Il presidente del Consiglio si è recato al Quirinale per rimettere il mandato, ponendo fine a un governo durato 13 mesi. Berlusconi:"Finisce la sospensione della democrazia". Slitta il dl firme, approvata la legge di stabilità
Mario Monti si è dimesso, ponendo così fine a un governo durato tredici mesi. "Il Presidente della Repubblica - si legge nella nota del Quirinale - ha preso atto delle dimissioni e ha invitato il governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti". Previsto nella giornata di sabato 22 dicembre un giro di consultazioni veloci al Quirinale. Domenica mattina alle 11 ci sarà invece la conferenza stampa di fine anno del premier. In questa occasione Monti, al quale molti in Italia e all'estero hanno chiesto di partecipare alla competizione elettorale, potrebbe chiarire la sua posizione e il suo futuro politico.
Berlusconi: "Speriamo non ci sia più sospensione della democrazia" - Raggiunto dalla notizia delle dimissioni di Monti, Berlusconi a Milano ha dichiarato che "finisce l'era del Governo tecnico e speriamo che non ci si debba più ritrovare in situazioni di sospensioni della democrazia". "Non ho sentito Monti oggi e non l'ho sentito al termine della riunione del Ppe, dove ho dichiarato di essere disponibile a farmi da parte e ho indicato in Monti la persona in grado di essere a capo dei moderati" ha aggiunto il Cavaliere. Alla domanda dei giornalisti, se il comportamento del Presidente del Consiglio lo avesse indispettito, Berlusconi ha chiarito: "No, non mi ha indispettito il suo comportamento, non so cosa farà, aspettiamo di sentire quali saranno le sue decisioni. Credo - ha concluso - che verranno esternate nella conferenza di domenica".
Conferma delle dimissioni anticipate agli ambasciatori - La conferma delle imminenti dimissioni era venuta dallo stesso presidente del Consiglio nelle parole finali del suo intervento all'assemblea degli ambasciatori italiani (VIDEO). "Trovo simbolico, a me molto gradito, che questa mia visita qui a questa conferenza siano l'ultimo atto e le ultime parole prima di quella formale rassegnazione delle dimissioni davanti al capo dello Stato", ha detto Monti alla fine del suo intervento alla Farnesina ringraziando per "questi difficili ma affascinanti tredici mesi".
Approvata la legge di stabilità - Tra gli ultimi provvedimenti del governo la legge di Stabilità, l'atto a cui Monti aveva subordinato qualsiasi sua futura mossa politica e che è stata approvata poco dopo le 17,30 in via definitiva dalla Camera. Dal Cdm poi, dopo l'ok della commissione Bilancio del Senato, l'ultimo via libera, alla legge sull'incandidabilità dei condannati.
Slitta al 28 dicembre il dl sulle firme - Slitta invece al 28 dicembre l'approvazione del decreto legge sulle firme da raccogliere in vista delle elezioni. In aula infatti è mancato il numero legale, con solo 80 senatori presenti nella serata di venerdì. "Noi facciamo l'opposizione. Quelli della maggioranza facciano la maggioranza e assicurino loro il numero legale. I parlamentari devono venire qui a fare il loro lavoro. Noi siamo qui da stamattina alle 9 e noi abbiamo garantito il numero legale" ha attaccato il capogruppo leghista Federico Bricolo. Dura la risposta di Anna Finocchiaro (Pd): "Voi state mettendo un inciampo alla competizione elettorale. La domanda è: di che cosa avete paura?".
"Prendo atto e, apprezzate le circostanze e la palese evidenza che il Senato non è in grado di garantire il numero legale, io aggiorno la seduta al 28 dicembre alle ore 15" ha infine concluso in aula il presidente del Senato, Renato Schifani.
Berlusconi: "Speriamo non ci sia più sospensione della democrazia" - Raggiunto dalla notizia delle dimissioni di Monti, Berlusconi a Milano ha dichiarato che "finisce l'era del Governo tecnico e speriamo che non ci si debba più ritrovare in situazioni di sospensioni della democrazia". "Non ho sentito Monti oggi e non l'ho sentito al termine della riunione del Ppe, dove ho dichiarato di essere disponibile a farmi da parte e ho indicato in Monti la persona in grado di essere a capo dei moderati" ha aggiunto il Cavaliere. Alla domanda dei giornalisti, se il comportamento del Presidente del Consiglio lo avesse indispettito, Berlusconi ha chiarito: "No, non mi ha indispettito il suo comportamento, non so cosa farà, aspettiamo di sentire quali saranno le sue decisioni. Credo - ha concluso - che verranno esternate nella conferenza di domenica".
Conferma delle dimissioni anticipate agli ambasciatori - La conferma delle imminenti dimissioni era venuta dallo stesso presidente del Consiglio nelle parole finali del suo intervento all'assemblea degli ambasciatori italiani (VIDEO). "Trovo simbolico, a me molto gradito, che questa mia visita qui a questa conferenza siano l'ultimo atto e le ultime parole prima di quella formale rassegnazione delle dimissioni davanti al capo dello Stato", ha detto Monti alla fine del suo intervento alla Farnesina ringraziando per "questi difficili ma affascinanti tredici mesi".
Approvata la legge di stabilità - Tra gli ultimi provvedimenti del governo la legge di Stabilità, l'atto a cui Monti aveva subordinato qualsiasi sua futura mossa politica e che è stata approvata poco dopo le 17,30 in via definitiva dalla Camera. Dal Cdm poi, dopo l'ok della commissione Bilancio del Senato, l'ultimo via libera, alla legge sull'incandidabilità dei condannati.
Slitta al 28 dicembre il dl sulle firme - Slitta invece al 28 dicembre l'approvazione del decreto legge sulle firme da raccogliere in vista delle elezioni. In aula infatti è mancato il numero legale, con solo 80 senatori presenti nella serata di venerdì. "Noi facciamo l'opposizione. Quelli della maggioranza facciano la maggioranza e assicurino loro il numero legale. I parlamentari devono venire qui a fare il loro lavoro. Noi siamo qui da stamattina alle 9 e noi abbiamo garantito il numero legale" ha attaccato il capogruppo leghista Federico Bricolo. Dura la risposta di Anna Finocchiaro (Pd): "Voi state mettendo un inciampo alla competizione elettorale. La domanda è: di che cosa avete paura?".
"Prendo atto e, apprezzate le circostanze e la palese evidenza che il Senato non è in grado di garantire il numero legale, io aggiorno la seduta al 28 dicembre alle ore 15" ha infine concluso in aula il presidente del Senato, Renato Schifani.