L'organismo interviene dopo il sì alla mozione di maggioranza che vincola l'acquisto dei caccia al via libera delle Camere. "La responsabilità dell'ammodernamento delle forze armate spetta al governo". M5S: "Napolitano avalla uno schiaffo al Parlamento"
Il Consiglio supremo di Difesa, nella riunione del 3 luglio, ha ribadito che la responsabilità dell'ammodernamento delle forze armate, nel quadro delle alleanze Ue e Nato, spetta al governo e non al Parlamento. E' quanto si legge nel comunicato emesso al termine della riunione al Quirinale, comunicato che pare fare riferimento, pur non nominandola, alla mozione recentemente approvata dalla Camera nella quale si sostiene che spetta al Parlamento autorizzare i prossimi step degli ordini nella commessa degli F35, il caccia americano costruito da Lockheed Martin e partecipato da Finmeccanica del quale le nostre Forze armate hanno previsto un ordine di 90 esemplari per rimpiazzare i caccia attualmente in attività.
Alla riunione, presieduta dal capo dello Stato Giorgio Napolitano, hanno partecipato: il presidente del Consiglio, Enrico Letta; il ministro degli Esteri, Emma Bonino; il ministro dell'Interno, Angelino Alfano; il ministro dell'Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni; il ministro della Difesa, Mario Mauro; il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato; il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Luigi Binelli Mantelli.
La nota diffusa al termine della riunione - Nella nota si legge infatti che "per quanto attiene alle necessità conoscitive e di eventuale sindacato delle Commissioni Difesa sui programmi di ammodernamento delle Forze Armate, fermo restando che, nel quadro di un rapporto fiduciario che non può che essere fondato sul riconoscimento dei rispettivi distinti ruoli, tale facoltà del Parlamento non può tradursi in un diritto di veto su decisioni operative e provvedimenti tecnici che, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell'Esecutivo". Il comunicato del Quirinale ricorda che "la progressiva integrazione europea, in coordinamento con l'evoluzione della Nato, e la realizzazione di capacità congiunte costituiscono presupposti fondamentali per l'approntamento di forze in grado di far fronte efficacemente alle esigenze di sicurezza e di salvaguardia della pace. Questa è la prospettiva da perseguire, anche in considerazione della limitatezza delle risorse disponibili e dell'entità, da un lato, degli investimenti da effettuare per la sicurezza e la difesa e della gravità, dall'altro, delle esigenze di rilancio della crescita e dell'occupazione".
Il 26 giugno la mozione approvata alla Camera - Il 26 giugno scorso la Camera ha approvato una mozione della maggioranza sui cacciabombardieri F-35 che condiziona l'acquisto di quasi tutti gli esemplari previsti a un successivo voto del Parlamento. I parlamentari nella mozione chiedono, nel caso degli F35, di "non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel merito".
M5S: "Napolitano avalla schiaffo al Parlamento" - Dura la reazione del Movimento 5 Stelle. "L'intervento del Consiglio supremo di Difesa" sugli F35 "è l'ennesima prova che il Parlamento viene concepito come ratificatore di provvedimenti del Governo. E' sconvolgente che Napolitano avalli questo ennesimo schiaffo. Ci aspettiamo che come presidente del Consiglio di Difesa, faccia chiarezza" afferma il capogruppo alla Camera Riccardo Nuti. Gero Grassi, Vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, commenta: "Nel totale rispetto dell'autonomia e dell'indipendenza del Consiglio Superiore della Difesa, autorevolmente presieduto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, faccio notare che le decisioni del Parlamento non rappresentano un diritto di veto, ma una scelta libera, consapevole ed indipendente alla quale, credo, tutti debbano attenersi".
Alla riunione, presieduta dal capo dello Stato Giorgio Napolitano, hanno partecipato: il presidente del Consiglio, Enrico Letta; il ministro degli Esteri, Emma Bonino; il ministro dell'Interno, Angelino Alfano; il ministro dell'Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni; il ministro della Difesa, Mario Mauro; il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato; il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Luigi Binelli Mantelli.
La nota diffusa al termine della riunione - Nella nota si legge infatti che "per quanto attiene alle necessità conoscitive e di eventuale sindacato delle Commissioni Difesa sui programmi di ammodernamento delle Forze Armate, fermo restando che, nel quadro di un rapporto fiduciario che non può che essere fondato sul riconoscimento dei rispettivi distinti ruoli, tale facoltà del Parlamento non può tradursi in un diritto di veto su decisioni operative e provvedimenti tecnici che, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell'Esecutivo". Il comunicato del Quirinale ricorda che "la progressiva integrazione europea, in coordinamento con l'evoluzione della Nato, e la realizzazione di capacità congiunte costituiscono presupposti fondamentali per l'approntamento di forze in grado di far fronte efficacemente alle esigenze di sicurezza e di salvaguardia della pace. Questa è la prospettiva da perseguire, anche in considerazione della limitatezza delle risorse disponibili e dell'entità, da un lato, degli investimenti da effettuare per la sicurezza e la difesa e della gravità, dall'altro, delle esigenze di rilancio della crescita e dell'occupazione".
Il 26 giugno la mozione approvata alla Camera - Il 26 giugno scorso la Camera ha approvato una mozione della maggioranza sui cacciabombardieri F-35 che condiziona l'acquisto di quasi tutti gli esemplari previsti a un successivo voto del Parlamento. I parlamentari nella mozione chiedono, nel caso degli F35, di "non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel merito".
M5S: "Napolitano avalla schiaffo al Parlamento" - Dura la reazione del Movimento 5 Stelle. "L'intervento del Consiglio supremo di Difesa" sugli F35 "è l'ennesima prova che il Parlamento viene concepito come ratificatore di provvedimenti del Governo. E' sconvolgente che Napolitano avalli questo ennesimo schiaffo. Ci aspettiamo che come presidente del Consiglio di Difesa, faccia chiarezza" afferma il capogruppo alla Camera Riccardo Nuti. Gero Grassi, Vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, commenta: "Nel totale rispetto dell'autonomia e dell'indipendenza del Consiglio Superiore della Difesa, autorevolmente presieduto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, faccio notare che le decisioni del Parlamento non rappresentano un diritto di veto, ma una scelta libera, consapevole ed indipendente alla quale, credo, tutti debbano attenersi".