I fondi, ottenuti dalla riduzione dei contributi in favore dei partiti, saranno destinati a Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Umbria e Abruzzo. Una frase di Gabrielli scatena le polemiche: "Gli emiliani hanno reagito meglio degli aquilani" al terremoto
91 milioni di euro ottenuti dalla riduzione dei contributi in favore dei partiti e dei movimenti politici. E' la somma che il governo ha deciso di destinare in favore delle Regioni (Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Umbria e Abruzzo) colpite da eventi sismici. Lo rende noto lo stesso governo, che spiega che "in particolare sono interessati dal provvedimento i comuni colpiti dal terremoto nelle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo il 20 e 29 maggio 2012 a cui sono destinati oltre 61 milioni di euro; i comuni dell'Umbria a causa del sisma del 15 dicembre 2009 a cui sono destinati 20 milioni di euro, e, infine, gli eventi simici che hanno interessato la provincia dell'Aquila e gli altri comuni a cui sono destinati 10 milioni di euro. Il decreto - conclude il comunicato - sarà a breve pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale".
"Gli emiliani hanno reagito meglio degli aquilani" al terremoto. Bufera su Gabrielli - Ma mentre il governo sceglie di destinare risorse alle popolazioni colpite è polemica su una frase di Franco Gabrielli: "Gli emiliani hanno reagito meglio degli aquilani" al terremoto dice il capo della Protezione civile in un'intervista, commentando i ritardi nella ricostruzione in Abruzzo dopo il sisma del 2009. Ma non ci stanno le associazioni delle vittime e non ci sta il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente che attacca: "Gabrielli - osserva - ha perso la capacità di avere notizie sulla situazione aquilana, noi abbiamo dovuto inventare come ricostruire. Le città vanno ricostruite dai cittadini non da un potere commissariale. Altro che volontà e progettualità del territorio. Colpa di un Governo e di tutto un meccanismo che ha creato una governance in cui gli enti locali non avevano alcun ruolo.
Monti: "Sulle regioni faremo il possibile per fare la riforma" - Intanto il premier, durante una conferenza stampa, è intervenuto sul disegno di legge che riforma il titolo V della Costituzione (quello cioè dedicato alla ripartizione dei poteri delle regioni). L'esecutivo, ha spiegato Monti, mira a fare "il possibile", con la collaborazione del Parlamento, per far andare in porto il provvedimento entro la fine della legislatura. "Non lo abbiamo presentato a futura memoria", dice il presidente del Consiglio. E a chi gli chiede come mai il governo non lo abbia presentato prima, Monti replica: "Noi non eravamo partiti come governo a proporre modifiche alla Costituzione" L'esecutivo poi si è accorto, ha osservato il premier, che la gestione da parte delle regioni di "alcune materie", come il turismo, le infrastrutture e l'energia "erano di impedimento allo svolgimento di politiche efficaci" e quindi "abbiamo raggiunto la conclusione che era nostro dovere fare il possibile per modificare questo stato di cose".
"Gli emiliani hanno reagito meglio degli aquilani" al terremoto. Bufera su Gabrielli - Ma mentre il governo sceglie di destinare risorse alle popolazioni colpite è polemica su una frase di Franco Gabrielli: "Gli emiliani hanno reagito meglio degli aquilani" al terremoto dice il capo della Protezione civile in un'intervista, commentando i ritardi nella ricostruzione in Abruzzo dopo il sisma del 2009. Ma non ci stanno le associazioni delle vittime e non ci sta il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente che attacca: "Gabrielli - osserva - ha perso la capacità di avere notizie sulla situazione aquilana, noi abbiamo dovuto inventare come ricostruire. Le città vanno ricostruite dai cittadini non da un potere commissariale. Altro che volontà e progettualità del territorio. Colpa di un Governo e di tutto un meccanismo che ha creato una governance in cui gli enti locali non avevano alcun ruolo.
Monti: "Sulle regioni faremo il possibile per fare la riforma" - Intanto il premier, durante una conferenza stampa, è intervenuto sul disegno di legge che riforma il titolo V della Costituzione (quello cioè dedicato alla ripartizione dei poteri delle regioni). L'esecutivo, ha spiegato Monti, mira a fare "il possibile", con la collaborazione del Parlamento, per far andare in porto il provvedimento entro la fine della legislatura. "Non lo abbiamo presentato a futura memoria", dice il presidente del Consiglio. E a chi gli chiede come mai il governo non lo abbia presentato prima, Monti replica: "Noi non eravamo partiti come governo a proporre modifiche alla Costituzione" L'esecutivo poi si è accorto, ha osservato il premier, che la gestione da parte delle regioni di "alcune materie", come il turismo, le infrastrutture e l'energia "erano di impedimento allo svolgimento di politiche efficaci" e quindi "abbiamo raggiunto la conclusione che era nostro dovere fare il possibile per modificare questo stato di cose".