Il Pd decide sulle primarie. Si tratta sulle nuove regole

Politica

A Roma l'assemblea nazionale del Partito democratico. La commissione Statuto, intanto, ha varato la modifica che consentirà ad altri esponenti, Renzi ad esempio, di candidarsi insieme al Segretario

La battaglia delle primarie nel centrosinistra entra nella fase decisiva. E' il giorno dell'assemblea nazionale del partito democratico (questo il sito ufficiale). Al centro del dibattito assembleare l'agenda del paese, le primarie dei democratici e dei progressisti per la scelta del candidato premier e le decisioni conseguenti.
Doppio turno, sottoscrizione del manifesto politico per ottenere la tessera elettorale dal 21mo giorno prima del voto e patto vincolante tra i candidati a sostenere il vincitore anche nella prossima legislatura. Sarebbero questi i principi fissati nel documento che l'assemblea nazionale del Pd dovrebbe votare salvo emendamenti. Il testo dà mandato al segretario Pier Luigi Bersani di "definire, assieme alle forze politiche che sottoscrivono il manifesto politico dell'alleanza il quadro di regole delle primarie per l'individuazione del candidato premier" sulla base di alcuni indirizzi.

Che cosa si vota - L'assemblea voterà la deroga temporanea all'articolo 18 dello statuto che prevede che "qualora il Partito Democratico aderisca a primarie di coalizione per la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri è ammessa, tra gli iscritti del Partito Democratico, la sola candidatura del Segretario nazionale". Una deroga che consentirà  a Matteo Renzi e a eventuali altri candidati del Pd, come Laura Puppato, di correre. Si voterà poi il mandato al segretario a 'trattare' al tavolo delle regole delle primarie con gli altri partiti della coalizione.

Il risiko del quorum - I componenti dell'assemblea sono stati eletti tre anni fa. Nel frattempo molta acqua è passata sotto i ponti del Pd. Alcuni delegati non ci sono più o hanno perso il diritto a fare parte del parlamentino del partito (Luigi Lusi o Filippo Penati, tanto per fare due esempi) va dunque definito il numero preciso dei componenti perché le modifiche sono approvate se c'è l'ok della metà più uno di essi (e non dei partecipanti). Il rischio è quello di ricorsi sulla votazione.

Candidati alle primarie - I candidati alle primarie, con i quali andranno anche definite le regole, sono, oltre a quelli del Pd (Bersani, Renzi e Puppato) Nichi Vendola (Sel), Bruno Tabacci (Api) e Valdo Spini (Psi). (LE FOTO)

La carica dei (quasi ) mille - Ma chi sono i (quasi) mille componenti del parlamentino del Pd? Si tratta di persone elette, con le liste bloccate, alle primarie per la segreteria vinte da Bersani. E' per questo che Renzi non ne fa parte e il numero dei 'renziani' è limitato.

Il delegato viaggia in seconda classe
- Nessuna diaria, avverte il tesoriere del partito Antonio Misiani, per chi partecipa alla riunione a Roma. Come, del resto, è sempre accaduto. Questa volta, però, in tempi di spending review, chi arriva da lontano avrà diritto al rimborso del biglietto di andata e ritorno ma per la seconda classe.

Sala delegati blindati - Anche per evitare il 'caos' dell'ultima assemblea e vista la delicatezza delle votazioni, l'accesso alla sala dell'Ergife dove si svolge l'assemblea sarà accessibile ai soli delegati.

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