"Formalizzerò la proposta di un governo di cambiamento" dice il segretario a la Repubblica. Al centro dell'agenda: lavoro, costi della politica, lotta alla corruzione. Il Corriere: Renzi disponibile per un governissimo. Lui su Twitter: "Faccio il sindaco"
Bersani annuncia dunque che alla direzione di mercoledì del partito, ma anche e soprattutto durante le consultazioni con il capo dello Stato, si assumerà "la responsabilità di formalizzare la proposta di un governo di cambiamento". Bersani mette anche un punto fisso, dopo essersi mostrato disponibile a un dialogo per la presidenza delle Camere: "L'ipotesi delle larghe intese non esiste e non esisterà mai", perché proposte di governissimo sarebbero "la morte del Pd". Su questa linea Bersani è netto. "Non ho subordinate. Questa è la mia proposta. Deciderà il presidente della Repubblica, con la sua consueta saggezza".
Bersani affronta anche il tema delle sue dimissioni: "Sono due anni che dico che questo 2013 per me è l'ultimo giro. Lo so e l'ho sempre saputo. Ma da mozzo o da comandante io non lascio la nave". Quanto agli otto punti programmatici che indicherà al parlamento, Bersani li indica nell'intervista: il lavoro al centro dell'agenda europea, l'aiuto dei comuni di fronte al disagio sociale e lo sblocco dei pagamenti della PA, dimezzamento del numero dei parlamentari eletti e leggi contro i costi della politica, norme anti-corruzione e conflitto di interessi, green economy.
Sempre dalle fila del Pd, secondo un retroscena del Corriere della Sera, Matteo Renzi sarebbe disposto a "fare il premier" in una grande coalizione che comprenda anche Grillo e Berlusconi e che miri a fare le riforme che servono al Paese. Ma lo sfidante di Bersani alle primarie, che finora non aveva rilasciato dichiarazioni ufficiali, con un tweet sembra smentire la ricostruzione del Corriere
Ciò che volevo per l'Italia l'ho detto per le primarie. Ho perso. Adesso faccio il sindaco. Non ci possiamo permettere neanche i rimpianti.
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 01 marzo 2013
Intanto, però, anche una bersaniana di ferro come Alessandra Moretti, in un'intervista al Corriere, apre a uno scenario simile. "Se la direzione individuasse un'altra figura di garanzia per dialogare con il M5S, tutti dovremmo pancia a terra lavorare per questo. Il primo a tirarsi indietro sarebbe Bersani, pronto a fare il capitano o il mozzo senza abbandonare la nave - dice Moretti - se Renzi fosse ritenuto decisivo per promuovere un approccio diverso, saremmo tutti pronti a lavorare per questa soluzione".