Fini apre ad Alfano: "La sfida è liberarsi da estremisti"
PoliticaIl presidente della Camera segue "con interesse" il confronto nel Pdl e chiede chiarezza sul rapporto "con l'azione riformatrice del governo Monti". Intanto il segretario getta acqua sul fuoco sui suoi rapporti con Berlusconi: "Lealtà e rispetto assoluti"
Per aprire una "nuova pagina per i moderati italiani" il Pdl deve innanzitutto chiarire il suo rapporto con il governo Monti e liberarsi da esponenti estremisti, populisti e antieuropei. E' quanto scrive in una nota il presidente della Camera Gianfranco Fini all’indomani del vertice di Palazzo Grazioli in cui è andato in scena lo scontro tra Berlusconi e Alfano.
Fini si dice "lieto" se il partito continuerà anche dopo le elezioni la campagna di riforme intrapresa dall'attuale esecutivo guidato da Mario Monti e chiarisce: "Il vero banco di prova per Alfano non è nella definizione delle regole per le primarie, ma nel far chiarezza sul rapporto col Governo Monti e soprattutto sulla necessità per l'Italia di continuarne l'azione riformatrice anche dopo le elezioni".
"L'aspro confronto in corso nel Pdl va seguito con interesse per capire se emergerà una identità politica veramente in sintonia con il Ppe e quindi, in quanto tale, alternativa in termini programmatici alle sinistre e mille miglia lontana dalla demagogia estremista, populista e antieuropea di tanti esponenti del Pdl e della totalità della Lega", aggiunge Fini.
Il Pdl è alla ricerca di un candidato premier da presentare al voto in primavera, mentre i sondaggi danno il partito in netto calo di consensi. Nell'ultimo pubblicato oggi da Swg per Agorà il Pdl è dato al 14,7%.
Berlusconi, in un primo momento restio alla soluzione delle primarie ha poi ceduto alla linea del segretario. E Alfano ci tiene a smorzare le voci sulle tensioni con il fondatore. "Occorre che alcuni quotidiani si mettano d'accordo con se stessi. Quando il Pdl non discute (o a loro pare che non discuta), allora siamo descritti come una caserma. Quando invece c'è una discussione aperta, limpida e trasparente, allora siamo descritti come un partito in preda a una rissa – scrive il segretario in una nota - E' un giochino mediatico che non sta in piedi". "Quanto poi al presidente Berlusconi e a me – prosegue Alfano - il nostro e' un rapporto di lealtà e di rispetto assoluti e reciproci. Come capita nella normalità della vita di una famiglia, nelle discussioni appassionate che accadono nelle case di ciascuno di noi, possiamo permetterci di ragionare e di cercare insieme le soluzioni migliori, ma sempre sicuri di farlo con affetto e sostegno vicendevole".
Fini si dice "lieto" se il partito continuerà anche dopo le elezioni la campagna di riforme intrapresa dall'attuale esecutivo guidato da Mario Monti e chiarisce: "Il vero banco di prova per Alfano non è nella definizione delle regole per le primarie, ma nel far chiarezza sul rapporto col Governo Monti e soprattutto sulla necessità per l'Italia di continuarne l'azione riformatrice anche dopo le elezioni".
"L'aspro confronto in corso nel Pdl va seguito con interesse per capire se emergerà una identità politica veramente in sintonia con il Ppe e quindi, in quanto tale, alternativa in termini programmatici alle sinistre e mille miglia lontana dalla demagogia estremista, populista e antieuropea di tanti esponenti del Pdl e della totalità della Lega", aggiunge Fini.
Il Pdl è alla ricerca di un candidato premier da presentare al voto in primavera, mentre i sondaggi danno il partito in netto calo di consensi. Nell'ultimo pubblicato oggi da Swg per Agorà il Pdl è dato al 14,7%.
Berlusconi, in un primo momento restio alla soluzione delle primarie ha poi ceduto alla linea del segretario. E Alfano ci tiene a smorzare le voci sulle tensioni con il fondatore. "Occorre che alcuni quotidiani si mettano d'accordo con se stessi. Quando il Pdl non discute (o a loro pare che non discuta), allora siamo descritti come una caserma. Quando invece c'è una discussione aperta, limpida e trasparente, allora siamo descritti come un partito in preda a una rissa – scrive il segretario in una nota - E' un giochino mediatico che non sta in piedi". "Quanto poi al presidente Berlusconi e a me – prosegue Alfano - il nostro e' un rapporto di lealtà e di rispetto assoluti e reciproci. Come capita nella normalità della vita di una famiglia, nelle discussioni appassionate che accadono nelle case di ciascuno di noi, possiamo permetterci di ragionare e di cercare insieme le soluzioni migliori, ma sempre sicuri di farlo con affetto e sostegno vicendevole".