Bersani trionfa alle primarie. Oltre il 60% di voti per lui

Politica

A scrutinio quasi ultimato il segretario del Pd vince la consultazione sul candidato premier del centrosinistra. E ora guarda alle elezioni: "Dobbiamo vincere senza raccontare favole". Il sindaco di Firenze riconosce la sconfitta

E’ un trionfo quello del segretario del Pd Pier Luigi Bersani che vince le primarie del centrosinistra con oltre il 60% dei voti, contro il 39% circa dello sfidante Matteo Renzi. Il segretario si aggiudica tutte le regioni italiane tranne la Toscana e ottiene consensi record in tutto il Sud. Calabria, Sardegna, Basilicata e Puglia possono essere considerati i fortini di Bersani in questa consultazione.

Bersani: "Vincere senza raccontare favole" - "Ora vincere senza raccontare favole" è l’obiettivo del candidato premier del centrosinistra per le prossime politiche. Al cinema Capranica dove il segretario ha tenuto il suo discorso alle 22 tanti volti vecchi e nuovi del Pd e del centrosinistra. C'è Massimo D'Alema che si dice finalmente "rilassato" dopo la sconfitta del sindaco di Firenze, ci sono Giuseppe Fioroni e Rosy Bindi, si nota l'assenza di Walter Veltroni mentre Nichi Vendola si fa largo tra la folla per abbracciare l'alleato. Ma sul palco Bersani, che ribadisce di non credere "all'uomo solo al comando", fa salire solo, alla fine, i tre 'giovani' del suo comitato elettorale. Un chiaro messaggio al fatto che il rinnovamento si farà, anche se Matteo Renzi ha perso, e che la coalizione dei progressisti non sarà il carrozzone di 12 alleati dell'Unione. Ma certo ci sarà il profumo di sinistra che Bersani garantisce a Vendola di "avercelo addosso".

Il Pd guarda al rinnovamento - E' presto per dire come, in caso di vittoria, Bersani coinvolgerà il sindaco di Firenze ma tutti, anche D'Alema, considerano il sindaco "una risorsa preziosa" per trainare al Pd voti nuovi o di delusi che si erano allontanati dai democratici. "A Renzi riconosco una presenza forte e fresca nelle primarie, ha dato un contributo grande per dare senso alle primarie e farle vivere in modo vero" è il tributo che il neo candidato premier del centrosinistra gli riconosce dal palco, aggiungendo che presto faranno il pranzo insieme a lungo rinviato. Per i 'maggiorenti' del Pd, tutti schierati con Bersani alle primarie, non è ancora tempo per capire quanto gli equilibri interni del partito cambieranno. Quello che, invece, è a tutti più chiaro è che, anche se il Pdl insistesse per l'election day a febbraio, il voto anticipato non sarebbe un male per il Pd che anzi potrebbe sfruttare l'onda lunga dell'effetto mobilitazione delle primarie. "Un paio di giorni per riposarsi - è l'appuntamento che dà Bersani a sostenitori e militanti - e poi si ricomincia con la battaglia vera. Serve tutto l'impegno perché saremo insieme, le primarie insegnano che dobbiamo credere nella nostra gente. E dobbiamo essere tranquilli, forti e sereni".

Renzi: "Abbiamo perso, ho sbagliato" - Il sindaco di Firenze da parte sua, ha ammesso la sconfitta quasi a seggi ancora aperti. Alle 20.19, dopo due mesi e mezzo di campagna elettorale, ventimila chilometri in camper attraversando 108 province, il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha twittatto il suo "Grazie di cuore" a chi ha tifato per lui: "Era giusto provarci - ha scritto - e' stato bello farlo insieme". Poi è salito sul palco del comitato elettorale, a Firenze: "Ho appena chiamato Bersani per fargli i complimenti. La sua è  stata una vittoria netta. Nessuna regola diversa avrebbe potuto mettere in discussione" questo risultato.  "Qualcosa abbiamo sbagliato - ha ammesso Renzi - io ho sbagliato. Voglio chiedervi scusa". Se "ho perso", ha spiegato, è perché "la nostra idea non è stata vincente" e perché "non sono riuscito a scrollarmi di dosso l'immagine del ragazzetto ambizioso".

Da oggi Renzi torna ad essere "un semplice militante" e soprattutto il "sindaco di Firenze" 24 ore su 24. "Sarò leale a Bersani", ha poi ribadito. Però, ha avvertito, a questa esperienza non metterà "fine". "Abbiamo provato a cambiare la politica, non ce l'abbiamo fatta - ha spiegato - ora dimostriamo che la politica non ha cambiato noi. E' bene che da domani, smaltita la delusione, si riprenda il cammino. Abbiamo tre cose dalla nostra parte: l'entusiasmo, il tempo, la libertà".

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