Legge elettorale, tra 10 giorni arriva la prima bozza

Politica
Il presidente del Senato Renato Schifani

Schifani dà mandato alla commissione Affari Costituzionali di preparare entro il tempo fissato un testo base. Il Pd spinge per un sistema a doppio turno, mentre Pdl e Udc vorrebbero le preferenze. Critico Grillo: "Cambiano sistema per tenerci fuori"

Dopo il duro monito del Capo dello Stato, Camera e Senato accelerano sulle riforme e la capigruppo di palazzo Madama fissa il termine ultimo di 10 giorni entro il quale la commissione Affari costituzionali dovrà predisporre un testo base. Ma al di là delle scadenze istituzionali, tra le forze politiche restano le distanze su come modificare la legge elettorale e quale modello introdurre al posto del cosiddetto Porcellum. La capigruppo del Senato, convocata quasi in contemporanea con quella della Camera, ha stabilito quindi che il testo base sulla legge elettorale sarà messo a punto da un comitato ristretto in commissione Affari Costituzionali e dovrà essere pronto in 10 giorni. Relatore del ddl sarà Lucio Malan (Pdl).

Tensioni per le riforme istituzionali
- Dopo i 10 giorni, il provvedimento approderà all'esame dell'aula. Dunque, la riforma del sistema di voto resta di competenza del Senato: proprio alla riunione dei capigruppo di Montecitorio tutti avrebbero concordato sul fatto che non c'è nessuna volontà "di un braccio di ferro tra Camera e Senato" in quanto si tratta di una questione prettamente politica. Fini avrebbe anche ricordato che la questione della riforma della legge elettorale è stata più volte posta alla Camera, in questa legislatura. Ma sia la riforma elettorale che quelle istituzionali proseguiranno il loro iter a palazzo madama: l'obiettivo, spiega Maurizio Gasparri, è "di chiudere tra martedì e giovedì prossimo", 19 luglio, le modifiche alla Costituzione, perché "non bisogna arrestare l'iter del ddl delle riforme istituzionali, che contiene anche la riduzione dei parlamentari. Ostacolare adesso l'iter delle riforme, metterebbe un macigno anche sulla legge elettorale dal momento che c'è la riduzione dei parlamentari". "Per noi - conclude Gasparri - accelerare sulle riforme significa favorire il chiarimento delle posizioni". Non è d'accordo la capogruppo dei senatori Pd Anna Finocchiaro: "Chiediamo di accantonare le riforme e di accelerare sulla legge elettorale".

Disputa sulle preferenze - Il Pdl intanto deciderà con Silvio Berlusconi la linea per trovare un'intesa sulla proposta da sottoporre a Pd e Udc. Ma i segnali che arrivano dal Nazareno non lasciano ipotizzare un'intesa a breve: il segretario del Pd ha infatti specificato che il suo partito non dirà mai sì a una legge che "ci fa mettere tra Tangentopoli e la Grecia" e rilancia sul doppio turno. Il Pdl è pronto a discuterne, purché si leghi al semipresidenzialismo alla francese. Poi c'è la questione delle preferenze, sponsorizzate da Pdl e Udc ma osteggiate dal Pd, e del premio di maggioranza, quanto corposo e a chi attribuirlo. Tutti nodi ancora da sciogliere. Nel dibattito interviene anche Beppe Grillo, che accusa i partiti di voler modificare il Porcellum solo perché con l'attuale legge il Movimento 5 Stelle si aggiudicherebbe il premio di maggioranza.

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