Il Movimento 5 Stelle alla prova della democrazia liquida
PoliticaDa Bergamo a Palermo i seguaci del comico genovese sperimentano Liquid Feedback, software online per prendere decisioni partecipate reso popolare dal Partito Pirata tedesco. In questo modo – sostengono - “uno vale uno”
di Raffaele Mastrolonardo
In Italia sono stati i pionieri dell'uso della rete per la mobilitazione politica. Tanto che il Corriere della sera, dati alla mano, ha azzardato un parallelo tra crescita della banda larga tricolore e successo del Movimento 5 Stelle (M5S). Come sede hanno un blog, quello di Beppe Grillo, come luogo principe (ma non esclusivo) di dibattito i Meet-up, e ora che siedono in vari consigli comunali, guidano città e si preparano a sbarcare in parlamento, i “grillini” sono pronti al prossimo salto politico-tecnologico: il ricorso a un sistema online che dovrebbe permettere non solo di elaborare proposte e discuterle in stile WikiPedia ma anche di deliberare in modo partecipato e rispettoso delle competenze individuali. Insomma, si tratterebbe di un balzo nella democrazia elettronica o "liquida”, come viene definito il modello di partecipazione a cui si ispira il Partito Pirata tedesco che a livello locale sta conquistando i militanti dell'organizzazione fondata dal comico genovese.
Delega al migliore – Dalle parti di Bergamo, per esempio, le deliberazioni tecno-partecipate sono già realtà da qualche settimana. Per decidere la posizione del movimento in merito ad un'iniziativa contro la costruzione di un comprensorio sciistico in Alta Val Seriana, la sezione locale del M5S si è espressa attraverso LiquidFeedback, un software che permette di costruire proposte condivise, ma soprattutto di votarle garantendo che il processo sia orizzontale e valorizzi i saperi dei partecipanti. Sviluppato su impulso del Partito Pirata germanico e poi adottato dai militanti di altri paesi, LiquidFeedback sarà presto implementato, sempre in Germania, dal circondariato della Frisia per permettere ai cittadini di prendere decisioni su questioni locali. A Bergamo, i “grillini” lo usano per sciogliere nodi organizzativi come la gestione delle mailing list ma anche politici, come nel caso dell'impianto da sci o della partecipazione ad un dibattito alla festa del Pd. Ciò che piace agli aderenti del M5S è che il sistema permette di tenere insieme i vantaggi della democrazia diretta e di quella rappresentativa scivolando da una all'altra attraverso il procedimento della delega. “Con LiquidFeedback posso votare su ogni tema. Ma se non mi sento esperto su questioni sanitarie – spiega Andrea Ravasio, 40 anni, ingegnere elettronico e iscritto al M5S Bergamo - posso delegare il mio amico medico il cui voto, a quel punto, vale due”. Il meccanismo è, per definizione, liquido e non si ferma qui. “A sua volta il medico può delegare un altro che ritiene ancora più esperto e il suo voto in materia, a quel punto, varrà 3 e così via. Quella che si forma è una catena di competenze e di meritocrazia”. Alla fine la proposta migliore tra quelle sul piatto viene calcolata tramite un algoritmo basato sul cosiddetto metodo Schulze che fa la sintesi delle preferenze espresse, tenendo conto anche dei pareri negativi. Il tutto rigorosamente online, senza moderatori e in un processo paritario. “E' come essere in un'assemblea permanente e orizzontale”, dice Ravasio, convinto che il software sia lo strumento migliore per dare sostanza al principio “uno vale uno”, idea cardine e radicalmente egualitaria del movimento ma anche una delle più ardue da mettere in pratica. Lo dimostrano le polemiche sulla presunta interferenza di Grillo sulla mancata nomina di Valentino Tavolazzi a direttore generale del Comune di Parma e le perplessità sulla natura "proprietaria" del marchio "5 stelle" sancita dal non-statuto del movimento e recentemente stigmatizzata anche dal Partito Pirata teutonico.
Da nord a sud – A partire dal capoluogo lombardo l'idea della democrazia liquida abilitata da Internet si è diffusa nel movimento alla velocità del web. Appoggiandosi ai M5S di Bergamo, che hanno tradotto il programma dal tedesco e dall'inglese, prove del software “pirata”, che è aperto e gratuito, sono in corso a Rimini, Modena e Milano. In Sicilia se ne sta valutando l'adozione per l'elaborazione del programma del movimento in vista delle prossime elezioni regionali. “Fino ad ora usavamo i meet-up, che sono forum di discussione abbastanza articolati e aiutano molto. Ma a noi servono decisioni e dunque o ci vediamo di persona e votiamo per alzata di mano o utilizziamo un sistema online”, dice Alfonso Moscato, 32 anni, operatore turistico a Palermo e responsabile del gruppo di lavoro che sta testando il software sull'isola. “Il 22 luglio presenteremo la proposta all'assemblea regionale e vediamo cosa si decide”. Il sogno finale, quantomeno a Bergamo e dintorni, è quello di sperimentare LiquidFeedback nel rapporto tra iscritti ed eletti con i primi che potranno decidere sulle questioni e poi trasmettere il verdetto al loro rappresentante nell'istituzione. “E’ in vista di questo che lavoriamo", dice Ravasio. Altrove all'interno del non-partito di Grillo la curiosità su questo fronte è molta ma non mancano i dubbi. “Ci piacerebbe sperimentarlo anche se ritengo che vada meglio per processi decisionali più lenti, interni al M5S”, è il parere di Vittorio Bertola, capogruppo M5S al Consiglio comunale di Torino. “Spesso in Consiglio scopriamo le cose da un momento all'altro e per consultarci con la base abbiamo poco tempo”.
Politica nella rete – Il software non è poi esente da critiche anche sul piano dell'eguaglianza. Il sistema delle deleghe, è stato notato, permette comunque ad alcuni soggetti di avere di fatto un potere superiore a quello di altri membri. Nel frattempo, però, funziona e i pirati tedeschi, che nelle ultime elezioni localli hanno conquistato il 7 % dei voti, lo usano anche per elaborare proposte economiche alternative al capitalismo finanziario contemporaneo. Quanto al M5S il ricorso al programma sembra un'altra testimonianza che, almeno in periferia, il movimento continua a sperimentare quei modi nuovi di fare politica attraverso le tecnologie di cui ha recentemente scritto Juan Carlos De Martin, direttore del Nexa Center del Politecnico di Torino. Internet cambia i paradigmi della partecipazione e – sottolinea De Martin - solleva la questione su come "strutturare un partito avendo a disposizione una tecnologia che consente, con bassi costi e grande intuitività, di mettere in contatto [...] militanti e dirigenti, eletti ed elettori, simpatizzanti”. Da Bergamo a Palermo gli esponenti del “5 stelle” sembrano consapevoli della sfida e dell'opportunità. I partiti tradizionali (e, chissà, forse anche Grillo stesso) sono avvertiti.
In Italia sono stati i pionieri dell'uso della rete per la mobilitazione politica. Tanto che il Corriere della sera, dati alla mano, ha azzardato un parallelo tra crescita della banda larga tricolore e successo del Movimento 5 Stelle (M5S). Come sede hanno un blog, quello di Beppe Grillo, come luogo principe (ma non esclusivo) di dibattito i Meet-up, e ora che siedono in vari consigli comunali, guidano città e si preparano a sbarcare in parlamento, i “grillini” sono pronti al prossimo salto politico-tecnologico: il ricorso a un sistema online che dovrebbe permettere non solo di elaborare proposte e discuterle in stile WikiPedia ma anche di deliberare in modo partecipato e rispettoso delle competenze individuali. Insomma, si tratterebbe di un balzo nella democrazia elettronica o "liquida”, come viene definito il modello di partecipazione a cui si ispira il Partito Pirata tedesco che a livello locale sta conquistando i militanti dell'organizzazione fondata dal comico genovese.
Delega al migliore – Dalle parti di Bergamo, per esempio, le deliberazioni tecno-partecipate sono già realtà da qualche settimana. Per decidere la posizione del movimento in merito ad un'iniziativa contro la costruzione di un comprensorio sciistico in Alta Val Seriana, la sezione locale del M5S si è espressa attraverso LiquidFeedback, un software che permette di costruire proposte condivise, ma soprattutto di votarle garantendo che il processo sia orizzontale e valorizzi i saperi dei partecipanti. Sviluppato su impulso del Partito Pirata germanico e poi adottato dai militanti di altri paesi, LiquidFeedback sarà presto implementato, sempre in Germania, dal circondariato della Frisia per permettere ai cittadini di prendere decisioni su questioni locali. A Bergamo, i “grillini” lo usano per sciogliere nodi organizzativi come la gestione delle mailing list ma anche politici, come nel caso dell'impianto da sci o della partecipazione ad un dibattito alla festa del Pd. Ciò che piace agli aderenti del M5S è che il sistema permette di tenere insieme i vantaggi della democrazia diretta e di quella rappresentativa scivolando da una all'altra attraverso il procedimento della delega. “Con LiquidFeedback posso votare su ogni tema. Ma se non mi sento esperto su questioni sanitarie – spiega Andrea Ravasio, 40 anni, ingegnere elettronico e iscritto al M5S Bergamo - posso delegare il mio amico medico il cui voto, a quel punto, vale due”. Il meccanismo è, per definizione, liquido e non si ferma qui. “A sua volta il medico può delegare un altro che ritiene ancora più esperto e il suo voto in materia, a quel punto, varrà 3 e così via. Quella che si forma è una catena di competenze e di meritocrazia”. Alla fine la proposta migliore tra quelle sul piatto viene calcolata tramite un algoritmo basato sul cosiddetto metodo Schulze che fa la sintesi delle preferenze espresse, tenendo conto anche dei pareri negativi. Il tutto rigorosamente online, senza moderatori e in un processo paritario. “E' come essere in un'assemblea permanente e orizzontale”, dice Ravasio, convinto che il software sia lo strumento migliore per dare sostanza al principio “uno vale uno”, idea cardine e radicalmente egualitaria del movimento ma anche una delle più ardue da mettere in pratica. Lo dimostrano le polemiche sulla presunta interferenza di Grillo sulla mancata nomina di Valentino Tavolazzi a direttore generale del Comune di Parma e le perplessità sulla natura "proprietaria" del marchio "5 stelle" sancita dal non-statuto del movimento e recentemente stigmatizzata anche dal Partito Pirata teutonico.
Da nord a sud – A partire dal capoluogo lombardo l'idea della democrazia liquida abilitata da Internet si è diffusa nel movimento alla velocità del web. Appoggiandosi ai M5S di Bergamo, che hanno tradotto il programma dal tedesco e dall'inglese, prove del software “pirata”, che è aperto e gratuito, sono in corso a Rimini, Modena e Milano. In Sicilia se ne sta valutando l'adozione per l'elaborazione del programma del movimento in vista delle prossime elezioni regionali. “Fino ad ora usavamo i meet-up, che sono forum di discussione abbastanza articolati e aiutano molto. Ma a noi servono decisioni e dunque o ci vediamo di persona e votiamo per alzata di mano o utilizziamo un sistema online”, dice Alfonso Moscato, 32 anni, operatore turistico a Palermo e responsabile del gruppo di lavoro che sta testando il software sull'isola. “Il 22 luglio presenteremo la proposta all'assemblea regionale e vediamo cosa si decide”. Il sogno finale, quantomeno a Bergamo e dintorni, è quello di sperimentare LiquidFeedback nel rapporto tra iscritti ed eletti con i primi che potranno decidere sulle questioni e poi trasmettere il verdetto al loro rappresentante nell'istituzione. “E’ in vista di questo che lavoriamo", dice Ravasio. Altrove all'interno del non-partito di Grillo la curiosità su questo fronte è molta ma non mancano i dubbi. “Ci piacerebbe sperimentarlo anche se ritengo che vada meglio per processi decisionali più lenti, interni al M5S”, è il parere di Vittorio Bertola, capogruppo M5S al Consiglio comunale di Torino. “Spesso in Consiglio scopriamo le cose da un momento all'altro e per consultarci con la base abbiamo poco tempo”.
Politica nella rete – Il software non è poi esente da critiche anche sul piano dell'eguaglianza. Il sistema delle deleghe, è stato notato, permette comunque ad alcuni soggetti di avere di fatto un potere superiore a quello di altri membri. Nel frattempo, però, funziona e i pirati tedeschi, che nelle ultime elezioni localli hanno conquistato il 7 % dei voti, lo usano anche per elaborare proposte economiche alternative al capitalismo finanziario contemporaneo. Quanto al M5S il ricorso al programma sembra un'altra testimonianza che, almeno in periferia, il movimento continua a sperimentare quei modi nuovi di fare politica attraverso le tecnologie di cui ha recentemente scritto Juan Carlos De Martin, direttore del Nexa Center del Politecnico di Torino. Internet cambia i paradigmi della partecipazione e – sottolinea De Martin - solleva la questione su come "strutturare un partito avendo a disposizione una tecnologia che consente, con bassi costi e grande intuitività, di mettere in contatto [...] militanti e dirigenti, eletti ed elettori, simpatizzanti”. Da Bergamo a Palermo gli esponenti del “5 stelle” sembrano consapevoli della sfida e dell'opportunità. I partiti tradizionali (e, chissà, forse anche Grillo stesso) sono avvertiti.