Il ddl del senatore Mucchetti prevede che, in caso di incompatibilità, il parlamentare debba scegliere tra il mandato e il ruolo di azionista di controllo. Il Colle, sulle vicende giudiziarie di Berlusconi, precisa: parlare di grazia ora da analfabeti
E' quanto prevede un disegno di legge del Pd, a prima firma Massimo Mucchetti, salito agli onori delle cronache già nello scorso giugno e non ancora assegnato per la discussione.
Il ddl: scegliere tra azioni e mandato parlamentare - Il disegno di legge mirerebbe a offrire la possibilità di scelta tra "tra il restare parlamentare, rimuovendo in radice la causa di incompatibilità, e il rinunciare al mandato, salvaguardando la propria posizione di azionista". Per rimuovere la causa di incompatibilità, secondo il disegno di legge, "l'azionista di controllo eletto parlamentare deve conferire entro trenta giorni a un soggetto non controllato né collegato il mandato irrevocabile a vendere entro trecentosessantacinque giorni le partecipazioni azionarie di cui sopra a soggetti terzi, ossia a soggetti senza rapporti azionari né professionali con il venditore e comunque a soggetti diversi dal coniuge, dal convivente more uxorio e dai parenti fino al quarto grado e affini fino al secondo grado, nonché a soggetti diversi dagli amministratori delle società".
Mucchetti: "Ddl non c'entra niente con Berlusconi" - "Il ddl che ho presentato al Senato non c'entra nulla con Berlusconi" chiarisce Mucchetti, dopo che la notizia del testo ha sollevato nuove polemiche. "Annunciai in alcune interviste mesi fa la mia intenzione di modificare la legge del '57 perché inadeguata e non in linea con i tempi. Non capisco perché si faccia ora tanto clamore su un testo che comunque non farebbe mai in tempo ad essere approvato" continua Mucchetti. "Sono stupito dal clamore che suscita adesso questa proposta e dallo scarso interesse che ha avuto quando è stata eleborata e presentata. Questo mi fa pensare a una disattenzione allora e un'attenzione che potrebbe essere strumentale adesso".
Grillo: Pd più fedeli di un cane - Beppe Grillo su Twitter non perde l'occasione per attaccare il Pd sul ddl, interpretandolo come un'ancora di salvezza per Berlusconi:
Il Pdl: Pd ossessionato da Berlusconi - Una lettura opposta del testo arriva dal Pdl. Attacca, tra gli altri, il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri che parla di "ossessione nei confronti di Silvio Berlusconi". "Ineleggibilità, conflitto di interessi, incompatibilità. Ogni mezzo - dice Gasparri - va usato per eliminare un leader storico, capace di aggregare milioni di italiani. E se non si riesce per via giudiziaria, si tenta quella parlamentare. Un fatto veramente inquietante. Pensassero a risolvere i loro conflitti, prima di occuparsi di quelli degli altri". "Gioverebbe innanzitutto al paese se il Pd convogliasse sulla crisi economica tutte le energie che spreca per trovare il modo, l'escamotage di eliminare Berlusconi dalla vita pubblica, non riuscendo a realizzare tale sogno decennale attraverso le elezioni politiche" afferma Stefania Prestigiacomo.I fedeli alleati del pdmenoelle, più fedeli del cane più affezionato: https://t.co/z3K9IsCc6f
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) July 12, 2013
"Il regime delle incompatibilità in ogni democrazia parlamentare non ha mai portato in alcun caso alla perdita del diritto di proprietà" osserva invece Osvaldo Napoli (Pdl).
Il Quirinale: parlare di grazia ora è da analfabeti istituzionali - Intanto, sull'altro fronte caldo per Berlusconi, quello delle vicende giudiziarie del Cavaliere, fonti del Quirinale intervengono sull'ipotesi di "grazia preventiva" per Berlusconi ventilata da Libero. "Queste speculazioni su provvedimenti di competenza del capo dello Stato in un futuro indeterminato sono un segno di analfabetismo e sguaiatezza istituzionale" dicono da ambienti vicini al Capo dello Stato. Queste speculazioni, aggiungono gli stessi ambienti, "danno il senso di una assoluta irresponsabilità politica che può soltanto avvelenare il clima della vita pubblica". "Si smentisce nel modo più assoluto che ci siano sulla scrivania del Presidente pratiche immaginarie come quella descritta" è l'ulteriore precisazione arrivata dal Colle.