Il Cavaliere conferma il passo indietro e lancia l'appello per riunire il centrodestra: dall'Udc a Montezemolo, Sgarbi, Tremonti fino alla Lega. Fini compreso. E aggiunge: "Non posso permettere che il mio Paese finisca in mano alla sinistra"
Bisogna riunire i moderati. E per farlo è disposto a fare un passo indietro perché "non bisogna lasciare spazio alla sinistra". Il giorno dopo l'annuncio del segretario del Pdl Angelino Alfano, Silvio Berlusconi conferma l'intenzione di non candidarsi alle prossime elezioni politiche. E lo fa prima in un colloquio pubblicato a tutta pagina dal quotidiano Libero (la rassegna stampa), poi intervenendo a La telefonata, la trasmissione di Maurizio Belpietro in onda su Canale 5. Lancia l'ipotesi che Mario Monti possa tornare a essere presidente del Consiglio in caso di vittoria del centrodestra e fa un appello a tutti i moderati. Anche a Gianfranco Fini.
Berlusconi: "Non escludo Monti leader dei moderati"- "E' una linea assolutamente coerente con tutto ciò che è stato fatto da quando nel '94 ho deciso di lasciare il ruolo di imprenditore per scendere in campo (guarda la gallery). Anche allora c'era l'ipotesi che l'Italia fosse consegnata alla sinistra", spiega il Cavaliere. "Il mio appello - aggiunge - è rivolto a tutti i moderati che rappresentano la maggioranza degli italiani e non si riconoscono nella sinistra, guidata dalla Cgil, dalla Fiom e da Vendola".
Alla domanda se Monti possa essere il presidente del Consiglio dei moderati, Berlusconi ha risposto: "Non escludo che possa essere Monti, il quale è sempre stato nel campo dei
liberali e dei moderati. Potrebbe essere lui, ma ci sono anche altri nomi che possono essere condivisi".
Aperture a Udc, Montezemolo e Fini - Questo appello, spiega Berlusconi - è rivolto a un arco di forze che va "dall'Udc a Italia Futura di Montezemolo, da Sgarbi a Tremonti sino alla Lega. La situazione è molto chiara, se i moderati si uniranno saranno la maggioranza del Paese e avranno la responsabilità di governo, se parteciperanno alle elezioni divisi la maggioranza passerà alla sinistra che è sempre compatta". Alla domanda se l'appello fosse rivolto anche a Fini, Berlusconi ha replicato: "Quando i moderati devono presentarsi in campo, fare massa, occorre che siano tutto il centrodestra italiano, quindi anche sottrarre un solo voto di un piccolo partito è una cosa che non si deve fare. Quando si scende in campo per non lasciare il Paese alla sinistra è conveniente, quasi obbligatorio, che i moderati stiano uniti tutti insieme".
Sempre a Belpietro, ma sul quotidiano Libero, Berlusconi aveva spiegato le ragioni del suo ritiro attribuendolo all'ostilità nei suoi confronti di alcuni leader di forze moderate: "Casini e il fondatore di Italia Futura, Montezemolo, per dar vita a un nuovo schieramento con il Pdl non vogliono Berlusconi? E Berlusconi si toglie dalle scatole".
Poi si toglie un sassolino dallo scarpa e risponde al leader dell'Udc, che aveva affermato di essere abituato "alle giravolte del Cavaliere". "Io - replica Berlusconi - non ho mai effettuato giravolte nella mia vita privata, imprendiotoriale e politica, non vedo come Casini si permetta un'espressione infelice e lontana da verità".
Berlusconi: "Non escludo Monti leader dei moderati"- "E' una linea assolutamente coerente con tutto ciò che è stato fatto da quando nel '94 ho deciso di lasciare il ruolo di imprenditore per scendere in campo (guarda la gallery). Anche allora c'era l'ipotesi che l'Italia fosse consegnata alla sinistra", spiega il Cavaliere. "Il mio appello - aggiunge - è rivolto a tutti i moderati che rappresentano la maggioranza degli italiani e non si riconoscono nella sinistra, guidata dalla Cgil, dalla Fiom e da Vendola".
Alla domanda se Monti possa essere il presidente del Consiglio dei moderati, Berlusconi ha risposto: "Non escludo che possa essere Monti, il quale è sempre stato nel campo dei
liberali e dei moderati. Potrebbe essere lui, ma ci sono anche altri nomi che possono essere condivisi".
Aperture a Udc, Montezemolo e Fini - Questo appello, spiega Berlusconi - è rivolto a un arco di forze che va "dall'Udc a Italia Futura di Montezemolo, da Sgarbi a Tremonti sino alla Lega. La situazione è molto chiara, se i moderati si uniranno saranno la maggioranza del Paese e avranno la responsabilità di governo, se parteciperanno alle elezioni divisi la maggioranza passerà alla sinistra che è sempre compatta". Alla domanda se l'appello fosse rivolto anche a Fini, Berlusconi ha replicato: "Quando i moderati devono presentarsi in campo, fare massa, occorre che siano tutto il centrodestra italiano, quindi anche sottrarre un solo voto di un piccolo partito è una cosa che non si deve fare. Quando si scende in campo per non lasciare il Paese alla sinistra è conveniente, quasi obbligatorio, che i moderati stiano uniti tutti insieme".
Sempre a Belpietro, ma sul quotidiano Libero, Berlusconi aveva spiegato le ragioni del suo ritiro attribuendolo all'ostilità nei suoi confronti di alcuni leader di forze moderate: "Casini e il fondatore di Italia Futura, Montezemolo, per dar vita a un nuovo schieramento con il Pdl non vogliono Berlusconi? E Berlusconi si toglie dalle scatole".
Poi si toglie un sassolino dallo scarpa e risponde al leader dell'Udc, che aveva affermato di essere abituato "alle giravolte del Cavaliere". "Io - replica Berlusconi - non ho mai effettuato giravolte nella mia vita privata, imprendiotoriale e politica, non vedo come Casini si permetta un'espressione infelice e lontana da verità".