Dalla delega fiscale alla norma sulla diffamazione, dal testo sull'incandidabilità al pareggio di bilancio in Costituzione, sono tante le leggi il cui futuro è incerto con la fine anticipata della legislatura. LA SCHEDA
Dalla delega fiscale alla diffamazione, dalla legge elettorale alle province sono molte le leggi già sul binario morto o destinate a pagare il prezzo della fine anticipata della legislatura, che segue all'intenzione di Monti di dimettersi, dopo che il Pdl gli ha, di fatto, tolto la fiducia. Peraltro, nel caso dei decreti, il Parlamento può procedere alla loro conversione anche a Camere sciolte. Questi i principali provvedimenti che sono all'esame delle Camere.
Da ddl stabilità a delega fiscale, i nodi economici - La legge di stabilità è una delle poche certezze. Tutti i partiti della (ex) maggioranza hanno assicurato la loro disponibilità ad una approvazione rapida. Corsa contro il tempo, invece, per il decreto Sviluppo, nel quale sono state inserite, tra le altre, le norme sul Ponte sullo stretto di Messina. Lunedì alle 13.30 scadono i termini per la presentazione degli emendamenti in commissione. Il decreto deve essere approvato entro il 18 dicembre, pena decadenza.
Riflettori puntati, poi, sul decreto Ilva (i tempi a disposizione sono pù lunghi, ma in molti chiedono che la sua approvazione avvenga entro dicembre) e il salva-infrazioni, varato giovedì scorso dal Consiglio dei ministri. II 'classico' decreto milleproroghe di fine anno sarà inserito, con un emendamento dei relatori, nella legge di stabilità. Nulle o quasi le speranze di approvazione della delega fiscale che la scorsa settimana, al Senato, è stata rinviata in commissione per le divisioni interne al Pdl. C'è infine la legge attuativa dell'introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, da martedì in aula della Camera: su questo provvedimento c'era un accordo tra l'allora maggioranza e l'opposizione per un'approvazione rapida. Il suo destino è in bilico.
Dalla legge sull’incandidabilità, a quella sulla diffamazione: la giustizia - Il decreto delega sull'incandidabilità dei condannati (il cosiddetto 'liste pulite') è stato approvato dall'ultimo Consiglio dei ministri. Ora le commissioni competenti dovranno dare un parere, comunque non vincolante, entro 60 giorni. Il provvedimento può andare avanti lo stesso perché le commissioni potranno comunque dare il proprio parere, non vincolante, anche a Camere sciolte (c'è il precedente della scorsa legislatura, con i decreti attuativi sulla sicurezza del lavoro emanati a Camere sciolte). Se i pareri non verranno forniti il provvedimento potrà comunque entrare in vigore.
I tempi potrebbero diventare stretti per l'esercizio dell'altra delega: quella sul collocamento fuori ruolo dei magistrati. A fortissimo rischio, invece, le norme relative alle toghe 'prestate' alla politica: il ddl è fermo in Senato e probabilmente non ci sarà tempo neanche per il primo via libera in commissione Giustizia. Analogo il discorso per la responsabilità civile dei magistrati, inserita dalla Lega nella Comunitaria 2011 durante l'esame alla Camera. Il testo è fermo al momento per la sessione di bilancio in commissione a Palazzo Madama (insieme alla Comunitaria 2012). Ferma in commissione al Senato sotto il peso di un cospicuo pacchetto di emendamenti la riforma della professione forense. Non vedrà la luce anche laproposta di legge sulla messa alla prova per chi ha compiuto reati con pene sotto i 4 anni. Stessa sorte per la tenuità del fatto, una sorta di depenalizzazione dei reati minimi, e per il Falso in bilancio. Comincia dalla prossima settimana in commissione Giustizia della Camera l'iter del testo sulla diffamazione. Ma è praticamente impossibile che riesca a diventare legge entro la legislatura.
Dalla legge elettorale alle province: le riforme in bilico - La riforma elettorale è ormai su un binario morto, e l'accelerazione verso le elezioni rende impensabile che possa risorgere in extremis. E' quasi certo che non la vedrà l'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione per la riforma dei partiti. Ancora più incerta la sorte del decreto sulle province: il testo scade ai primi di gennaio e, come non bastasse, il Pdl ha annunciato la presentazione di una questione di incostituzionalità che, numeri alla mano, potrebbe decretarne la fine.
Biotestamento - Finirà al Senato, lì dove aveva iniziato il suo concitato iter quasi quattro anni fa, il disegno di legge sul fine vita. Dopo il sì di Palazzo Madama e le modifiche della Camera, il testo è ora di nuovo in commissione Sanità del Senato da più di un anno. Stop anche per il cosiddetto ddl 'Fazio-Balduzzi', con le norme per la sperimentazione clinica e la riforma degli ordini professionali, che doveva completare la 'mini-riforma' avviata con il decreto Balduzzi. Nella tagliola della fine della legislatura cadrù anche due provvedimenti approvati dalla commissione Affari sociali della Camera e pronti per l'Aula: la donazione del corpo post mortem alla ricerca scientifica e la possibilità di donare i farmaci non utilizzati alle Onlus per distribuirli gratuitamente agli indigenti.
Da ddl stabilità a delega fiscale, i nodi economici - La legge di stabilità è una delle poche certezze. Tutti i partiti della (ex) maggioranza hanno assicurato la loro disponibilità ad una approvazione rapida. Corsa contro il tempo, invece, per il decreto Sviluppo, nel quale sono state inserite, tra le altre, le norme sul Ponte sullo stretto di Messina. Lunedì alle 13.30 scadono i termini per la presentazione degli emendamenti in commissione. Il decreto deve essere approvato entro il 18 dicembre, pena decadenza.
Riflettori puntati, poi, sul decreto Ilva (i tempi a disposizione sono pù lunghi, ma in molti chiedono che la sua approvazione avvenga entro dicembre) e il salva-infrazioni, varato giovedì scorso dal Consiglio dei ministri. II 'classico' decreto milleproroghe di fine anno sarà inserito, con un emendamento dei relatori, nella legge di stabilità. Nulle o quasi le speranze di approvazione della delega fiscale che la scorsa settimana, al Senato, è stata rinviata in commissione per le divisioni interne al Pdl. C'è infine la legge attuativa dell'introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, da martedì in aula della Camera: su questo provvedimento c'era un accordo tra l'allora maggioranza e l'opposizione per un'approvazione rapida. Il suo destino è in bilico.
Dalla legge sull’incandidabilità, a quella sulla diffamazione: la giustizia - Il decreto delega sull'incandidabilità dei condannati (il cosiddetto 'liste pulite') è stato approvato dall'ultimo Consiglio dei ministri. Ora le commissioni competenti dovranno dare un parere, comunque non vincolante, entro 60 giorni. Il provvedimento può andare avanti lo stesso perché le commissioni potranno comunque dare il proprio parere, non vincolante, anche a Camere sciolte (c'è il precedente della scorsa legislatura, con i decreti attuativi sulla sicurezza del lavoro emanati a Camere sciolte). Se i pareri non verranno forniti il provvedimento potrà comunque entrare in vigore.
I tempi potrebbero diventare stretti per l'esercizio dell'altra delega: quella sul collocamento fuori ruolo dei magistrati. A fortissimo rischio, invece, le norme relative alle toghe 'prestate' alla politica: il ddl è fermo in Senato e probabilmente non ci sarà tempo neanche per il primo via libera in commissione Giustizia. Analogo il discorso per la responsabilità civile dei magistrati, inserita dalla Lega nella Comunitaria 2011 durante l'esame alla Camera. Il testo è fermo al momento per la sessione di bilancio in commissione a Palazzo Madama (insieme alla Comunitaria 2012). Ferma in commissione al Senato sotto il peso di un cospicuo pacchetto di emendamenti la riforma della professione forense. Non vedrà la luce anche laproposta di legge sulla messa alla prova per chi ha compiuto reati con pene sotto i 4 anni. Stessa sorte per la tenuità del fatto, una sorta di depenalizzazione dei reati minimi, e per il Falso in bilancio. Comincia dalla prossima settimana in commissione Giustizia della Camera l'iter del testo sulla diffamazione. Ma è praticamente impossibile che riesca a diventare legge entro la legislatura.
Dalla legge elettorale alle province: le riforme in bilico - La riforma elettorale è ormai su un binario morto, e l'accelerazione verso le elezioni rende impensabile che possa risorgere in extremis. E' quasi certo che non la vedrà l'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione per la riforma dei partiti. Ancora più incerta la sorte del decreto sulle province: il testo scade ai primi di gennaio e, come non bastasse, il Pdl ha annunciato la presentazione di una questione di incostituzionalità che, numeri alla mano, potrebbe decretarne la fine.
Biotestamento - Finirà al Senato, lì dove aveva iniziato il suo concitato iter quasi quattro anni fa, il disegno di legge sul fine vita. Dopo il sì di Palazzo Madama e le modifiche della Camera, il testo è ora di nuovo in commissione Sanità del Senato da più di un anno. Stop anche per il cosiddetto ddl 'Fazio-Balduzzi', con le norme per la sperimentazione clinica e la riforma degli ordini professionali, che doveva completare la 'mini-riforma' avviata con il decreto Balduzzi. Nella tagliola della fine della legislatura cadrù anche due provvedimenti approvati dalla commissione Affari sociali della Camera e pronti per l'Aula: la donazione del corpo post mortem alla ricerca scientifica e la possibilità di donare i farmaci non utilizzati alle Onlus per distribuirli gratuitamente agli indigenti.