Ilva, approvato il decreto. Bondi commissario a tempo

Politica
Un operaio lavora su tubi nello stabilimento Ilva di Taranto in una foto di archivio

Il Consiglio dei ministri dà il via libera al dl. Il risanatore, in carica per 12 mesi rinnovabili fino a 36, potrà avvalersi di due subcommissari. Zanonato e Orlando: "Non è un esproprio. Se lo stabilimento chiudesse sarebbe una botta"

Sarà Enrico Bondi il commissario straordinario chiamato a risanare l'Ilva per una durata massima di 36 mesi.  Lo ha confermato il ministro per gli Affari Regionali Graziano Delrio, lasciando Palazzo Chigi dove il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto (qui la nota) che commissaria temporaneamente l'azienda controllata dalla famiglia Riva e che prevede che siano realizzate le opere di bonifica chieste dall'Aia. Il commissarrio potrà avvalersi di due subcommissari, uno nominato dal ministero dello Sviluppo e uno da quello dell'Ambiente.
Il decreto stabilisce per l'Ilva il commissariamento "di 12 mesi prorogabili per altri 12 e fino al massimo di 36 mesi" ha spiegato il ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine del Cdm.
Con il decreto legge per l'Ilva di Taranto il governo "ha inteso far fronte a una situazione di grave emergenza e assicurare la continuità aziendale e contestualmente la garanzia del risanamento ambientale, nel quadro determinato della situazione normativa del precedente decreto e dai provvedimenti giudiziari recenti" ha sottolineato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi, in conferenza stampa. Nominato amministratore delegato dell'Ilva poco meno di due mesi fa, ad aprile, Bondi sarà dunque il commissario straordinario chiamato a risanare l'azienda della famiglia Riva per i prossimi 36 mesi.

Dal commissario un piano in 60 giorni - "Il commissario deve in 60 giorni predisporre un piano per l'ambiente e un piano industriale" entrambi da sottoporre alla valutazione del governo, ha affermato il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato. E, citando la volontà del presidente Enrico Letta di nominare un commissario sottolinea: "Occorre qualcuno che sia immediatamente operativo, una gestione non si improvvisa, serve un amministratore in grado di continuare il lavoro anche se con un indirizzo dato in questo caso dal governo".  Il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando ha aggiunto: "Abbiamo ritenuto opportuno che il commissariamento sia sottoposto a una verifica step by step (passo dopo passo, ndr)" in cui il lavoro del commissario sia "sottoposto ad una valutazione".

"Non è un esproprio" - La proprietà dell'Ilva è di una società dove i Riva sono i soci di riferimento" e il decreto "non è un esproprio" ma un "commissariamento con obiettivi precisi al termine del quale i soci proprietari resteranno proprietari" ha spiegato il ministro Zanonato. Concetto ribadito anche dal ministro dell'Ambiente Orlando (VIDEO). "I poteri del commissario sono tutti i poteri degli organi di amministrazione. È salvaguardata la possibilità della proprietà di vendere. La proprietà non può far altro che vendere o accettare il commissario", ha aggiunto.

Zanonato: "Se chiudesse sarebbe una botta enorme" -  Ad annunciare il commissariamento per l'azienda di Taranto è stato nella mattinata del 4 giugno il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato che è intervenuto alla Camera per l'informativa del governo. Il decreto di Palazzo Chigi ha lo scopo di assicurare gli investimenti necessari per le misure di bonifica e la prosecuzione della produzione dell'impianto siderurgico al centro di un'inchiesta per disastro ambientale. Serve a gestire l'azienda "attuando l'Aia" ha spiegato Zanonato.
Il ministro dello Sviluppo ha quantificato l'impatto di una eventuale chiusura dello stabilimento pugliese "in oltre otto miliardi di euro annui". Poi, dopo l'approvazione del decreto, ha ribadito: "Se venisse meno l'Ilva sarebbe una botta enorme per economia italiana e avrebbe effetti devastanti dal punto di vista occupazionale".

Federacciai: "Scelta sbagliata, rischio disastro"
- Il commissariamento dell'Ilva è "sbagliato e sproporzionato" "perché per risolvere un problema di enorme complessità, rischia di fare un disastro". Così Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, secondo il quale si "crea un pericolosissimo precedente" per "tutta la media e grande impresa nazionale".  E aggiunge: "Ognuna di queste fabbriche da oggi rischia di essere commissariata non per decisione di un giudice, ma soltanto per contestazioni di violazione di norme ambientali effettuata da un pm inaudita altera parte". Secondo gli industriali dell'acciaio, il decreto rappresenta una "palese violazione dei diritti della libera impresa", e il governo deve affrontare invece "la questione con il necessario e doveroso equilibrio istituzionale".

Vendola: "Commissariamento ok, ma delusione per nomina Bondi" - "Il commissariamento dell'Ilva, per come annunciato dal governo, è un risultato importante. E' il necessario punto di svolta che può consentire di avviare concretamente e efficacemente il risanamento del grande impianto siderurgico tarantino" ha sottolineato il presidente della regione Puglia Nichi Vendola. Ma ha aggiunto: "A maggior ragione - prosegue Vendola - lascia l'amaro in bocca la scelta di nominare nel delicato ruolo di commissario Enrico Bondi che è attualmente Ad dell'azienda nominato dalla famiglia Riva. Non portare alle estreme conseguenze la rottura col passato a me sembra una scelta di compromesso politico, sbagliata anche perché Taranto è oggi una città estenuata, vulnerabile, bisognosa di tornare a credere nello Stato".

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