Riforme, politica divisa sulla convenzione

Politica

Nel Pd salgono le voci critiche contro l'autocandidatura di Silvio Berlusconi a capo della commissione che dovrà stabilire le nuove regole costituzionali. Pdl: "Intollerabili i veti sui nomi"

Parte centrale del programma del governo, le riforme costituzionali riaprono le fibrillazioni all'interno delle larghe intese che compongono la maggioranza. Al cuore del problema l'autocandidatura di Silvio Berlusconi a quella Convenzione che, proposta dai 10 saggi di Giorgio Napolitano, dovrebbe diventare una via di mezzo tra una Assemblea Costituente ed una Bicamerale. Se Berlusconi ha fatto filtrare più volte nei giorni scorsi il suo interesse a guidarla, da parte del Pd oggi il fuoco di sbarramento si è fatto particolarmente intenso. Tutte le anime del partito si sono ricompattate contro il vecchio nemico, oggi alleato sopportato.

I no di Renzi e Fassina - A scatenare le polemiche il viceministro all'Economia e deputato del Pd, Stafano Fassina, che chiude all'ipotesi di affidare a Silvio Berlusconi la guida della Convenzione: "dobbiamo trovare una figura in grado di dare garanzie a tutte le forze poltiiche rappresentate in Parlamento - ha spiegato l'esponente Pd - e temo che il senatore Berlusconi non sia fra questi". A rincarare la dose arrivano le parole di Matteo Renzi: "E' inaudito fare Berlusconi capo della costituente", ha detto il sindaco di Firenze. "Non capisco perché dobbiamo dargli il compito di scrivere la Costituzione dei prossimi 50 anni".

Le reazioni nel Pdl
- La reazione del Pdl è affidata al coordinatore Sandro Bondi: "tutto si può discutere, ma nessuno ha il diritto di porre veti o pregiudiziali sulle persone, tantomeno su chi ha reso possibile la nascita di questo governo come del resto di quello precedente". Mentre il capogruppo azzurro alla Camera, Renato Brunetta, rivendica il rispetto degli accordi: "Noi rimaniamo ai patti che avevamo prima con Bersani e con Letta poi. La presidenza della Convenzione deve andare al Pdl e così sara'". Secondo Maurizio Gasparri "il Pd sbaglia a porre pregiudiziali. Proseguiamo piuttosto con spirito collaborativo e andiamo al merito delle questioni".

Maroni: "Interessato a partenza rapida della convenzione" - Luciano Violante, ex presidente della Camera e uno dei componenti del comitato dei Saggi voluto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, parlando con l'Agi propone invece di affidare la presidenza della Convenzione all'attuale ministro per le Riforme, il pidiellino Gaetano Quagliariello: "Chi ha fatto il premier ha le capacità per guidare la convenzione delle riforme. Ma Berlusconi non è l'unico ex premier", spiega Violante. "Oltretutto - ha aggiuto - credo non sia conveniente che il partito politico che esprime il ministro per le Riforme, presieda anche la Convenzione". Sull'argomento è interventuto anche il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni, che si è detto "interessato" a una partenza "rapida" della convenzione. "La Lega vuole essere protagonista della Convenzione, perché deve introdurre il Senato federale che è un copyright della Lega", ha spiegato l'esponente del Carroccio. Ma, ha proseguito, "come nel governo non ci interessano le poltrone; ci interessa che la convenzione parta rapidamente".

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