Sardegna: sparisce il taglio degli stipendi dei consiglieri

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Il referendum del 6 maggio aveva abolito la legge del 2003 che stabiliva gli emolumenti dei membri del Consiglio regionale. Con un emendamento a una norma sui precari, la norma è stata riportata in vita. E in piazza e in Rete si prepara la protesta

Una manifestazione davanti al Consiglio regionale sardo è stata indetta sabato 16 giugno da parte dei promotori del referendum anti-casta del 6 maggio che aveva, tra le altre cose, azzerato gli emolumenti dei consiglieri regionali, abolendo la norma che legiferava sull’entità degli stipendi.

La "rivoluzione" in Consiglio regionale infatti è durata ben poco, visto il ripristino degli stipendi aboliti dal referendum, nella tarda serata di martedì 12 giugno. Attraverso un emendamento portato in Aula dai quattro questori e legato ad una leggina che sarebbe servita solo per garantire circa un centinaio di buste paga di precari degli enti regionali (Parco di Molentargius e Arpas), l'assemblea all'unanimità ha riportato in vita lo stipendio base del 2003. L'unica spaccatura si è registrata tra i Riformatori, i cui esponenti hanno sostenuto sin dalla prima ora i quesiti anticasta: in tre non hanno partecipato alla votazione lasciando l'Aula.

Secondo i dati pubblicati all'epoca, la legge abrogata dai referendum parametrava le indennità consiliari all'90% di quella degli onorevoli a Roma e lo stipendio del 2003 si attestava sui 9.263,2 euro lordi mentre sino al 25 maggio 2012 i consiglieri prendevano 9.026,62 euro lordi, già decurtati del 10% dal 2006 e con ulteriore taglio deciso nel 2011.

Di fatto, non è ancora chiaro quanto percepiranno i consiglieri regionali sardi: di sicuro si sa che il taglio varia dal 15 al 30% sullo stipendio medio del 2003 e che percepiranno qualche centinaio di euro in meno rispetto all'indennità del 2004. Da allora però era stato tagliato anche un ulteriore 10%, e poi un altro taglio l'anno scorso dall'ufficio di presidenza. I fondi ai gruppi, che non potevano pagare gli stipendio ai dipendenti, sono stati invece ridotti del 20 per cento.

Quel che è certo è che il comitato referendario è pronto a dare battaglia. "Ci troveremo davanti al palazzo del Consiglio - annunciano su Facebook gli organizzatori dell'iniziativa - per leggere i nomi dei 63 consiglieri regionali che nella notte tra il 12 e e il 13 giugno hanno reintrodotto le indennità che erano state soppresse con il referendum del 6 maggio scorso. Non ci stiamo a farci soffiare sotto il naso il risultato del voto popolare, non accettiamo l'ennesima manifestazione di arroganza che esce dal palazzo di via Roma".
La decisione del consiglio ha scatenato l’indignazione dei cittadini anche in Rete esu Twitter molti utenti hanno protestato con l’hashtag #regionesardegnavergogna.

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