Longo (Pdl): "Avrei sparato a Kabobo"

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Il legale di Berlusconi commenta, ai microfoni della Zanzara, l'aggressione avvenuta a Milano ad opera del cittadino ghanese: "Per farlo smettere avrei sparato alle gambe, e poi addosso". E Grillo sul suo blog si interroga: "Quanti come Kabobo in Italia?"

Il dibattito sulla sicurezza e l’immigrazione continua a far discutere, dopo che un cittadino ghanese ha aggredito e ucciso tre persone a Milano. Dichiarazioni forti arrivano da Piero Longo, deputato del Pdl e avvocato di Silvio Berlusconi.
"Kabobo? Io gli avrei sparato con la mia pistola, immediatamente. Subito dopo aver capito cosa stava facendo gli avrei sparato alle gambe" ha detto Longo a La Zanzara su Radio 24.  "Basta sparare alle gambe - dice Longo – per farlo smettere di dare picconate alla gente. Se non si fosse fermato avrei sparato di nuovo alle gambe, e poi addosso. Con chi credete di parlare? Non mi sarei andato a nascondere da qualche parte". "Ho la pistola qui davanti a me nel mio studio - continua Longo - anche se non posso portarla né alla Camera né in tribunale e nemmeno in treno. E' una Luger Lcr fabbricata in America. Mi hanno appena rinnovato il porto d'armi". 

Sul tema è intervenuto anche Beppe Grillo, con un post sul suo blog che anticipa il comizio indetto la sera di oggi 16 maggio a Treviso. "Quanti sono i Kabobo d'Italia? – si chiede Grillo -  Centinaia? Migliaia? Dove vivono? Non lo sa nessuno". Poi il leader del M5S cita altri due episodi di cronaca nera che hanno come protagonisti negativi degli immigrati: "un portoghese originario dell'Angola" e "un senegalese". "Tre casi diversi. Un comunitario portoghese che doveva (deve) stare in carcere, qui o al suo Paese, e comunque va reimpatriato. Un ghanese che doveva essere considerato sorvegliato speciale per la sua violenza. Un senegalese il cui decreto di espulsione non è mai stato applicato", scrive Beppe Grillo.

"Chi è responsabile?", domanda il leader del M5S. "Non la Polizia che più che arrestarli a rischio della vita non può fare. Non la magistratura che è soggetta alle leggi. Non il Parlamento, che ha fatto della sicurezza un voto di scambio elettorale tra destra e sinistra e ha creato le premesse per la nascita del razzismo in Italia. Nessuno è colpevole, forse neppure Kabobo. Se gli danno l'infermità mentale presto sarà di nuovo un uomo libero".

Il post divide gli utenti che commentano sul blog. "Dopo quello sullo ius soli mi tocca leggere anche questo post. Vuoi proprio spostare il Movimento a destra, la peggior destra  possibile?", chiede Massimiliano. "Svegliaaaa - sottolinea un ex militante - Il post sul picconatore arriva oggi, quando il vostro Beppe è a Treviso, patria del Carroccio! Vi dice nulla?". "In Veneto ci scopriamo leghisti, in Abruzzo siam tutti aquilani, in Sicilia andremo a cena con Miccichè?", domanda qualcun altro polemico. E sono in molti a leggere analogie tra le parole di Grillo e il 'verbo leghista'. "Ma questo articolo chi lo ha scritto, Salvini?", chiede ironico Frank.

“Questo post più che razzista mi sembra paraculo - scrive Roberta - Si solletica la pancia di chi ha paura dell'immigrazione parlando di episodi che nulla hanno a che fare con il colore della pelle". Piovono accuse per Grillo, ma non manca anche chi difende le parole di Grillo. "Il post è chiaro e limpido - scrive ad esempio Fabio – Non è un sogno lucido ma la semplice realtà. Chi è capace di trarre razzismo da queste parole è un povero istigatore, non in grado di intendere e di volere". "Devo dire che c'è gente qui che legge i post e capisce fischi per fiaschi - gli fa eco Gabriele da Carrara e il suo è tra i commenti più votati - Beppe non ce l'ha con gli immigrati, ma con il sistema che permette queste tragedie. Leggete con attenzione prima di criticare". "Sarà - gli risponde Donatella da Ferrara - io vedo solo sporca campagna elettorale. E tanti, troppi occhi foderati di prosciutto".

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