M5S, la senatrice Anitori lascia e accusa: "Sistema feudale"

Politica

Eletta nel Lazio, ha deciso di passare al gruppo Misto. Il movimento è diventato "un partito personale" afferma. Tra espulsi e defezioni i fuoriusciti grillini salgono così a sette

Iscriversi a un Movimento e ritrovarsi invece dentro a un "partito personale", un "sistema feudale di fedeltà". Fabiola Anitori la spiega così. E' questa la ragione che la spinge, ad appena quattro mesi dall'elezione al Senato sotto le insegne M5S, a lasciare i colleghi 5 Stelle e iscriversi al gruppo Misto. Che ospita ormai, tra le due Camere, ben sette ex grillini. Ma non solo in Parlamento. Anche in Rete, suo luogo d'elezione, il Movimento incassa un altro colpo. E' un nuovo attacco degli hacker di Anonymous, che prendono di mira il sito di Gianroberto Casaleggio, lo riducono a una schermata bianca fino a sera e se ne fanno beffe: "A quanto pare il caveau non era blindato abbastanza". Con accusa al M5S, a seguire: "State diventando il cancro che vi eravate ripromessi di eliminare. Sareste estremamente più popolari e benvoluti se la smetteste di dedicarvi unicamente alle faide interne".

Lascia la senatrice Anitori - Ma, ironia del destino, il colpo più duro di questa giornata arriva proprio dall'interno. La senatrice Fabiola Anitori, biologa insegnante eletta nel Lazio, consegna all'ANSA il suo messaggio di addio al Movimento. Con un annuncio del passaggio al gruppo Misto condito di parole molto dure verso il progetto a 5 Stelle. "Non riconosco più l'impostazione iniziale del M5S che è diventato 'partito personale', con un sistema feudale di fedeltà che respinge o espelle chi dissente e non si allinea". Chi cerca il "confronto", viene accusato di "tradimento o 'inciucio"', sottolinea Anitori. Che si dice "profondamente segnata" dalle vicende recenti interne al M5S, per di più in un periodo "molto delicato" della sua vita che, raccontano dal gruppo, l'ha vista accumulare molto assente, per motivi personali.

Una defezione che arriva a sorpresa - Nelle stanze M5S di Palazzo Madama, ad ogni modo, la notizia piomba come una doccia fredda. Non si nasconde che l'addio della senatrice, non anticipato a nessuno, coglie di sorpresa. Proprio mentre si stava organizzando il 'restitution day' per celebrare la restituzione di indennità e diarie: un evento (in forse la presenza di Grillo) che doveva tenersi lunedì e slitta di qualche giorno perché mancano ancora alcuni rendiconti. Ora però l'attenzione torna ad appuntarsi su un'emorragia di parlamentari che conta già sette defezioni, quattro al Senato (gli espulsi Marino Mastrangeli e Adele Gambaro, seguiti da Paola De Pin e ora Anitori) e tre alla Camera (Vincenza Labriola, Alessandro Furnari e Adriano Zaccagnini). "Comincio a pensare - insinua la deputata Donatella Agostinelli - che dietro tutti questi mal di pancia ci sia solo una questione di soldi". Ma i 'dissidenti' puntano il dito contro la mancanza di dialogo.

Scontro Grillo - Letta - Beppe Grillo però preferisce ignorare i 'colpi' al M5S e dal suo blog prende di mira "l'ultima stangata" del governo. La copertura del rinvio dell'Iva con l'aumento degli acconti di fine anno, è verso le imprese una "raffinata tortura dell'acqua, un waterboarding", sostiene il leader M5S. Ma Enrico Letta respinge le "falsità" di Grillo, sottolineando che sui temi del lavoro due giorni fa "ha dato a intendere una cosa che poteva finire in vacca". E cioé che su il suo sito "si sosteneva che per ottenere gli sgravi fiscali c'era bisogno avere "tutte le condizioni unite: essere cioè disoccupato, alto, basso, tutto insieme". Una notizia "falsa" che ha messo "sulla strada sbagliata l'informazione", ha accusato Letta.

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