Secondo il segretario del Pd, il futuro candidato premier deve "essere legittimato dalla maggioranza più uno" degli elettori di centrosinistra. Intanto anche Valdo Spini annuncia che potrebbe presentarsi. Ironia di Civati: "Siamo in troppi? Colpa del Pd"
Primarie a doppio turno e di coalizione. E' questo quello che ha in mente Pier Luigi Bersani che, in un colloquio con il nuovo quotidiano diretto da Luca Telese Pubblico, spiega che "è un diritto dovere di chiunque si presenti per la premiership quello di essere legittimato dalla maggioranza più uno di chi andrà a votare alle primarie". E sul fatto che il leader di Sel possa voler fare un passo indietro, sostenendo che si tratti prevalentemente di una lotta interna al Pd, il segretario dei democratici afferma: "Faremo primarie di coalizione. Alla fine Nichi sarà della partita. E questo è un bene per il dibattito". "Quanto al numero dei candidati del Pd - spiega Bersani - l'affollamento sarebbe un problema ma in ogni caso non ne farei un dramma. Alle primarie francesi c'erano sei candidati".
In corsa anche Valdo Spini - Intanto però il numero dei candidati continua a salire. Dalla sua pagina Facebook l'ex ministro e attuale consigliere comunale a Firenze Valdo Spini annuncia che potrebbe presentarsi anche lui. "L’assenza di un’area laico-socialista da questa fase del dibattito mi sembrerebbe un fatto molto negativo", scrive e aggiunge: "Non ho preso una decisione: la prenderemo insieme, con chi si è già manifestato e con chi potrebbe ancora manifestarsi". L'esponente del Psi si andrebbe quindi ad aggiungere a Bersani, Renzi, la consigliera regionale Veneta Laura Puppato (tutti ufficialmente candidati) e ai più ufficiosi Bruno Tabacci, Nichi Vendola, Stefano Boeri e Pippo Civati.
Troppi candidati? Colpa del Pd dice Civati - Ed è proprio quest'ultimo a ironizzare sul suo blog riguardo all'alto numero di candidati del Pd in corsa. "La regolata se la doveva dare il Pd stesso medesimo a luglio in assemblea nazionale, quando chiedemmo data e regole delle primarie" scrive il consigliere regionale lombardo. All'assemblea di luglio, ricorda Civati nel post, "Rosy Bindi, che ora figura tra i possibili candidati, quell'ordine del giorno non lo fece votare. Fu trasformato senza il placet dei proponenti in un testo vago, sfumato, inutile. Ed eccoci qui, a chiederci, due mesi dopo, di darci una regolata: geniale". Civati definisce ironicamente 'geniale' anche il "non sapere ancora di quale coalizione si tratta, perché se non c'è Vendola non c'è più nemmeno la coalizione" e il fatto di "stabilire segretamente le regole tra i due comitati elettorali, senza convocare la commissione Statuto".
In corsa anche Valdo Spini - Intanto però il numero dei candidati continua a salire. Dalla sua pagina Facebook l'ex ministro e attuale consigliere comunale a Firenze Valdo Spini annuncia che potrebbe presentarsi anche lui. "L’assenza di un’area laico-socialista da questa fase del dibattito mi sembrerebbe un fatto molto negativo", scrive e aggiunge: "Non ho preso una decisione: la prenderemo insieme, con chi si è già manifestato e con chi potrebbe ancora manifestarsi". L'esponente del Psi si andrebbe quindi ad aggiungere a Bersani, Renzi, la consigliera regionale Veneta Laura Puppato (tutti ufficialmente candidati) e ai più ufficiosi Bruno Tabacci, Nichi Vendola, Stefano Boeri e Pippo Civati.
Troppi candidati? Colpa del Pd dice Civati - Ed è proprio quest'ultimo a ironizzare sul suo blog riguardo all'alto numero di candidati del Pd in corsa. "La regolata se la doveva dare il Pd stesso medesimo a luglio in assemblea nazionale, quando chiedemmo data e regole delle primarie" scrive il consigliere regionale lombardo. All'assemblea di luglio, ricorda Civati nel post, "Rosy Bindi, che ora figura tra i possibili candidati, quell'ordine del giorno non lo fece votare. Fu trasformato senza il placet dei proponenti in un testo vago, sfumato, inutile. Ed eccoci qui, a chiederci, due mesi dopo, di darci una regolata: geniale". Civati definisce ironicamente 'geniale' anche il "non sapere ancora di quale coalizione si tratta, perché se non c'è Vendola non c'è più nemmeno la coalizione" e il fatto di "stabilire segretamente le regole tra i due comitati elettorali, senza convocare la commissione Statuto".