. Dopo le scuse, Calderoli prova a buttarla sullo scherzo spiegando che è sua abitudine paragonare chi conosce agli animali. Ma la frase pronunciata al raduno del Carroccio rischia di costargli la carica istituzionale. Così a chiedere le sue dimissioni sono il Pd, Scelta civica e Sel. E a "strigliarlo" scende in campo anche il premier Enrico Letta secondo il quale si tratta di "una pagina vergognosa che fa male al Paese". Maroni intervenga, dice, o sarà scontro.

La reazione della Lega - La frase viene interpretata dai leghisti come una sorta di ultimatum in merito alla collaborazione tra governo e regione Lombardia sull'Expo 2015. Tanto che il leader del Carroccio Maroni riunisce la segreteria, blinda Calderoli e replica a muso duro al presidente del Consiglio, nel corso di una telefonata, avvertendo che a suo avviso il caso e chiuso e che non si possono immaginare "ritorsioni" sulla esposizione internazionale del 2015. Ma contro Calderoli vanno giù duri anche i presidenti delle Camere. Per il numero uno del Senato Pietro Grasso è stata "un'aggressione razzista" che come tale non può essere nascosta "dietro a un comizio". Mentre per la presidente di Montecitorio Laura Boldrini sono "parole sconsiderate" che è "impensabile siano state pronunciate da un rappresentante delle istituzioni". Un coro di critiche si alza dai ministri del Pd e di Scelta Civica da Giovannini a D'Alia.

Salvini attacca Napolitano - La Lega, invece, difende Calderoli e alza il tiro su Napolitano che si è indignato per la frase incriminata. "Io mi indigno con chi si indigna" ribatte il segretario della Lega Lombarda Matteo Salvini. "Napolitano, taci che è meglio", scrive su Facebook. Il Capo dello Stato, ha aggiunto, "si indigna per una battuta, ma si indignò quando la Fornero, col voto di Pd e Pdl, rovinò milioni di pensionati e lavoratori?". E ancora: "Stiamo parlando di Gesù Cristo? No, solo di un essere umano che fa il presidente della Repubblica, bene in alcuni casi, male in altri".

Lega in piazza contro i clandestini - L'ennesimo strappo del Carroccio fa scoppiare il putiferio. Con Letta che avverte: Non ci si azzardi a parlare male del Colle. E persino con Roberto Formigoni che invita la Lega "a darsi una calmata". Salvini poi si scusa con Napolitano e quest'ultimo ne prenderà atto. Ma la tensione resta alta. In più, la segreteria del partito ha deciso che il 7 settembre organizzerà a Torino una manifestazione "anti-clandestini". Calderoli viene accusato anche da Renzi: "Definirlo uomo politico mi pare eccessivo, ha detto cose vergognose: in un paese civile va a casa per sempre". Il capogruppo Pd Luigi Zanda parla di "insulto razzista" e chiede la testa di Calderoli

Le reazioni di Pdl e M5S - Il Pdl, invece si divide. Per Mara Carfagna le dimissioni sarebbero un bel gesto, mentre Donato Bruno ricorda al Pd le frasi che vennero usate contro Berlusconi, Brunetta e la Santanchè. "Definire un capogruppo "psico-nano" non è certo più bello. Così come non lo è il dare della 'pitonessa' a una parlamentare". Solo M5S prende le distanze: "La richiesta di dimissioni è inutile", assicura il presidente dei grillini Nicola Morra. Perché il vero problema è culturale. Pertanto la migliore risposta a un'aggressione del genere è investire in cultura e istruzione. Solo la diretta interessata Cecile Kyenge reagisce con distacco e non chiede le dimissioni di Calderoli. "Io pongo un'altra questione e cioé una riflessione sul ruolo di chi riveste una carica pubblica".

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