Marò, Di Paola si commuove: "Mi scuso se non siete qui"

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Alla cerimonia per i 90 anni dell'Aeronautica, il ministro della Difesa si è rivolto ai due militari italiani bloccati in India. "Hanno rispettato le istituzioni e la loro divisa. Hanno spinto indietro le loro emozioni e quelle delle loro famiglie". VIDEO

Lacrime di commozione del ministro della Difesa Giampaolo Di Paola per i marò Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, da poco tornati in India dove pesa su di loro l'accusa di aver ucciso due pescatori scambiandoli per pirati.

Di Paola ha dedicato alla loro vicenda gran parte del suo intervento alla cerimonia per i 90 anni dell' Aeronautica, a Napoli.  "Si è molto scritto sui  giornali, sulla decisione di far rientrare i marò in India. Ci tengo a dire che non è vero che hanno impiegato cinque ore per dire di sì. E non è vero che è stato ordinato loro di farlo. L'obbedienza, nel  loro caso, è stata non a un ordine, ma a loro stessi, al loro senso di responsabilità e alla parola data" ha detto Di Paola.

Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, ha spiegato Di Paola, "con lacerante sofferenza, sconcerto e dolore, hanno rispettato le istituzioni e la loro divisa. Hanno spinto indietro le loro  emozioni e quelle delle loro famiglie". Rivolgendosi agli allievi dell'Accademia aeronautica di Pozzuoli, schierati nella piazza, Di Paola ha ammonito con voce spezzata dalla commozione: "Prima di tutto vengono il rispetto per le istituzioni, il senso di responsabilità  e  del dovere. Solo dopo vengono le proprie emozioni. Vale sempre, sia  egli un allievo o un Capo di Stato maggiore, sia un ministro della  Repubblica. E' l'esempio che ci hanno dato Massimiliano e di  Salvatore, così come tanti ufficiali". "Dico a Massimiliano e Salvatore che mi scuso che non sono stato capace di fare in modo che oggi fossero con noi in questa piazza" ha concluso poi il ministro commuovendosi fino alle lacrime. 

La vicenda dei due marò è anche al centro di grande tensione all'interno del governo Monti dopo che il ministro degli Esteri Giulio Terzi si è dimesso in disaccordo con la decisione di far tornare i marò in India, dopo che la Farnesina aveva annunciato l'intenzione di tenerli in Italia dove si trovavano per una licenza.

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