Renzi: "Decidetevi". Napolitano: "Non stiamo perdendo tempo"

Politica

Il sindaco di Firenze 'scagiona' il Colle ma rilancia la sfida: "La Chiesa ha fatto prima". Scintille nel Pd, Bersani: "Sono qua". E poi va da Monti per parlare del Colle. Onida vittima di uno scherzo: "Inutile il lavoro dei saggi". Poi si scusa

Per il secondo giorno consecutivo, la scena nel Pd è stata tutta di Matteo Renzi (la cronaca della giornata). Il sindaco di Firenze è tornato all'attacco sulla "perdita di tempo", sullo stallo politico-istituzionale e ha dato il suo aut-aut: o il Pd accetta un accordo con il Pdl per il governo o si vada a votare. Dura la reazione dei bersaniani che hanno visto nelle parole di Renzi una sintonia con le posizioni di Silvio Berlusconi. Quanto a Pier Luigi Bersani, ha evitato per tutto il giorno le domande dei cronisti su una possibile intesa con il Cavaliere o elezioni anticipate. "Siamo qua...", si è limitato a rispondere. E nell'incontro con Mario Monti ha ribadito la sua linea di ricerca di un'ampia intesa sul Quirinale. Per questo vedrà anche Silvio Berlusconi, probabilmente la prossima settimana. Sul futuro esecutivo, resta la sua proposta di un governo del cambiamento che sia accompagnato da una stagione di riforme da affidare a una Convenzione.

Renzi: decidetevi, la Chiesa ha fatto prima - Renzi lancia la sfida, non usa giri di parole e non sembra offrire più sponde di dialogo. "Decidetevi, basta fare melina - attacca il rottamatore - persino la Chiesa, che non è un modello di speditezza, ha fatto velocemente". Un affondo a tutto campo che lambisce anche l'ultimo tentativo del Quirinale di avvicinare, con il lavoro dei saggi, i partiti. "Non stiamo perdendo tempo" chiarisce il presidente Giorgio Napolitano nonostante il sindaco avesse precisato che "è assurdo dare la colpa al Capo dello Stato per la situazione politica".

Napolitano: nessuna perdita di tempo - "Noi non stiamo perdendo tempo" dice Napolitano e tutti sanno quello che si sta facendo in questi giorni al Quirinale: "facilitare" il quadro politico lavorando su pochi punti precisi. E, a dimostrazione dell'attenzione del Colle ai problemi del Paese, venerdì salirà al Quirinale il ministro Piero Giarda per illustrare come il governo sta impostando il decreto sui debiti della pubblica amministrazione verso le aziende. Un provvedimento che Napolitano chiede da tempo e che ora, si è appreso, vuole che sia costruito bene. "Le misure per sbloccare i pagamenti della P.A. alle imprese sono urgenti, e queste ed altre misure dovranno essere definite rapidamente", diceva infatti il capo dello Stato già lo scorso 13 marzo dopo un incontro con il presidente di Confindustria Squinzi.

Onida, la gaffe e poi le scuse- Si respira dunque aria di consapevole realismo al Colle dove continua il lavoro dei 'saggi' (FOTO: ecco chi sono) nonostante sia stata una giornata sfortunata. L'ex presidente della Consulta Valerio Onida è infatti incappato in una gaffe che ha messo in imbarazzo Napolitano e l'impianto stesso delle due commissioni. Onida infatti, oltre ad aver detto che la scelta dei dieci saggi serviva a prendere tempo ha anche espresso giudizi non lusinghieri su Berlusconi. Il tutto in una telefonata registrata con una finta Margherita Hack. Alle dichiarazioni, poi, Onida ha aggiunto le sue scuse (VIDEO).

Bersani e Monti: servono soluzioni condivise - Intanto, Bersani ha avviato contatti e incontri con Mario Monti, per trovare "un'ampia condivisione" sul candidato per il Quirinale (Si inizia a votare il 18 aprile). E sono già in piena attività i mediatori Pd-Pdl in vista di un incontro con Berlusconi se si dovesse arrivare ad una stretta.
Ma, a quanto si apprende, Renzi teme che Bersani non voglia veramente un accordo ma punti ad eleggere un presidente della Repubblica, a lui vicino, come ad esempio Romano Prodi, che gli dia l'incarico per andare alle Camere e provare a formare un governo, puntando ad allargare i dissidi interni al M5S. "In quel caso Matteo chiederà il congresso e si candiderà a segretario", spiega chi lo conosce. Perché, come ha fatto chiaramente capire anche lui, il sindaco di Firenze è pronto a candidarsi alla premiership, dentro e non fuori il Pd, e vede nuove elezioni in un orizzonte temporale che arrivi al massimo alle europee del 2014. Ma l'ipotesi di una coabitazione tra Bersani, nel caso in cui riuscisse a formare un governo, e Renzi rischia di far saltare il Pd e non è un caso che già circolino con insistenza voci di scissione dell'ala più a sinistra del partito.

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