Il segretario: “Ma adesso niente giochini, le primarie non si fanno per fare dei bilancini”. E a Vendola che gli chiede di scegliere tra lui o Casini: “Non butto nessuno dalla torre”. Il sindaco di Firenze: “Se perdo né ministro né sottosegretario”
"Abbiamo un sacco di sindaci che sono enormi risorse: certamente Renzi e tanti altri amministratori. Volete mica fare il giochino del governo adesso?". Così Pier Luigi Bersani, leader del Pd, ha risposto a Torino ai cronisti che gli chiedevano se in suo eventuale futuro governo ci sarebbe posto per Matteo Renzi. "Sia io che Renzi - ha spiegato Bersani (guarda il servizio di SkyTG24) - abbiamo detto le cose chiaramente, e credo che le pensi anche Vendola: qui le primarie non si fanno per fare dei bilancini. Le primarie (vai allo speciale) servono per scegliere il candidato progressista, punto". Poi ha aggiunto: "Io non ho nessun pregiudizio verso chi voterà Renzi o Vendola o altri. Basta capire che le primarie non sono un giochino per aggiustarsi".
Poco prima il segretario democratico aveva espresso lo stesso concetto anche in una videochat sulla Stampa.it: “Io non parto dal presupposto, come penso Renzi non parta dal presupposto, che noi poi dobbiamo aggiustare le cose il giorno dopo. Non sarebbe serio”. Ma sull'eventualità che Renzi potesse essere un suo ministro aveva assicurato: "Non ho nessun pregiudizio".
A questa ipotesi ha però voluto rispondere subito il sindaco di Firenze: "Lo ripeto ancora una volta. Se noi perderemo le primarie saremo leali con chi le ha vinte. Staremo quindi al fianco di chi ha vinto, senza liste né giochi strani. Però io non farò né il ministro, né il sottosegretario, né il parlamentare. Credo infatti che chi perde le primarie debba dare una mano a chi ha vinto ma senza premi di consolazione".
"O Vendola o Casini? No al gioco della torre" - Bersani poi, sempre da Torino, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano un commento all’out out di Vendola, che in giornata gli ha chiesto di scegliere tra lui e Casini: "Il gioco della torre qui non vale. Io faccio l'accordo con Vendola, organizzo con lui, e non solo con lui, il campo dei progressisti e poi voglio convincerlo, ma credo ne sia convinto, che questo campo dei progressisti deve presentarsi in modo aperto, dialogante con tutte le forze europeiste di centro anche moderato". Forze, ha aggiunto Bersani, "che non vogliono correre la cavallina del leghismo, del berlusconismo, perché regali a quel fronte non possiamo farne. Non facciamo delle ammucchiate - ha concluso - stiamo parlando di campi diversi, che però devono dialogare".
"Non mi ricandiderò a segretario" - Parlando poi a margine di una visita al nuovo polo universitario di Lungo Dora Siena a Torino, Bersani ha anche confermato che non intende ricandidarsi al prossimo congresso. "Non mi ricandiderò segretario, credo che al prossimo congresso debba girare la ruota". "Io adesso sono segretario fino al prossimo congresso", ha aggiunto ricordando che "non c'entrano le primarie con il congresso del Pd, ma sono fatte da tutti i progressisti, non solo da quelli del Pd, per scegliere il candidato dei progressisti alla guida del governo del Paese".
Poco prima il segretario democratico aveva espresso lo stesso concetto anche in una videochat sulla Stampa.it: “Io non parto dal presupposto, come penso Renzi non parta dal presupposto, che noi poi dobbiamo aggiustare le cose il giorno dopo. Non sarebbe serio”. Ma sull'eventualità che Renzi potesse essere un suo ministro aveva assicurato: "Non ho nessun pregiudizio".
A questa ipotesi ha però voluto rispondere subito il sindaco di Firenze: "Lo ripeto ancora una volta. Se noi perderemo le primarie saremo leali con chi le ha vinte. Staremo quindi al fianco di chi ha vinto, senza liste né giochi strani. Però io non farò né il ministro, né il sottosegretario, né il parlamentare. Credo infatti che chi perde le primarie debba dare una mano a chi ha vinto ma senza premi di consolazione".
"O Vendola o Casini? No al gioco della torre" - Bersani poi, sempre da Torino, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano un commento all’out out di Vendola, che in giornata gli ha chiesto di scegliere tra lui e Casini: "Il gioco della torre qui non vale. Io faccio l'accordo con Vendola, organizzo con lui, e non solo con lui, il campo dei progressisti e poi voglio convincerlo, ma credo ne sia convinto, che questo campo dei progressisti deve presentarsi in modo aperto, dialogante con tutte le forze europeiste di centro anche moderato". Forze, ha aggiunto Bersani, "che non vogliono correre la cavallina del leghismo, del berlusconismo, perché regali a quel fronte non possiamo farne. Non facciamo delle ammucchiate - ha concluso - stiamo parlando di campi diversi, che però devono dialogare".
"Non mi ricandiderò a segretario" - Parlando poi a margine di una visita al nuovo polo universitario di Lungo Dora Siena a Torino, Bersani ha anche confermato che non intende ricandidarsi al prossimo congresso. "Non mi ricandiderò segretario, credo che al prossimo congresso debba girare la ruota". "Io adesso sono segretario fino al prossimo congresso", ha aggiunto ricordando che "non c'entrano le primarie con il congresso del Pd, ma sono fatte da tutti i progressisti, non solo da quelli del Pd, per scegliere il candidato dei progressisti alla guida del governo del Paese".