Fornero: "Abbiamo risanato l'Italia. Le imprese investano"
PoliticaIn un'intervista su La Stampa, il ministro si dice ottimista: "Il Paese ha recuperato solidarietà finanziaria". Ora si punta a favorire lo sviluppo: "Non vogliamo ricorrere allo scudo anti spread". Polemica invece la Camusso: "Il lavoro non c'è"
Il ministro del Lavoro Elsa Fornero si mostra ottimista sul futuro dell'Italia. Dopo le dichiarazioni sull'autunno "caldo", ora c'è spazio per degli spiragli positivi. In un'intervista rilasciata al quotidiano torinese La Stampa il ministro elogia il lavoro svolto finora dal governo e conferma che l'esecutivo sta facendo di tutto per non ricorrere allo scudo anti spread. "Il governo ha risanato il Paese. L'Italia ha sicuramente recuperato maggiore solidarietà finanziaria e immagine. Il nostro compito ora è quello di convincere le imprese a investire".
E proprio la riforma del lavoro varata dalla Fornero è il cardine da cui ripartire: "Occorre agire su diversi fronti: modifica dell'articolo 18 e maggiore flessibilità delle imprese. Ma anche misure come la liberalizzazione, il pacchetto sviluppo, la semplificazione. La riforma va calata nel tessuto sociale per migliorare produttività e la competitività delle imprese", ha spiegato il ministro. La titolare del dicastero si è detta convinta che i progressi si vedranno nel medio-lungo periodo.
Camusso: "Il lavoro non c'è" - L'ottimismo della Fornero trova l'opposizione del segretario della Cgil Susanna Camusso, che dalle pagine de L'Unità dipinge un quadro più cupo: "Il più grande problema del paese è il lavoro che non c'è e per settembre la preoccupazione è altissima, anche per via dei provvedimenti sbagliati sugli ammortizzatori sociali". La leader del sindacato attacca le scelte del governo: "Sono state solo politiche di rigore e non di sviluppo". Per questo la Camusso propone alcune soluzioni concrete, come "pagare i manager pubblici con titoli di Stato" oppure "far comprare allo Stato le quote di aziende in crisi attraverso la cassa depositi e prestiti, per poi ricollocarle sul mercato a crisi passata".
E proprio la riforma del lavoro varata dalla Fornero è il cardine da cui ripartire: "Occorre agire su diversi fronti: modifica dell'articolo 18 e maggiore flessibilità delle imprese. Ma anche misure come la liberalizzazione, il pacchetto sviluppo, la semplificazione. La riforma va calata nel tessuto sociale per migliorare produttività e la competitività delle imprese", ha spiegato il ministro. La titolare del dicastero si è detta convinta che i progressi si vedranno nel medio-lungo periodo.
Camusso: "Il lavoro non c'è" - L'ottimismo della Fornero trova l'opposizione del segretario della Cgil Susanna Camusso, che dalle pagine de L'Unità dipinge un quadro più cupo: "Il più grande problema del paese è il lavoro che non c'è e per settembre la preoccupazione è altissima, anche per via dei provvedimenti sbagliati sugli ammortizzatori sociali". La leader del sindacato attacca le scelte del governo: "Sono state solo politiche di rigore e non di sviluppo". Per questo la Camusso propone alcune soluzioni concrete, come "pagare i manager pubblici con titoli di Stato" oppure "far comprare allo Stato le quote di aziende in crisi attraverso la cassa depositi e prestiti, per poi ricollocarle sul mercato a crisi passata".