Lavoro, il governo prepara un piano per i giovani

Politica

Il ministro Giovannini convoca per il 22 maggio sindacati e imprese. Riforma Fornero nel mirino: possibili modifiche per dare più flessibilità ai contratti a termine e creare 100 mila posti. Il Capo dello Stato: “Crisi angosciante, rilanciare occupazione”

Archiviata, almeno parzialmente, l'emergenza della cassa integrazione in deroga, con il decreto approvato il 17 maggio dal Consiglio dei ministri che stanzia risorse per un miliardo, nella settimana che è appena iniziata parte il confronto fra governo e parti sociali sui temi del lavoro. Mercoledì 22 maggio, infatti, Cgil, Cisl, Uil e Ugl da una parte e Confindustria, Abi, Ania, Rete Imprese Italia e Alleanza delle Cooperative italiane dall'altra, sono state convocate dal ministro Enrico Giovannini nella sede di via Veneto del dicastero. Sotto la lente, le due riforme che portano il nome di Elsa Fornero: quella del lavoro, appunto, e quella delle pensioni. Materiale da maneggiare con estrema cura, come ha ricordato nei giorni scorsi lo stesso Giovannini.
E nella giornata di lunedì 20 maggio anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è intervenuto sul tema lavoro. La "crisi angosciante e drammatica" che vive l'Italia, ha scritto il Capo dello Stato in un messaggio in occasione dell'anniversario della morte di Massimo D'Antona, "impone alle Istituzioni, alle forze sociali e alle imprese la messa in atto di efficaci soluzioni per rilanciare l'occupazione e lo sviluppo economico e sociale del Paese".

Giovannini e le modifiche alla riforma Fornero - Bisogna stare "molto attenti", ha detto al Senato il ministro Giovannini (VIDEO), a toccare una riforma del lavoro "che sta finalmente producendo una serie di effetti voluti". Eventuali modifiche - ha specificato - dovranno essere "limitate e puntuali". Un primo obiettivo lo aveva già identificato qualche giorno prima: 100.000 nuovi giovani assunti. Il pacchetto, però, deve essere "realistico", in linea con le "compatibilità finanziarie". Il lavoro del ministro dovrebbe puntare ad alleggerire alcuni vincoli per introdurre più flessibilità d'ingresso, a partire da apprendistato e contratti a tempo determinato. Un percorso che sarebbe in linea con le richieste del mondo imprenditoriale ma a rischio di andare in rotta di collisione con i sindacati.

Riduzione intervallo tra tempi determinati - Una messa a punto dello strumento dell'apprendistato (mai decollato) potrebbe portare a sostituire con incentivi l'obbligo di stabilizzare una quota degli apprendisti in azienda imposto dalla riforma Fornero. Mentre sui contratti a tempo determinato si ipotizza un intervento sui tempi che devono passare tra la scadenza di un contratto e la possibilità di rinnovarlo, e sull'obbligo per le imprese di giustificare l'esigenza di ricorrere a un contratto non a tempo indeterminato. Secondo le indiscrezioni riportate da alcuni giornali lunedì 20 maggio, si punterebbe a ridurre l'intervallo tra un contratto a termine e un altro dagli attuali tre mesi a 20-30 giorni (QUI LA RASSEGNA STAMPA).

Flessibilità per prepensionamento anticipato - Per ciò che riguarda il capitolo pensioni una delle prime ipotesi allo studio sarebbe quella riguardante la fascia di flessibilità per il pensionamento anticipato rispetto all'età di vecchiaia, che dovrebbe essere di 3-4 anni e quindi per gli uomini potrebbe essere fissata intorno ai 62-63 anni (dal 2013 l'età di vecchiaia è a 66 anni e tre mesi) con una penalizzazione "proporzionale". Secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, come la Repubblica e il Corriere della Sera, inoltre, una parte dei 100 mila nuovi assunti dovrebbe arrivare da "una staffetta", un canale preferenziale per chi assume in sostituendo lavoratori anziani. In tutto, per il piano lavoro, sarebbero pronti 12 miliardi.
Secondo Repubblica l'obiettivo è quello di ridurre la disoccupazione dell'otto per cento portandola al 30% dai livelli record attuali. E in campo potrebbero esserci tra i 10 e i 12 miliardi di euro, se non di più.

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