Il premier non scioglie la riserva sul futuro mentre si avvicina il traguardo della legge di stabilità e quindi la fine del governo. Vertice con il Capo dello Stato. Continua il pressing del Centro. Torna in ballo l’ipotesi-staffetta con Bersani
Mario Monti intravede il bivio dietro la legge di stabilità che corre verso il traguardo, ma non scioglie alcuna riserva sul suo futuro, lasciando “appesi” tutti i partiti. Ad Assisi, dove insieme al presidente del Senato Renato Schifani, assiste al concerto di Natale, il premier ha rispettato l'auto-consegna del silenzio ma cede alla tentazione di una battuta ironica mentre taglia un dolce preparato dai frati francescani: Almeno - dice sorridendo - "sono riuscito a mangiare il panettone". Aggiunge poi l'augurio che il 2013 sia "per tutti migliore di come, soprattutto per colpa mia, è stato il 2012".
Intanto nella giornata di domenica 16 dicembre il presidente del Consiglio è salito al Quirinale per incontrare il Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Cosa si diranno? Di sicuro dall’incontro tra i due potrebbe delinearsi il futuro politico del Professore.
Accordo con il Pd? - L'ora X della grande decisione sta quindi per scoccare, e presto il Prof, come preannunciato, dirà addio a palazzo Chigi e potrà voltare pagina. In questo breve lasso di tempo si gioca il futuro della Terza Repubblica ancora in pieno marasma: da sinistra a destra, passando per il centro, tutto un fibrillare in una condizione di grande incertezza alimentata da un Monti imperscrutabile.
Intanto, in base a un retroscena pubblicato sul quotidiano Repubblica, il premier non avrebbe ancora escluso l'ipotesi di un accordo con il Partito Democratico. Se il segretario Pier Luigi Bersani, sabato 15 dicembre, ha confermato di non aver nessun timore di una eventuale candidatura di Monti, il giornale diretto da Ezio Mauro parla addirittura di un possibile tandem tra i due, con tanto di staffetta Bersani-Monti: il Professore, in questo caso, lascerebbe il posto al segretario del Pd superato lo scoglio del prossimo anno.
Continua il pressing dei centristi - I centristi del movimento di Montezemolo-Riccardi-Olivero, nel frattempo, continuano a spronare il Prof. E lo portano in gloria insieme a Pier Ferdinando Casini che è tornato a decantare le qualità di un premier che ha guarito il malato-Italia pesantemente provato dalla “cura” Berlusconi a base di “barzellette giravolte e baggianate”. Parole che hanno scatenato la rabbia e il contrattacco dei pidiellini fedelissimi del Cav. E Berlusconi stesso sembra reagire all'attacco di Casini: "Votate i grandi partiti" perché‚ "i piccoli non fanno mai gli interessi del paese ma solo quelli dei loro piccoli leader", ha detto (VIDEO). "Il Pdl - ha poi aggiunto - è l'unico capace di tenere uniti i moderati" che "sono la maggioranza del paese".
L’enigma del Pdl - Monti ancora non si sbilancia, anche se manifesta un certo tormento interiore, e tenta di nascondere un certo fastidio esteriore. Continua a incassare sostegni e attestati di stima, Monti, ma non scioglie la riserva perché‚ non può, almeno fin quando non si scioglie l'enigma del Pdl che prima lo ha "sfiduciato" e ora lo ha zavorrato con la mossa del Cavaliere. Le prossime ore dovrebbero però chiarire il quadro politico e in particolare la geografia del Pdl ora diviso in almeno tre fronti.
Attesa per le convention di Alemanno e Meloni - Oggi, domenica 16 dicembre, è attesa per la convention di Italia popolare di Gianni Alemanno che radunerà una consistente truppa di montiani della prima e della seconda ora. Ma i riflettori, praticamente alla stessa ora, saranno puntati anche sulla manifestazione organizzata da Giorgia Meloni all'Auditorium della Conciliazione che riunirà un altro spezzone di Pdl delusi dal Cav ma non infatuati del Prof. Alla finestra, per qualche giorno ancora, i colonnelli di Italia protagonista, Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri che per non buttare via tempo prezioso hanno aperto il cantiere di Centrodestra nazionale in vista del divorzio consensuale dal Popolo della Libertà. Ma come ha già avvisato La Russa il progetto resta congelato fino a lunedì-martedì quando i giochi attorno a Monti e a Berlusconi dovrebbero essere fatti. Dopodiché‚ gli ex An andranno avanti con il progetto di nuovo partito, oppure lo getteranno alle ortiche.
Intanto nella giornata di domenica 16 dicembre il presidente del Consiglio è salito al Quirinale per incontrare il Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Cosa si diranno? Di sicuro dall’incontro tra i due potrebbe delinearsi il futuro politico del Professore.
Accordo con il Pd? - L'ora X della grande decisione sta quindi per scoccare, e presto il Prof, come preannunciato, dirà addio a palazzo Chigi e potrà voltare pagina. In questo breve lasso di tempo si gioca il futuro della Terza Repubblica ancora in pieno marasma: da sinistra a destra, passando per il centro, tutto un fibrillare in una condizione di grande incertezza alimentata da un Monti imperscrutabile.
Intanto, in base a un retroscena pubblicato sul quotidiano Repubblica, il premier non avrebbe ancora escluso l'ipotesi di un accordo con il Partito Democratico. Se il segretario Pier Luigi Bersani, sabato 15 dicembre, ha confermato di non aver nessun timore di una eventuale candidatura di Monti, il giornale diretto da Ezio Mauro parla addirittura di un possibile tandem tra i due, con tanto di staffetta Bersani-Monti: il Professore, in questo caso, lascerebbe il posto al segretario del Pd superato lo scoglio del prossimo anno.
Continua il pressing dei centristi - I centristi del movimento di Montezemolo-Riccardi-Olivero, nel frattempo, continuano a spronare il Prof. E lo portano in gloria insieme a Pier Ferdinando Casini che è tornato a decantare le qualità di un premier che ha guarito il malato-Italia pesantemente provato dalla “cura” Berlusconi a base di “barzellette giravolte e baggianate”. Parole che hanno scatenato la rabbia e il contrattacco dei pidiellini fedelissimi del Cav. E Berlusconi stesso sembra reagire all'attacco di Casini: "Votate i grandi partiti" perché‚ "i piccoli non fanno mai gli interessi del paese ma solo quelli dei loro piccoli leader", ha detto (VIDEO). "Il Pdl - ha poi aggiunto - è l'unico capace di tenere uniti i moderati" che "sono la maggioranza del paese".
L’enigma del Pdl - Monti ancora non si sbilancia, anche se manifesta un certo tormento interiore, e tenta di nascondere un certo fastidio esteriore. Continua a incassare sostegni e attestati di stima, Monti, ma non scioglie la riserva perché‚ non può, almeno fin quando non si scioglie l'enigma del Pdl che prima lo ha "sfiduciato" e ora lo ha zavorrato con la mossa del Cavaliere. Le prossime ore dovrebbero però chiarire il quadro politico e in particolare la geografia del Pdl ora diviso in almeno tre fronti.
Attesa per le convention di Alemanno e Meloni - Oggi, domenica 16 dicembre, è attesa per la convention di Italia popolare di Gianni Alemanno che radunerà una consistente truppa di montiani della prima e della seconda ora. Ma i riflettori, praticamente alla stessa ora, saranno puntati anche sulla manifestazione organizzata da Giorgia Meloni all'Auditorium della Conciliazione che riunirà un altro spezzone di Pdl delusi dal Cav ma non infatuati del Prof. Alla finestra, per qualche giorno ancora, i colonnelli di Italia protagonista, Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri che per non buttare via tempo prezioso hanno aperto il cantiere di Centrodestra nazionale in vista del divorzio consensuale dal Popolo della Libertà. Ma come ha già avvisato La Russa il progetto resta congelato fino a lunedì-martedì quando i giochi attorno a Monti e a Berlusconi dovrebbero essere fatti. Dopodiché‚ gli ex An andranno avanti con il progetto di nuovo partito, oppure lo getteranno alle ortiche.