In un'intervista al quotidiano tedesco Bild il Cavaliere spiega che presto il suo partito tornerà al vecchio nome. E poi aggiunge: "Gli italiani votano male, ci costringono ad allearci con i partiti minori". Irritazione degli ex An
"Ricevo tante richieste molto insistenti. Posso solo dire che non abbandonerei mai il mio partito, il Popolo della Libertà", che d'altronde riavrà presto il suo vecchio nome: Forza Italia." A dirlo, in un'intervista al quotidiano tedesco Bild è Silvio Berlusconi che toglie così ogni dubbio su quale sia il destino del Pdl. Con il colloquio al giornale tedesco il Cavaliere si accentra ancora di più nel dibattito politico, non mancando anche di togliersi qualche sassolino dalle scarpe contro i vecchi e attuali alleati. "Gli italiano votano male - spiega l'ex premier - Abbiamo ottenuto il 37,8 % nelle ultime elezioni, e siamo stati costretti a includere nella coalizione i partiti minori. Purtroppo i partiti piccoli non pensano al Paese e al bene comune, ma sempre e solo alle piccole ambizioni politiche dei loro piccoli capi."
Alemanno: "Per certe decisioni si devono riunire gli organi" - Parole che non mancano di irritare alcuni degli uomini e delle donne provenienti da Alleanza Nazionale, il partito che fondendosi con Forza Italia diede vita al Pdl. Secondo Ignazio La Russa "un partito non cambia il nome con un annuncio a un giornale tedesco" , mentre in un'intervista a Repubblica Gianni Alemanno spiega che "per un cambiamento del genere si riuniscono di nuovo gli organi e si discute. Altrimenti così diventa tutto incomprensibile". Anche rispetto al ruolo di Alfano e alle primarie aggiunge: "Non possiamo dire, scusate abbiamo scherzato, torna Berlusconi". E sul tema è intervenuta già domenica anche Giorgia Meloni, secondo cui "in tutta la sua storia Forza Italia ha ottenuto al massimo il 21% dei consensi degli italiani, a fronte del 38% raggiunto al suo debutto, nel 2008, dal Popolo della Libertà".
"In Italia Costituzione vecchia e inadeguata" - Berlusconi ricorda poi i giorni in cui ha dovuto lasciare l'incarico, spiegando di non essere "rimasto traumatizzato dalla perdita di potere, anche perché il presidente del Consiglio in Italia non ha alcun potere". Il Cavaliere tira così fuori un suo vecchio cavallo di battaglia: "La nostra Costituzione non gli permette neppure di sostituire un proprio ministro. Avevo potere prima del 1994, quando facevo solo l'editore televisivo. Purtroppo l'Italia e' ancora oggi difficilmente governabile: il capo del governo non ha neppure il potere di decidere autonomamente sui decreti legge che sono immediatamente efficaci. Da noi, dal decreto legge all'approvazione passano mediamente 500/600 giorni. Abbiamo delle regole costituzionali vecchie e inadeguate".
"Germania più europea e non Europa più tedesca" - Riguardo alle sue relazioni internazionali, poi, il Cavaliere spiega di avere un "cordialissimo rapporto con la Signora Merkel. La stimo per la sua franchezza, la sua serietà, la sua competenza, la sua dedizione". Aggiunge però che la Germania viene criticata "soltanto la politica dell'eccessivo rigore perché la riteniamo un freno troppo forte allo sviluppo. Vorremmo una Germania più europea e non un'Europa più tedesca", Che vorrebbe dire con questo? "Oggi si percepisce una certa supremazia tedesca in Europa. E proprio per questo noi ci aspettiamo che Berlino sviluppi una politica europea lungimirante, solidale e di largo respiro. Le faccio un esempio: quando si è trattato di nominare qualcuno per la carica di Presidente del Consiglio Europeo, abbiamo proposto Tony Blair. Così gli Stati Uniti avrebbero finalmente saputo a chi rivolgersi per conoscere la posizione di tutta l'Europa. Poi, però, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy hanno fatto una scelta diversa, con il chiaro intento di continuare a tenere la politica europea nelle proprie mani".
"Putin mi considera un fratello maggiore" - Nell'intervista si parla anche dei suoi rapporti con Putin, che, sostiene Berlusconi, lo vede "un po' come un fratello maggiore". Sulla situazione in Siria, infatti, il leader del Pdl spiega che "è molto complicata, ma non senza speranza. Nei prossimi giorni avrò un incontro privato con Putin, e ne parleremo. Mi vede un po' come suo fratello maggiore. Insieme parliamo di tutto.
"Mai detto stampiamo soldi" - E riguardo alle sue dichiarazioni più recenti, Berlusconi smentisce di aver "mai pronunciato la frase 'stampiamo soldi', almeno in questa formulazione così grossolana." "Ma con l'euro - aggiunge - la bilancia commerciale della Germania è migliorata, quella dell'Italia è peggiorata. Un ritorno alle valute nazionali mi pare comunque improbabile. Si tratterebbe in ogni caso della sconfitta - che nessuno può augurarsi - del progetto storico di un'Europa unita."
Alemanno: "Per certe decisioni si devono riunire gli organi" - Parole che non mancano di irritare alcuni degli uomini e delle donne provenienti da Alleanza Nazionale, il partito che fondendosi con Forza Italia diede vita al Pdl. Secondo Ignazio La Russa "un partito non cambia il nome con un annuncio a un giornale tedesco" , mentre in un'intervista a Repubblica Gianni Alemanno spiega che "per un cambiamento del genere si riuniscono di nuovo gli organi e si discute. Altrimenti così diventa tutto incomprensibile". Anche rispetto al ruolo di Alfano e alle primarie aggiunge: "Non possiamo dire, scusate abbiamo scherzato, torna Berlusconi". E sul tema è intervenuta già domenica anche Giorgia Meloni, secondo cui "in tutta la sua storia Forza Italia ha ottenuto al massimo il 21% dei consensi degli italiani, a fronte del 38% raggiunto al suo debutto, nel 2008, dal Popolo della Libertà".
"In Italia Costituzione vecchia e inadeguata" - Berlusconi ricorda poi i giorni in cui ha dovuto lasciare l'incarico, spiegando di non essere "rimasto traumatizzato dalla perdita di potere, anche perché il presidente del Consiglio in Italia non ha alcun potere". Il Cavaliere tira così fuori un suo vecchio cavallo di battaglia: "La nostra Costituzione non gli permette neppure di sostituire un proprio ministro. Avevo potere prima del 1994, quando facevo solo l'editore televisivo. Purtroppo l'Italia e' ancora oggi difficilmente governabile: il capo del governo non ha neppure il potere di decidere autonomamente sui decreti legge che sono immediatamente efficaci. Da noi, dal decreto legge all'approvazione passano mediamente 500/600 giorni. Abbiamo delle regole costituzionali vecchie e inadeguate".
"Germania più europea e non Europa più tedesca" - Riguardo alle sue relazioni internazionali, poi, il Cavaliere spiega di avere un "cordialissimo rapporto con la Signora Merkel. La stimo per la sua franchezza, la sua serietà, la sua competenza, la sua dedizione". Aggiunge però che la Germania viene criticata "soltanto la politica dell'eccessivo rigore perché la riteniamo un freno troppo forte allo sviluppo. Vorremmo una Germania più europea e non un'Europa più tedesca", Che vorrebbe dire con questo? "Oggi si percepisce una certa supremazia tedesca in Europa. E proprio per questo noi ci aspettiamo che Berlino sviluppi una politica europea lungimirante, solidale e di largo respiro. Le faccio un esempio: quando si è trattato di nominare qualcuno per la carica di Presidente del Consiglio Europeo, abbiamo proposto Tony Blair. Così gli Stati Uniti avrebbero finalmente saputo a chi rivolgersi per conoscere la posizione di tutta l'Europa. Poi, però, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy hanno fatto una scelta diversa, con il chiaro intento di continuare a tenere la politica europea nelle proprie mani".
"Putin mi considera un fratello maggiore" - Nell'intervista si parla anche dei suoi rapporti con Putin, che, sostiene Berlusconi, lo vede "un po' come un fratello maggiore". Sulla situazione in Siria, infatti, il leader del Pdl spiega che "è molto complicata, ma non senza speranza. Nei prossimi giorni avrò un incontro privato con Putin, e ne parleremo. Mi vede un po' come suo fratello maggiore. Insieme parliamo di tutto.
"Mai detto stampiamo soldi" - E riguardo alle sue dichiarazioni più recenti, Berlusconi smentisce di aver "mai pronunciato la frase 'stampiamo soldi', almeno in questa formulazione così grossolana." "Ma con l'euro - aggiunge - la bilancia commerciale della Germania è migliorata, quella dell'Italia è peggiorata. Un ritorno alle valute nazionali mi pare comunque improbabile. Si tratterebbe in ogni caso della sconfitta - che nessuno può augurarsi - del progetto storico di un'Europa unita."