Voto agli studenti Erasmus, il governo pensa a una soluzione

Politica
Screenshot della pagina del gruppo Facebook degli Erasmus che chiedono di poter votare.
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La questione del diritto di voto dei giovani italiani all'estero è diventata un caso politico. E il governo, spinto anche dall'Europa, studia una risposta alla mobilitazione nata su Facebook: nel Cdm del 22 gennaio potrebbe essere varato un decreto

di Raffaele Mastrolonardo

E' partita da Facebook, è giunta fino alla Commissione europea e martedì 22 gennaio approderà in Consiglio dei ministri. La questione degli studenti Erasmus italiani che chiedono di poter votare dall'estero alle elezioni del 24 e 25 febbraio è forse vicina a un epilogo positivo. Dopo settimane di mobilitazione online il tema è infatti arrivato sul tavolo del governo che si è impegnato a trovare una soluzione. Per conoscere quale sarà bisognerà aspettare il Cdm, quel che si sa – riferisce l'agenzia Adnkronos – è che il ministero dell'Interno sta verificando tempi e costituzionalità di un decreto ad hoc che permetta ai ragazzi di esercitare il loro diritto di voto anche fuori dai confini dell'Italia.
Il ministro degli esteri Giulio Terzi, intanto, ha fatto sapere che la Farnesina “si tiene in stretto coordinamento con il Viminale per valutare ogni possibile intervento per rispondere alla richiesta degli studenti”.

Il pressing dell'Ue e del ministro Profumo - A spingere per un esito felice della vicenda si è mossa inoltre anche l'Unione europea. La commissaria Ue all'educazione Androulla Vassiliou – ha detto il suo portavoce - “sostiene con forza” e “accoglie con favore” tutti gli sforzi fatti per “trovare una soluzione”, pur riconoscendo che le regole per il voto sono una “competenza nazionale”.
In Italia, invece, si è espresso a favore di una soluzione anche il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo: "Sono stato uno dei primi a esprimermi in favore degli studenti Erasmus. Domani in Cdm perorerò questa causa". "Mi auguro ci siano le modalità tecniche" per far votare gli studenti Erasmus, ha aggiunto.

Costituzionalità – I tecnici del Viminale sono dunque al lavoro per capire come fare in modo che gli universitari impegnati nel programma Erasmus possano partecipare alle elezioni senza dover rientrare in Italia anche se non sono iscritti all'Aire, l'Anagrafe degli italiani residenti all'estero. In questo registro – che dà la possibilità di votare nei seggi allestiti nella rete diplomatico-consolare nei Paesi Ue - confluiscono infatti i cittadini italiani residenti fuori dall'Italia da più di 12 mesi, ovvero un periodo superiore a quello massimo previsto dai soggiorni Erasmus. Di qui l'esigenza di un decreto che – fanno sapere dal Viminale – dovrà rispettare i criteri di costituzionalità: ovvero assicurare la medesima opportunità a tutti i connazionali che vivono fuori confine, e non solo agli studenti, e rispettare i tempi per la conversione in legge. In un primo momento il ministro Annamaria Cancellieri aveva escluso la possibilità di una modifica della legge in vigore e aveva suggerito, in alternativa, uno sconto del 70 % sui biglietti aerei degli universitari all'estero. Una proposta che gli studenti avevano mostrato di non gradire, come si legge in un comunicato su uno dei blog diventati punto di riferimento della mobilitazione.

Gli sconti di Alitalia - Intanto, in attesa della decisione del governo, Alitalia ha deciso di adottare tariffe agevolate per gli studenti del programma Erasmus che hanno intenzione di tornare in Italia per votare. I prezzi partono da 49 euro per la sola andata o 99 euro (andata e ritorno) e sono dedicati esclusivamente agli studenti impegnati nel programma Erasmus presso le università europee e che viaggiano dal 18 al 28 febbraio.

Una campagna virale – La campagna degli universitari impegnati nel programma Erasmus (circa 25mila) è partita ad inizio gennaio sulla scia di un gruppo Facebook nato con lo scopo “di sensibilizzare l'opinione pubblica e i nostri rappresentanti su questa situazione di ingiustizia”. In poche settimane la pagina ha raggiunto più di 4.500 “mi piace” e, soprattutto, è riuscita ad attivare un numero sempre maggior di persone attraverso azioni di protesta. Una petizione online rivolta al ministero dell'Interno ha raccolto più di 10.800 firme ed è stata affiancata da varie iniziative a cominciare dalle foto con cui gli studenti descrivevano ironicamente la loro situazione di impossibilità di votare. La solidarietà creativa alla causa degli Erasmus è arrivata sotto varie forme, compresa quella di uno spot virale che mostra cosa succede quando la democrazia viene presa a schiaffi...

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