M5S: no al Pd. Grillo: "Se voto di fiducia, mi ritiro"
Politica"Al presidente Napolitano chiederemo un governo del Movimento Cinque Stelle" annunciano in conferenza stampa Lombardi e Crimi. Bocciata la "marcia" verso il Parlamento. Il leader interviene su Twitter per chiudere ad ogni possibile accordo
Qualora ci fosse un voto di fiducia dei gruppi parlamentari del #M5S a chi ha distrutto l'Italia, serenamente, mi ritirerò dalla politica
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) 10 marzo 2013
Nessuno ha chiesto referendum su intesa col Pd - Porte chiuse alla possibilità di alleanze, dunque. "Non ci sono e non ci sono mai stati margini per alleanze con i partiti, non faremo la stampella di nessuno" ribadisce la capogruppo di M5S alla Camera Roberta Lombardi, escludendo l'ipotesi di appoggio ad altri governi "che non siano un governo a Cinquestelle". Smentita, inoltre, la possibilità di un referendum su un'ipotesi di intesa col Pd. "Oggi nessuno ha sollevato la questione" anche se il deputato Ivan Catalano ha parlato del Movimento "in fermento" sull'ipotesi di un referendum nella base per una eventuale alleanza con il Pd. Ma la capogruppo M5S in pectore alla Camera ha ribadito che anche se "all'interno del Movimento la dialettica è fondamentale, non c'è alcun dibattito né nei gruppi né nel forum. Nel nostra identità - ha sottolineato - non c'é spazio per nessuna alleanza con il Pd né con altri".
Tra l'altro, ha aggiunto, un referendum non serve perché "la più ampia consultazione nella base è stata fatta con il voto alle ultime elezioni: chi ha scelto M5S ha scelto una linea politica di non alleanza con nessuno". Posizione ribadita anche dal leader del Movimento, sempre attraverso Twitter.
Per quanto mi riguarda non ci sarà alcun referendum interno per chiedere l'appoggio al pdmenoelle o a un governo pseudo tecnico
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) 10 marzo 2013
Presidenza Camere? "Non facciamo accordi" - Nel corso della conferenza stampa i capigruppo di Camera e Senato hanno poi ribadito: "Al presidente Napolitano chiederemo un governo del M5S" ed escluso intese sui presidenti dei due rami del Parlamento. "Non facciamo accordi sulla presidenza delle Camere, né di questo tipo né di nessun tipo". "Proporremo - ha spiegato Vito Crimi - il nostro candidato sia alla Camera sia al Senato" anche se, ha precisato, "non abbiamo ancora scelto i nomi". Ma, ha ribadito, "non facciamo nessun accordo per ottenere qualcosa".
Ma sarà Beppe Grillo il candidato premier? chiede un giornalista. "Non è importante il nome del premier - ha risposto il capogruppo in pectore del Senato - ma quel che conta sono i 20 punti, se Napolitano accetta i 20 punti. Non abbiamo ancora deciso che nome proporre: per noi il nome è indifferente, contano i 20 punti. Se poi Napolitano dovesse dire di sì ad un governo 5 Stelle con quei 20 punti, saremo pronti per comunicare il nome di un candidato premier". Ipotesi Grillo? insistono i cronisti. "Non l'abbiamo presa in considerazione" scherza Crimi. E anche Roberta Lombardi dice ironica: "Ci mandi un curriculum e lo valuteremo...". (VIDEO)
Crimi: "Su alleanze ha ragione Casaleggio" - Il Movimento 5 stelle risponde 'picche' anche all'appello di Saviano e altri intellettuali perché vi sia un'alleanza di governo e non si corra così il rischio di tornare al voto. Vito Crimi spiega: "Non ho letto questo appello". Ma ribadisce: "L'appello, l'abbiamo fatto noi in campagna elettorale a votare per Movimento 5 stelle in modo da non dover chiedere poi alleanze". E conferma il fatto che Casaleggio abbia minacciato di lasciare M5S in caso di alleanze: "Ma non è una cosa scandalosa, anzi è una cosa bella perché dimostra che Casaleggio non vuole imporsi dicendo 'se fai così ti caccio', ma dice 'se fai alleanze, me ne vado io'. E' stata una cosa lodevole, da elogiare". E sul dibattito in Rete su chi invece vorrebbe un'alleanza con il Pd, Crimi sostiene che "non è come viene dipinta questa mobilitazione: la maggioranza dei messaggi che riceviamo sono di sostegno a continuare su questa strada. Noi stiamo solo confermando quello che è stato detto in campagna elettorale, prima e dopo".
Bocciata la "marcia" dal Colosseo al Parlamento - Respinta, inoltre, la proposta di accompagnare i neoeletti del Movimento al loro ingresso alla Camera. Il primo a esprimere i propri dubbi era stato proprio Crimi che, prima del termine della riunione a Roma, aveva dichiarato: "Non deve passare il concetto che ci accompagnano come i bambini al primo giorno di scuola. Noi abbiamo una nostra dignità, siamo persone serie e non dobbiamo dare l'immagine che è una marcia di vittoria perché noi andiamo in Parlamento a lavorare".
Grillo: lo slogan resta "mandiamoli tutti a casa" - Insomma, scrive Beppe Grillo sul suo blog, lo slogan resta "mandiamoli tutti a casa". "I partiti - spiega il leader del Movimento - cercano di addossare al M5S la responsabilità dello sfascio del Paese dopo aver inciuciato per 20 anni e sorretto insieme il governo di Rigor Mortis alla luce del sole. In campagna elettorale il nostro slogan è stato "Mandiamoli tutti a casa!" e per questo il M5S è stato votato da più di 8 milioni di italiani. Nello Statuto e negli impegni sottoscritti dai neo parlamentari del M5S sono esclusi in modo categorico accordi con i partiti. Per quanto mi riguarda non ci sarà alcun referendum interno per chiedere l'appoggio al pdmenoelle o a un governo pseudo tecnico. Se in futuro fossi smentito da un voto di fiducia dei gruppi parlamentari del M5S a chi ha distrutto l'Italia, allora, pacatamente, serenamente, mi ritirerò dalla politica".