Cancellieri indica in quella data quella più indicata e Napolitano ne prende in atto. Intanto il centro si muove per presentarsi con Mario Monti. Casini: "Ha già preso una decisione". Riccardi: "Il premier parlerà sabato o domenica"
Alle urne il 24 febbraio. Dopo una guerra tra fazioni contrapposte, accelerazioni e rinvii, il dado ormai è tratto. A indicare la data mettendo fine alle polemiche (qui la cronaca della giornata) il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri: pronti al voto già per il 17 febbraio, ha assicurato la responsabile dell'Interno in una lettera al Capo dello Stato, ma tornare alle urne il 24 sarebbe preferibile per gestire al meglio la macchina organizzativa.
Resta l'incognita Monti - Napolitano prende atto della richiesta del Viminale anche alla luce della "complessità e delicatezza degli adempimenti tecnici connessi al voto degli italiani all'estero". Il 24, dunque. Anche se il presidente della Repubblica sottolinea come sia "interesse del paese" che "non si prolunghi eccessivamente la campagna elettorale affinché possa ristabilirsi al più presto la piena funzionalità delle Assemblee parlamentari e del Governo in una fase sempre critica e densa di incognite per l'Italia". Il Pd si dice pronto e il Pdl plaude alla soluzione, mentre Silvio Berlusconi continua la sua offensiva mediatica. Il Cav è in campo? "Sono costretto dalla situazione che si è determinata", spiega in un'intervista tv. Salvo sorprese, si va dunque al voto nell'ultima domenica di febbraio, mentre resta sul tavolo l'incognita Monti. L'incontro mercoledì 19 dicembre a Palazzo Chigi con Luca Cordero di Montezemolo, il ministro Andrea Riccardi e Pier Ferdinando Casini sembra avvalorare la tesi di una lista intitolata al Professore con l'Udc e Fli. E magari i transfughi del Pdl. Il partito berlusconiano resta infatti fuori dai giochi. "Non mi pare propriamente un 'montiano"', chiosa Riccardi. E il movimento Verso la terza Repubblica mette in moto la macchina elettorale dando il via alla raccolta delle firme.
Riccardi: "Monti parlerà sabato o domenica" - In realtà il premier una decisione l'avrebbe già maturata, stando almeno a quanto riferisce Casini. "Secondo me Monti non è indeciso - dice il leader centrista - in cuor suo la decisione l'ha già presa ma rispetta le regole, aspetta lo scioglimento delle Camere". A stretto giro dall'incontro, sul sito puoicontarci.org parte la raccolta firme per la lista Montezemolo-Riccardi. Evidentemente non solo una coincidenza, ma un indizio quasi certo della 'benedizione' del premier all'iniziativa. Si resta tuttavia sul campo delle supposizioni mentre si attende la parola di Monti, l'unico che possa fugare ogni dubbio. Gli interrogativi sulla data delle dimissioni del presidente del Consiglio hanno però portato all'annullamento della tradizionale conferenza stampa di fine anno dove si attendevano le parole chiarificatrici del premier. Prevista per il 21 dicembre, è stata rinviata dall'ordine dei giornalisti a data da destinarsi. Secondo Riccardi, Monti parlerà sabato o domenica. Per il ministro, tuttavia, il premier non scenderà in campo, "nel senso che questo è un genere calcistico che non gli appartiene - spiega - Il Professore sta impegnandosi in una serie di conversazioni con tantissime persone con tutte le opinioni e si sta interrogando su come essere utile al paese. Sta preparando il suo discorso, quello che posso dire è che per me l'agenda Monti e il Professore possono avere un ruolo importante per l'Italia".
Il Pdl al lavoro per riallaccare con la Lega - Ma se anche dovesse scegliere di giocare da protagonista la partita, il Pdl ha ormai rinunciato a Monti nelle vesti di federatore dei moderati. "Il ponte levatoio aperto da Silvio Berlusconi nella direzione dell'area Monti - accusa Angelino Alfano - è stato bombardato dalle dichiarazioni di stampa del centro che hanno detto con Berlusconi mai... ma quella era o sarebbe stata la strada giusta". Il Pdl volta pagina e si affida nuovamente al Cavaliere, che da un lato continua l'offensiva tv e dall'altra smussa le asperità con il Carroccio. "Silvio Berlusconi è in campo e sono convinto che la Lega verrà con noi - dice Alfano - L'esito positivo di questo pronostico ci sarà nei prossimi giorni". Parole che sembrano trovare una conferma nelle dichiarazioni di Matteo Salvini, segretario della Lega in Lombardia. "Mai con Silvio? Di sicuro c'è solo la morte - dice il giovane 'lumbard' - e il governo della Lombardia merita qualsiasi sacrificio. Certo accettare Berlusconi sarebbe un sacrificio di quelli grossi, un sacrificione". E mentre il Pdl tenta una 'riconciliazione' con l'alleato di sempre, il Pd mostra di non temere un'eventuale discesa in campo del Professore. "Siamo interessati in ogni caso ad avere un rapporto interlocutorio con Monti qualsiasi decisione prenda", si dice certo Bersani, a Bruxelles per un incontro con il presidente dell'eurogruppo, Jean-Claude Juncker.
Ok alla legge sulle liste pulite - Intanto vanno avanti i lavori delle Camere in vista dello scioglimento. L'attenzione è rivolta soprattutto alla legge di stabilità. Al Senato il governo ha posto la fiducia, mentre l'aula di Montecitorio, stando all'impegno assunto da Fini dopo un battibecco con il Pdl, dovrebbe essere pronta a licenziarla già venerdì. Giovedì si comincia con l'esame del decreto legge sulle firme per le liste elettorali, poi si dovrebbe passare all'ultimo atto con la legge finanziaria. In attesa che il Senato trasmetta il testo, è intanto arrivato il parere favorevole delle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, all'unanimità ma con alcune osservazioni, al decreto legislativo sulle cosiddette liste pulite. Il provvedimento aveva già avuto martedì scorso il parere favorevole delle Commissioni competenti del Senato. Il decreto legislativo rende operativa la legge anti corruzione nella parte in cui introduce il divieto di candidarsi a coloro che sono stati condannati per delitti non colposi con sentenza passata in giudicato. Misure che potrebbero diventare definitive a stretto giro, con un consiglio dei ministri convocato ad hoc, così da rendere possibile l'applicazione già alle prossime elezioni politiche del 24 febbraio. La partita è aperta e il countdown è iniziato.
Resta l'incognita Monti - Napolitano prende atto della richiesta del Viminale anche alla luce della "complessità e delicatezza degli adempimenti tecnici connessi al voto degli italiani all'estero". Il 24, dunque. Anche se il presidente della Repubblica sottolinea come sia "interesse del paese" che "non si prolunghi eccessivamente la campagna elettorale affinché possa ristabilirsi al più presto la piena funzionalità delle Assemblee parlamentari e del Governo in una fase sempre critica e densa di incognite per l'Italia". Il Pd si dice pronto e il Pdl plaude alla soluzione, mentre Silvio Berlusconi continua la sua offensiva mediatica. Il Cav è in campo? "Sono costretto dalla situazione che si è determinata", spiega in un'intervista tv. Salvo sorprese, si va dunque al voto nell'ultima domenica di febbraio, mentre resta sul tavolo l'incognita Monti. L'incontro mercoledì 19 dicembre a Palazzo Chigi con Luca Cordero di Montezemolo, il ministro Andrea Riccardi e Pier Ferdinando Casini sembra avvalorare la tesi di una lista intitolata al Professore con l'Udc e Fli. E magari i transfughi del Pdl. Il partito berlusconiano resta infatti fuori dai giochi. "Non mi pare propriamente un 'montiano"', chiosa Riccardi. E il movimento Verso la terza Repubblica mette in moto la macchina elettorale dando il via alla raccolta delle firme.
Riccardi: "Monti parlerà sabato o domenica" - In realtà il premier una decisione l'avrebbe già maturata, stando almeno a quanto riferisce Casini. "Secondo me Monti non è indeciso - dice il leader centrista - in cuor suo la decisione l'ha già presa ma rispetta le regole, aspetta lo scioglimento delle Camere". A stretto giro dall'incontro, sul sito puoicontarci.org parte la raccolta firme per la lista Montezemolo-Riccardi. Evidentemente non solo una coincidenza, ma un indizio quasi certo della 'benedizione' del premier all'iniziativa. Si resta tuttavia sul campo delle supposizioni mentre si attende la parola di Monti, l'unico che possa fugare ogni dubbio. Gli interrogativi sulla data delle dimissioni del presidente del Consiglio hanno però portato all'annullamento della tradizionale conferenza stampa di fine anno dove si attendevano le parole chiarificatrici del premier. Prevista per il 21 dicembre, è stata rinviata dall'ordine dei giornalisti a data da destinarsi. Secondo Riccardi, Monti parlerà sabato o domenica. Per il ministro, tuttavia, il premier non scenderà in campo, "nel senso che questo è un genere calcistico che non gli appartiene - spiega - Il Professore sta impegnandosi in una serie di conversazioni con tantissime persone con tutte le opinioni e si sta interrogando su come essere utile al paese. Sta preparando il suo discorso, quello che posso dire è che per me l'agenda Monti e il Professore possono avere un ruolo importante per l'Italia".
Il Pdl al lavoro per riallaccare con la Lega - Ma se anche dovesse scegliere di giocare da protagonista la partita, il Pdl ha ormai rinunciato a Monti nelle vesti di federatore dei moderati. "Il ponte levatoio aperto da Silvio Berlusconi nella direzione dell'area Monti - accusa Angelino Alfano - è stato bombardato dalle dichiarazioni di stampa del centro che hanno detto con Berlusconi mai... ma quella era o sarebbe stata la strada giusta". Il Pdl volta pagina e si affida nuovamente al Cavaliere, che da un lato continua l'offensiva tv e dall'altra smussa le asperità con il Carroccio. "Silvio Berlusconi è in campo e sono convinto che la Lega verrà con noi - dice Alfano - L'esito positivo di questo pronostico ci sarà nei prossimi giorni". Parole che sembrano trovare una conferma nelle dichiarazioni di Matteo Salvini, segretario della Lega in Lombardia. "Mai con Silvio? Di sicuro c'è solo la morte - dice il giovane 'lumbard' - e il governo della Lombardia merita qualsiasi sacrificio. Certo accettare Berlusconi sarebbe un sacrificio di quelli grossi, un sacrificione". E mentre il Pdl tenta una 'riconciliazione' con l'alleato di sempre, il Pd mostra di non temere un'eventuale discesa in campo del Professore. "Siamo interessati in ogni caso ad avere un rapporto interlocutorio con Monti qualsiasi decisione prenda", si dice certo Bersani, a Bruxelles per un incontro con il presidente dell'eurogruppo, Jean-Claude Juncker.
Ok alla legge sulle liste pulite - Intanto vanno avanti i lavori delle Camere in vista dello scioglimento. L'attenzione è rivolta soprattutto alla legge di stabilità. Al Senato il governo ha posto la fiducia, mentre l'aula di Montecitorio, stando all'impegno assunto da Fini dopo un battibecco con il Pdl, dovrebbe essere pronta a licenziarla già venerdì. Giovedì si comincia con l'esame del decreto legge sulle firme per le liste elettorali, poi si dovrebbe passare all'ultimo atto con la legge finanziaria. In attesa che il Senato trasmetta il testo, è intanto arrivato il parere favorevole delle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, all'unanimità ma con alcune osservazioni, al decreto legislativo sulle cosiddette liste pulite. Il provvedimento aveva già avuto martedì scorso il parere favorevole delle Commissioni competenti del Senato. Il decreto legislativo rende operativa la legge anti corruzione nella parte in cui introduce il divieto di candidarsi a coloro che sono stati condannati per delitti non colposi con sentenza passata in giudicato. Misure che potrebbero diventare definitive a stretto giro, con un consiglio dei ministri convocato ad hoc, così da rendere possibile l'applicazione già alle prossime elezioni politiche del 24 febbraio. La partita è aperta e il countdown è iniziato.