Al segretario della Lega Maroni, che al Corriere aveva detto: "Una mia candidatura? Ne sarei onorato", il Governatore replica: "Sarebbe irrituale". Intanto spunta una nuova inchiesta in Lombardia: indagati i vertici della Compagnia delle Opere di Bergamo
"Dopo le dimissioni consegnate nelle mani del capogruppo del Pdl dai consiglieri, questa legislatura è giunta al termine". Così il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, nel suo intervento in consiglio regionale. "Alla decisione assunta ieri dai consiglieri del Pdl, mi auguro ne segua una analoga da parte di almeno altri 15 consiglieri per porre termine in tempi rapidissimi a questa legislatura. Ribadisco il mio personale apprezzamento per questo gesto di grande responsabilità da parte del Pdl che testimonia anche la volontà di volere continuare a fare politica".
Formigoni, che è stato contestato dalle opposizioni che hanno appeso in aula lo striscione "Formigoni dimettiti", ha poi auspicato di voler andare al voto "in tempi rapidissimi" e ha anche annunciato: "Questa settimana procederò a dar vita a una nuova giunta" che sarà "completamente rinnovata, di persone esterne alla politica".
"Prima di sciogliere il Consiglio Regionale per andare alle elezioni", ha aggiunto, "è opportuno correggere la legge elettorale", eliminando il listino bloccato. "Si può fare in tempi rapidissimi e nel corso di questa settimana è possibile cambiare la legge eliminando i listini, poi scatteranno le dimissioni dei consiglieri".
Ma intanto una nuova bufera giudiziaria sembra abbattersi sulla Regione Lombardia. Da un ramo dell'inchiesta che ha coinvolto l'ex assessore Nicoli Cristiani, sono finiti indagati i vertici della Compagnia delle Opere di Bergamo. Secondo i pm, gli amministratori della Regione avrebbero favorito un imprenditore con atti "contrati ai loro doveri di ufficio".
Maroni candidato: botta e risposta con Formigoni - Il discorso del governatore lombardo arriva nello stesso giorno in cui diversi esponenti della mggioranza di centrodestra parlano già dei suoi possibili successori. A cominciare dall'ex sindaco di Milano Albertini (che a SkyTG24 conferma la possibilità di una sua candidatura anche contro un leghista: l'intervista) e dallo stesso Maroni.
"La massima ambizione di un federalista, senza dubbio, è quella di poter governare la propria Regione - dice Roberto Maroni in un'intervista al Corriere della Sera- Per quanto mi riguarda, ne sarei onorato, e posso anche dire che sarebbe per me certamente più importante e gratificante che non fare il ministro" (la rassegna stampa video). Tuttavia, il segretario della Lega assicura che "non è certo una questione personale".
Un'uscita non apprezzata dal governatore uscente: "Ritengo irrituale che il capo di un partito che ha fatto cadere la Giunta che ha lavorato bene possa pretendere di essere il candidato", aggiungendo che la Lega, secondo Formigoni "è difficile possa esprimere anche il candidato".
"Non spetta a Formigoni dire se posso candidarmi", la controreplica di Maroni.
Albertini: "Solo col Pdl non mi candido" - "Il Pdl è ancora il mio partito: non ho certo stracciato la tessera, ma da solo il Pdl non basta a convincermi a candidarmi", dice invece a SkyTG24 l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, europarlamentare Pdl sulla sua candidatura alla presidenza della Regione Lombardia.
Gelmini: "La mia candidatura non è sul tavolo" - E a proposito di possibili candidature nel centrodestra, l'ex ministro Mariastella Gelmini in una intervista alla Stampa spiega che il suo nome "non è sul tavolo", mentre quello di Gabriele Albertini "risponde al criterio di riunificazione del centrodestra". "Un leghista in corsa? - aggiunge. - Il Pdl può esprimere candidature di alto livello". Gelmini dice poi no al criterio di genere: "Puntare su una donna? Non sono queste le cose importanti". "Alfano, Berlusconi e tutto il Pdl sono a fianco del presidente Formigoni", assicura poi Gelmini dopo la riunione del partito che ha avuto come esito, ribadisce, il "pieno sostegno a Formigoni", il quale, aggiunge l'ex ministro, "ha ragione, bisogna votare il prima possibile". "Ma noi - sottolinea comunque - vogliamo in ogni caso trovare un accordo con la Lega. E' stata nostra alleata per tanti anni, in Lombardia e a Roma". "Niente strappi", aggiunge Gelmini, neppure in Veneto e in Piemonte, "l'esperienza - assicura - continuerà".
Nuova inchiesta, indagati vertici Compagnia delle Opere - Intanto non si fermano le inchieste intorno alla Regione Lombardia. Il presidente e l'ex vice presidente della Compagnia delle Opere di Bergamo sono indagati per corruzione nell'ambito di uno sviluppo dell'inchiesta che ha coinvolto anche l'ex assessore regionale del Pdl, Franco Nicoli Cristiani, accusato di presunte tangenti in un traffico illecito di rifiuti. Lo hanno riferito fonti giudiziarie aggiungendo che a carico dei due - Rossano Breno e Luigi Brambilla, rispettivamente attuale presidente ed ex vice presidente – ci sono state delle perquisizioni.
La Guardia di Finanza fa sapere che l'inchiesta "è rivolta a raccogliere elementi investigativi in ordine ad una vicenda relativa al rilascio dell'autorizzazione regionale per l'apertura di una discarica di amianto in provincia di Cremona".
Nel decreto di perquisizione sul caso Nicoli Cristiani, la procura scrive che gli amministratori della Regione Lombardia avrebbero favorito "con atti contrari ai doveri d'ufficio" gli interessi dell'imprenditore Pierluca Locatelli e nella vicenda c'è anche "un diretto coinvolgimento" dei vertici della Compagnia delle Opere di Bergamo.
Formigoni, che è stato contestato dalle opposizioni che hanno appeso in aula lo striscione "Formigoni dimettiti", ha poi auspicato di voler andare al voto "in tempi rapidissimi" e ha anche annunciato: "Questa settimana procederò a dar vita a una nuova giunta" che sarà "completamente rinnovata, di persone esterne alla politica".
"Prima di sciogliere il Consiglio Regionale per andare alle elezioni", ha aggiunto, "è opportuno correggere la legge elettorale", eliminando il listino bloccato. "Si può fare in tempi rapidissimi e nel corso di questa settimana è possibile cambiare la legge eliminando i listini, poi scatteranno le dimissioni dei consiglieri".
Ma intanto una nuova bufera giudiziaria sembra abbattersi sulla Regione Lombardia. Da un ramo dell'inchiesta che ha coinvolto l'ex assessore Nicoli Cristiani, sono finiti indagati i vertici della Compagnia delle Opere di Bergamo. Secondo i pm, gli amministratori della Regione avrebbero favorito un imprenditore con atti "contrati ai loro doveri di ufficio".
Maroni candidato: botta e risposta con Formigoni - Il discorso del governatore lombardo arriva nello stesso giorno in cui diversi esponenti della mggioranza di centrodestra parlano già dei suoi possibili successori. A cominciare dall'ex sindaco di Milano Albertini (che a SkyTG24 conferma la possibilità di una sua candidatura anche contro un leghista: l'intervista) e dallo stesso Maroni.
"La massima ambizione di un federalista, senza dubbio, è quella di poter governare la propria Regione - dice Roberto Maroni in un'intervista al Corriere della Sera- Per quanto mi riguarda, ne sarei onorato, e posso anche dire che sarebbe per me certamente più importante e gratificante che non fare il ministro" (la rassegna stampa video). Tuttavia, il segretario della Lega assicura che "non è certo una questione personale".
Un'uscita non apprezzata dal governatore uscente: "Ritengo irrituale che il capo di un partito che ha fatto cadere la Giunta che ha lavorato bene possa pretendere di essere il candidato", aggiungendo che la Lega, secondo Formigoni "è difficile possa esprimere anche il candidato".
"Non spetta a Formigoni dire se posso candidarmi", la controreplica di Maroni.
Albertini: "Solo col Pdl non mi candido" - "Il Pdl è ancora il mio partito: non ho certo stracciato la tessera, ma da solo il Pdl non basta a convincermi a candidarmi", dice invece a SkyTG24 l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, europarlamentare Pdl sulla sua candidatura alla presidenza della Regione Lombardia.
Gelmini: "La mia candidatura non è sul tavolo" - E a proposito di possibili candidature nel centrodestra, l'ex ministro Mariastella Gelmini in una intervista alla Stampa spiega che il suo nome "non è sul tavolo", mentre quello di Gabriele Albertini "risponde al criterio di riunificazione del centrodestra". "Un leghista in corsa? - aggiunge. - Il Pdl può esprimere candidature di alto livello". Gelmini dice poi no al criterio di genere: "Puntare su una donna? Non sono queste le cose importanti". "Alfano, Berlusconi e tutto il Pdl sono a fianco del presidente Formigoni", assicura poi Gelmini dopo la riunione del partito che ha avuto come esito, ribadisce, il "pieno sostegno a Formigoni", il quale, aggiunge l'ex ministro, "ha ragione, bisogna votare il prima possibile". "Ma noi - sottolinea comunque - vogliamo in ogni caso trovare un accordo con la Lega. E' stata nostra alleata per tanti anni, in Lombardia e a Roma". "Niente strappi", aggiunge Gelmini, neppure in Veneto e in Piemonte, "l'esperienza - assicura - continuerà".
Nuova inchiesta, indagati vertici Compagnia delle Opere - Intanto non si fermano le inchieste intorno alla Regione Lombardia. Il presidente e l'ex vice presidente della Compagnia delle Opere di Bergamo sono indagati per corruzione nell'ambito di uno sviluppo dell'inchiesta che ha coinvolto anche l'ex assessore regionale del Pdl, Franco Nicoli Cristiani, accusato di presunte tangenti in un traffico illecito di rifiuti. Lo hanno riferito fonti giudiziarie aggiungendo che a carico dei due - Rossano Breno e Luigi Brambilla, rispettivamente attuale presidente ed ex vice presidente – ci sono state delle perquisizioni.
La Guardia di Finanza fa sapere che l'inchiesta "è rivolta a raccogliere elementi investigativi in ordine ad una vicenda relativa al rilascio dell'autorizzazione regionale per l'apertura di una discarica di amianto in provincia di Cremona".
Nel decreto di perquisizione sul caso Nicoli Cristiani, la procura scrive che gli amministratori della Regione Lombardia avrebbero favorito "con atti contrari ai doveri d'ufficio" gli interessi dell'imprenditore Pierluca Locatelli e nella vicenda c'è anche "un diretto coinvolgimento" dei vertici della Compagnia delle Opere di Bergamo.