Dopo il passo indietro di Gabanelli, il costituzionalista accetta l'offerta dei Cinque stelle a correre per il Colle. Voci di intesa tra Bersani e Berlusconi sull'ex sindacalista. Renzi: "Non lo voto". Vendola: "No inciuci". Bersani: "Sarà bella sorpresa"
Gabanelli: "Continuo a fare la giornalista". Rodotà accetta - La risposta di Milena Gabanelli all'offerta del M5S è arrivata con una lettera a Corriere.it in cui il volto di Report afferma: "Continuo a fare la giornalista, solo con il mio lavoro provo a cambiare le cose".
Dopo la Gabanelli è Gino Strada il secondo nome più votato alle "Quirinarie". Ma il fondatore di Emergency, secondo quanto riferito da Grillo sul suo blog, ha rinunciato alla corsa per favorire il nome di Rodotà, che ha invece accettato la proposta del M5S.
Strada si dice "orgoglioso" per la candidatura, ma al tempo stesso spiega di essersi chiamato fuori nella convinzione che il suo lavoro e quello di Emergency debbano continuare e che sia questo "il modo in cui possiamo essere più utili a questo Paese", cioè proprio continuando "a curare chi ha bisogno".
Dopo la rinuncia di Milena Gabanelli e Gino Strada ho chiamato Rodotà che ha accettato di candidarsi e che sarà il candidato votato dal M5S
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) 17 aprile 2013
Voci di intesa tra Bersani e Berlusconi. Ma il Pd smentisce - In giornata si erano poi rincorse le voci di un'intesa tra Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani su un nome condiviso, che dovrebbe essere Marini appunto, gradito anche a Scelta Civica. Ma il Pd sha smentito.
Nessuna rosa a Berlusconi. Si ragiona da giorni su diverse possibilità con tutte le forze parlamentari per un nome largamente condiviso.
— Partito Democratico (@pdnetwork) 17 aprile 2013
Bersani si è detto poi convinto che "ci sono condizioni per scelta condivisa. Mi pare che la ricerca di una soluzione ampiamente condivisa sia a buon punto".
Vendola: "No a prove d'orchestra di governissimo" - Non mostra però di apprezzare le trattative in corso il leader di Sel Nichi Vendola: "Se le intese, gli accordi e i dialoghi" in corso in queste ore sul futuro Presidente della Repubblica "sono la prova d'orchestra di un governissimo esprimiamo la nostra radicale contrarietà" ha detto parlando alla Camera.
Se le intese per la scelta #quirinale2013 fossero prove di orchestra per un governissimo, noi saremmo radicalmente contrari
— Nichi Vendola (@NichiVendola) 17 aprile 2013
Vendola condanna dunque l'ipotesi di "inciucio" col Pdl e guarda ai grillini: "Dobbiamo cogliere il terreno avanzato di dialogo che ci offre la 'rosa' del Movimento 5 stelle. E' una positiva, importante base di dialogo". Prima di invitare Bersani a riflettere: "Per un voto con i due-terzi o si guarda a destra o a sinistra. Guardare a destra è un suicidio, guardare a sinistra un'opportunità".
Grillo: "Besani porta il Paese alla dissoluzione" - Durissimo, sulle trattative Bersani-Berlusconi, anche Grillo: "Gargamella ha già deciso. Ha fatto le Berlusconarie" scrive sul suo blog. Il Pd, continua, consulta "solo Berlusconi per proporre D'Alema, Amato, Violante come ruotino di scorta o un presidente dell'inciucio. Un loro settennato consegnerà l'Italia alla dissoluzione non solo economica, ma anche come Stato unitario. E' bene saperlo. Ognuno si prenda le sue responsabilità". "Per Bersani - attacca ancora Grillo - è il suicidio della Repubblica di cui lui e solo lui sarà il responsabile".
Crimi: "Rosa M5S immagine di un possibile governo a 5 stelle" - "I nove nomi espressi da M5S per la Presidenza della Repubblica", ha commentato poi il capogruppo al Senato, Vito Crimi, sono l'immagine di un possibile governo a 5 Stelle", così come "lo avremmo fatto se ce lo avessero lasciato fare". Per Crimi, i nomi usciti dalle Quirinarie, "sono una rosa ad altissimo livello".
Scelta civica chiede larghe intese - Di tutt'altro avviso Scelta Civica, con il coordinatore Andrea Olivero che insiste sulla necessità di una scelta il più possibile condivisa. "Il nostro candidato - ha detto a SkyTG24 - è colui che riesce a unire tutte le diverse forze e a rappresentare un avvio di uscita dalla seconda Repubblica". (VIDEO). "Sul nome di Prodi non abbiamo nessun problema, ma non ce la farà perché non gode di una maggioranza ampia" ha detto inoltre a Radio24 mentre "noi spingeremo fino in fondo perché ci sia un nome che trovi d'accordo anche il Pdl" e "il consenso ampio è un fattore indispensabile".