Il segretario minaccia su Twitter il passo indietro con un riferimento al finanziere Alessandro Proto. "Bene! Anche io faccio lo stesso", risponde Giorgia Meloni. Sgarbi si ritira dalla corsa. Mentre Berlusconi nomina il comitato dei garanti
Sta entrando nel vivo il dibattito per le primarie del Pdl, fissate per il prossimo 16 dicembre, con il segretario del partito Angelino Alfano che minaccia di non presentarsi alla consultazione se saranno in lizza anche indagati, con chiaro riferimento al finanziere Alessandro Proto.
Proto, che aveva annunciato la sua candidatura alle primarie, è indagato dalla procura di Milano con le ipotesi di reato di truffa e aggiotaggio. Alfano ha scritto su Twitter: "Non parteciperò alle primarie se ci saranno candidati indagati. Decida il comitato dei garanti".
Berlusconi nomina il comitato dei garanti - Il comitato dei garanti per le primarie è stato nominato da Silvio Berlusconi, dando seguito alle deliberazioni dell'Ufficio di presidenza del Pdl, ed ha come presidente Lamberto Dini. Sulla questione della candidatura di Proto è intervenuta anche un'altra candidata alle primarie Giorgia Meloni, la quale rilancia invocando lo stesso rigore anche nelle candidature per le elezioni politiche di primavera. Risponde ad Alfano sempre su Twitter infatti così: "Bene! Non mi candido neanche io, alle primarie, se ci sono indagati in lista. Domanda: il criterio varrà anche per le politiche?"
La Commissione di garanzia decisa da Berlusconi sarà composta, oltre che da Dini, dai seguenti membri: Antonio Leone (vicepresidente della Camera), Donato Bruno (presidente della commissione Affari costituzionali della Camera), Alberto Balboni (vicepresidente della giunta delle Immunità del Senato) e Francesco Sisto (vicepresidente della iunta Autorizzazioni della Camera). I membri supplenti sono Andrea Orsini e Maria Elena Stasi.
Proto: "Non me ne frega niente di quello che dice Alfano" - E in serata arriva la risposta, dura, di Alessandro Proto: "Confermo la mia candidatura. Non me ne frega nulla di quello che dice Alfano". "Queste primarie sono una buffonata e ce ne accorgiamo ora dopo ora. - attacca Proto - Quando ho formalizzato che avevo raggiunto 10.000 firme dopo un'ora c'era la notizia che ero indagato dovunque, dalle agenzie ai giornali. A questo punto - continua Proto alla trasmissione radio La Zanzara - Mi auguro di essere indagato, cosi vedremo cosa fa Alfano. Il Pdl èun partito che non esiste più, è morto e mi candido per fare qualcosa di buono e di positivo".
Sul Pdl sostiene che "all'interno del Pdl il leader è sempre Berlusconi e se rifà Forza Italia io vado con lui. La cosa strana e' che Berlusconi non si esprime - conclude Proto - non è ammissibile che il Pdl passi da Berlusconi ad Alfano. Alfano no può fare quelle dichiarazioni quando Berlusconi, unico leader, lo è (indagato, ndr). Io non voto al centro sinistra e se fosse voterei Alfano
Sgarbi si ritira dalle primarie: “Pdl non esiste più” - Vittorio Sgarbi, fondatore del Partito della Rivoluzione (costituito lo scorso luglio a Roma), "disgustato dalle dichiarazioni del segretario del Pdl Alfano", ritira la propria candidatura alle Primarie del Pdl, per la quale erano state già raccolte migliaia di firme dalla Sicilia al Piemonte. "Preso atto - spiega Sgarbi - che il candidato Alfano stabilisce condizioni che precluderebbero la competizione al fondatore del suo partito, Silvio Berlusconi, indagato e condannato, e che, senza vergogna, esibisce una questione morale avendo come compagni di partito numerosi inquisiti, rinviati a giudizio e condannati (che non hanno reagito al suo penoso ultimatum), e il fratello sotto inchiesta nell'ambito di una indagine sulla compravendita di esami all'Università di Palermo, disgustato di vedere il mio nome al fianco del suo, non posso partecipare alle Primarie del Pdl, e mi riservo di valutare qualunque iniziativa venga direttamente promossa da Silvio Berlusconi. Vedo che la partita in un partito morto - argomenta Sgarbi - si gioca tra un Segretario di inquisiti che esibisce una doppia morale, e una rivale che non è indagata ma non è neppure laureata. E' troppo. Il Pdl non esiste più. Per un persona libera, candidarsi alle primarie è accanimento terapeutico. Meglio l'ultimo degli inquisiti che l'ipocrita Alfano. L'inquisito potrebbe essere innocente, Alfano è colpevole di aver ucciso un partito".
Proto, che aveva annunciato la sua candidatura alle primarie, è indagato dalla procura di Milano con le ipotesi di reato di truffa e aggiotaggio. Alfano ha scritto su Twitter: "Non parteciperò alle primarie se ci saranno candidati indagati. Decida il comitato dei garanti".
Berlusconi nomina il comitato dei garanti - Il comitato dei garanti per le primarie è stato nominato da Silvio Berlusconi, dando seguito alle deliberazioni dell'Ufficio di presidenza del Pdl, ed ha come presidente Lamberto Dini. Sulla questione della candidatura di Proto è intervenuta anche un'altra candidata alle primarie Giorgia Meloni, la quale rilancia invocando lo stesso rigore anche nelle candidature per le elezioni politiche di primavera. Risponde ad Alfano sempre su Twitter infatti così: "Bene! Non mi candido neanche io, alle primarie, se ci sono indagati in lista. Domanda: il criterio varrà anche per le politiche?"
La Commissione di garanzia decisa da Berlusconi sarà composta, oltre che da Dini, dai seguenti membri: Antonio Leone (vicepresidente della Camera), Donato Bruno (presidente della commissione Affari costituzionali della Camera), Alberto Balboni (vicepresidente della giunta delle Immunità del Senato) e Francesco Sisto (vicepresidente della iunta Autorizzazioni della Camera). I membri supplenti sono Andrea Orsini e Maria Elena Stasi.
Proto: "Non me ne frega niente di quello che dice Alfano" - E in serata arriva la risposta, dura, di Alessandro Proto: "Confermo la mia candidatura. Non me ne frega nulla di quello che dice Alfano". "Queste primarie sono una buffonata e ce ne accorgiamo ora dopo ora. - attacca Proto - Quando ho formalizzato che avevo raggiunto 10.000 firme dopo un'ora c'era la notizia che ero indagato dovunque, dalle agenzie ai giornali. A questo punto - continua Proto alla trasmissione radio La Zanzara - Mi auguro di essere indagato, cosi vedremo cosa fa Alfano. Il Pdl èun partito che non esiste più, è morto e mi candido per fare qualcosa di buono e di positivo".
Sul Pdl sostiene che "all'interno del Pdl il leader è sempre Berlusconi e se rifà Forza Italia io vado con lui. La cosa strana e' che Berlusconi non si esprime - conclude Proto - non è ammissibile che il Pdl passi da Berlusconi ad Alfano. Alfano no può fare quelle dichiarazioni quando Berlusconi, unico leader, lo è (indagato, ndr). Io non voto al centro sinistra e se fosse voterei Alfano
Sgarbi si ritira dalle primarie: “Pdl non esiste più” - Vittorio Sgarbi, fondatore del Partito della Rivoluzione (costituito lo scorso luglio a Roma), "disgustato dalle dichiarazioni del segretario del Pdl Alfano", ritira la propria candidatura alle Primarie del Pdl, per la quale erano state già raccolte migliaia di firme dalla Sicilia al Piemonte. "Preso atto - spiega Sgarbi - che il candidato Alfano stabilisce condizioni che precluderebbero la competizione al fondatore del suo partito, Silvio Berlusconi, indagato e condannato, e che, senza vergogna, esibisce una questione morale avendo come compagni di partito numerosi inquisiti, rinviati a giudizio e condannati (che non hanno reagito al suo penoso ultimatum), e il fratello sotto inchiesta nell'ambito di una indagine sulla compravendita di esami all'Università di Palermo, disgustato di vedere il mio nome al fianco del suo, non posso partecipare alle Primarie del Pdl, e mi riservo di valutare qualunque iniziativa venga direttamente promossa da Silvio Berlusconi. Vedo che la partita in un partito morto - argomenta Sgarbi - si gioca tra un Segretario di inquisiti che esibisce una doppia morale, e una rivale che non è indagata ma non è neppure laureata. E' troppo. Il Pdl non esiste più. Per un persona libera, candidarsi alle primarie è accanimento terapeutico. Meglio l'ultimo degli inquisiti che l'ipocrita Alfano. L'inquisito potrebbe essere innocente, Alfano è colpevole di aver ucciso un partito".