Il M5S e il caso hacker, Lombardi: "Siamo stati abbandonati"

Politica

Lo sfogo della capogruppo dopo la seconda pubblicazione di centinaia di mail di esponenti grillini, rubate e diffuse in Rete dal sedicente gruppo "hacker del Pd". La deputata Sarti, vittima dei pirati, denuncia "l’indifferenza di partiti e istituzioni"

"La sensazione è di essere stati abbandonati in un momento di grande pressione psicologica per noi. Nessuno si è preoccupato di tutelare queste persone o il gruppo politico". Non si attenua la tensione nel M5S per la pubblicazione online delle mail di alcuni parlamentari del Movimento da parte di un gruppo di pirati informatici, i sedicenti "hacker del Pd" (anche se il Partito democratico ne ha sin da subito preso le distanze).
Il capogruppo alla Camera dei 5 Stelle, Roberta Lombardi, venerdì 3 maggio (all’indomani della pubblicazione del secondo gruppo di mail da parte dei pirati informatici), si è recata in Procura per un incontro con gli inquirenti che seguono il caso. Un gruppo di deputati e senatori, invece, ha raggiunto l'Autorità Garante per la Privacy.

Lombardi: “Perché quel sito non è stato oscurato?” - Nel pomeriggio di venerdì, i "grillini" hanno convocato una conferenza stampa per denunciare il silenzio su tutta questa vicenda. La prima denuncia risale al 24 aprile, quando gli hacker pubblicarono le mail private della deputata bolognese Giulia Sarti. "Eppure fino a ieri - rimarca Lombardi, in conferenza stampa al fianco di alcuni deputati vittime dell'attacco - quel sito non è stato oscurato o bloccato. Ci saremmo aspettati di trovare una pagina bianca con su il logo della Polizia postale, come avviene in questi casi. Ci domandiamo perché ciò non sia avvenuto".
E anche ora, "a distanza di 8 ore dalla visita in Procura -  osserva - nulla è accaduto. Mi era stato promesso un report sulle attività investigative in atto, visto che ce ne stanno capitando tante, una dietro l'altra. Ma sono passate otto ore e tutto tace. Non vogliamo intralciare le indagini, sia chiaro, ma era giusto per noi conoscere come si stanno muovendo per tutelare la vita privata di trenta cittadini e un gruppo politico di fatto sotto attacco".

Non solo mail, anche altri furti per il M5S
- Quello delle mail hackerate, tra l’altro, non sembra l’unico furto subito dagli esponenti del M5S. Roberta Lombardi ha rivelato infatti che il Movimento ha subito, tre settimane fa, il furto di un hard disk dal pc di uno dei capi legislativi del M5S, al palazzo dei gruppi di Montecitorio. Mentre giovedì 2 maggio, durante la pausa pranzo, qualcuno avrebbe tentato di entrare nella casella gmail di un collaboratore.
"Sono stata costretta a chiudere l'ufficio a chiave - racconta arrivando in conferenza stampa - c'è un attacco senza precedenti contro una forza politica che rappresenta quasi 9 milioni di italiani, con infrazioni fisiche nei nostri uffici e intimidazioni messe in atto attraverso le violazioni di mail di 30 cittadini divenuti parlamentari della Repubblica. Finora abbiamo tenuto un profilo basso per non  intralciare l'attività investigativa di polizia postale e  magistratura, ma ora basta: c'è un attacco a tutto campo contro di  noi", denuncia.

Sarti: “Non abbiamo niente da nascondere” - "Non abbiamo nulla da nascondere e se pensavano di intimidirci hanno fatto un buco nell'acqua", dice Giulia Sarti, la deputata “grillina” che ha visto le sue mail pubblicate dagli hacker. Il clima in questa settimana, dice Sarti, è stato "davvero pesante. Le altre forze politiche non si sono degnate di portare all'attenzione la questione.
Usa un tono scanzonato Di Battista, il prossimo a cui gli hacker hanno annunciato la pubblicazione della posta privata: "Il prossimo sarò io e a me non me ne può frega' de meno - dice in romanesco - anche se la vicenda è allucinante.".
Le mail - afferma L'Espresso, che per primo ha pubblicato la rivendicazione dei pirati informatici - sono più di 7600 e tra queste ce ne sarebbero anche alcune inviate dallo stesso Beppe Grillo a militanti e parlamentari.

Intanto il segretario della Lega e governatore lombardo, Roberto Maroni, ha polemizzato su Twitter con il Movimento 5 Stelle, accusato di essere "double-face":

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