Governo: Bersani andrà al Colle "senza diktat"

Politica

"Sottoporrò all'esame di Napolitano alcune valutazioni" dice il premier incaricato, che ha incassato il "no" del M5S. Maroni: "Appoggio a certe condizioni". Alfano: "Il segretario è in un vicolo cieco". La replica del Pd: "No a scambi sul Quirinale"

"Salgo al Quirinale domani, attendo dai partiti una parola conclusiva". Così Pier Luigi Bersani, al termine di un'altra giornata di consultazioni, annuncia l’intenzione di recarsi dal presidente della Repubblica giovedì 28 marzo. A Giorgio Napolitano, fa sapere, non verrà presentato alcun "diktat", così come il segretario del Pd esclude che si profilino scambi inconfessabili tra Palazzo Chigi e il Quirinale. "Leggo sui giornali di diktat- spiega - il dialogo con il presidente della Repubblica è sempre stato bello, corretto e produttivo. Non vado là con richieste in premessa, andrò là con delle valutazioni che sottoporrò all'esame e al criterio" di Napolitano.

Il "no" dei grillini alla fiducia - Bersani sembra dunque non perdere le speranze di formare un governo, nonostante la giornata del 27 marzo si sia aperta incassando il netto "no" dei grillini, trasmesso in diretta streaming. "I capigruppo portavoce del M5S Vito Crimi e Roberta Lombardi incontrano il leader Pd per ribadire il no alla fiducia" è stato il tweet di Beppe Grillo, mentre era ancora in corso l'incontro tra l'aspirante presidente del Consiglio incaricato e i capigruppo del Movimento 5 Stelle. Toni netti, quelli dei due capigruppo. "E' 20 anni che sento le stesse cose - ha attaccato Lombardi - mi sembra di essere in una puntata di Ballarò". "Non ci sono le condizioni per la fiducia" ha ribadito anche ai giornalisti Crimi. Che poi in serata ha aggiunto: "Se Napolitano fa un altro nome è tutta un'altra storia", ma "non voteremo mai un governo targato Pd anche se guidato da una persona terza".

Alfano: "Bersani si è infilato in un vicolo cieco" - Alla notizia del naufragio della trattativa con l'M5S, Fabrizio Cicchitto (Pdl) ne approfitta per sottolineare il fallimento: "Se Bersani non è in grado di offrire una soluzione a causa del suo schematismo ideologico, allora la via delle elezioni non è scontata, ma va messo in campo un nome di garanzia che unisca anziché dividere". E il leader del Pdl Angelino Alfano rincara: "La vicenda è chiusa e l'ha chiusa Bersani che ora si trova nel vicolo cieco in cui si è infilato. Sta a lui, ora, rovesciare la situazione, se vuole e se può nell'interesse del Paese".
"Se il Pdl vuole trattativa su Colle noi non ci stiamo", la replica arrivata a stretto giro dal Pd.

Maroni: "Appoggio possibile a certe condizioni"
- Nel primo pomeriggio il segretario del Carroccio Roberto Maroni aveva sottolineato che "è verosimile che Pdl e Lega non si oppongano alla nascita del governo" aggiungendo che la possibilità è legata "a certe condizioni". Si tratta di vedere se le "condizioni" che gli schieramenti si pongono reciprocamente riescono a trovare un punto di incontro nel giro di poche ore. L'appoggio a Bersani dunque "è possibile anche se non so quanto probabile", ha detto Maroni.

Politica: I più letti

[an error occurred while processing this directive]