Incertezza sul numero dei lavoratori che rischiano di restare senza pensione e senza lavoro. L'Ansa anticipa una valutazione dell'Inps secondo cui sono 400mila. Ma prima l'istituto smentisce e poi Fornero ribadisce: "Non sono più di 65mila"
E' giallo sul numero reale degli esodati, quei lavoratori che avendo fatto un accordo con l'azienda per venire pre-pensionati, rischiano ora, dopo la riforma delle pensioni, di restare senza lavoro e senza pensione. Il ministro Elsa Fornero ha sempre parlato di non più di 65mila lavoratori, per i quali è stato approntato un decreto di salvaguardia. Ma in giornata l'Ansa anticipa una valutazione dell'Inps che parla di quasi 400mila esodati. Valutazione smentita in parte dall'istituto di previdenza, secondo cui "i documenti tecnici dell'Inps hanno consentito al ministero di formulare il decreto con la salvaguardia prevista per i 65.000 lavoratori per i prossimi 24 mesi e per alcune categorie anche oltre i 24 mesi" e che "non ha fornito stime diverse o ulteriori".
Fornero: "Esodati non più di 65mila" - In serata il ministro Fornero convoca i vertici dell'Istituto per chiarire la situazione e alla fine dell'incontro "ribadisce la correttezza di quanto contenuto nel decreto, gia' firmato dal Ministro del Lavoro e dal Ministro dell'Economia, sui "Salvaguardati" che, sulla base delle risorse finanziarie già stanziate, definisce il loro numero in 65mila persone". Il ministro ha quindi deplorato la diffusione di documenti "contenenti valutazioni che non corredate da spiegazioni e motivazioni di dettaglio hanno finito per ingenerare confusione e sconcerto nella pubblica opinione".
Il giallo dei numeri - Ma il documento in possesso dell'Ansa, firmato dal direttore generale dell'Istituto, Mauro Nori, e protocollato in uscita dall'Istituto il 22 maggio, riporterebbe, secondo l'agenzia di stampa, altre cifre. In pratica la stima di 390.200 comprende tutti coloro che hanno fatto un accordo per l'uscita dal lavoro e ora sono a rischio di restare senza occupazione e senza pensione per l'aumento dell'età pensionabile prevista dalla riforma Fornero. Non ci si limita a quelli identificati dal decreto. Le platee che fanno lievitare il numero degli esodati sono quelle della prosecuzione volontaria (133.000 persone autorizzate ai versamenti volontari nati dopo il 1946 e con un ultimo versamento contributivo antecedente il 6 dicembre 2011) e i cosiddetti "cessati", ovvero quelli che sono usciti dal lavoro per dimissioni, licenziamento o altre cause tra il 2009 e il 2011 che hanno più di 53 anni e che non si sono rioccupati (180.000 secondo l'Inps). Per queste due categorie il decreto del Governo prevedeva rispettivamente 10.250 e 6.890 salvaguardati. E platee più consistenti ci sarebbero inoltre anche per la mobilità, per i fondi di solidarietà e i beneficiari del congedo straordinario per l'assistenza ai figli gravemente disabili.
L'ira dei sindacati - Un rimpallo di numeri che ha fatto infuriare i sindacati che chiedono un incontro urgente con Fornero. Per Bonanni "va cercata una soluzione previdenziale per tutti", mentre la Cgil fa sapere in una nota sostiene che "qualunque sia il numero, e non abbiamo motivo di dubitare che possa essere quello reso noto oggi, bisogna dare subito risposta compiuta a questo grande problema, creato da una riforma sbagliata e superficiale,"
Fornero: "Esodati non più di 65mila" - In serata il ministro Fornero convoca i vertici dell'Istituto per chiarire la situazione e alla fine dell'incontro "ribadisce la correttezza di quanto contenuto nel decreto, gia' firmato dal Ministro del Lavoro e dal Ministro dell'Economia, sui "Salvaguardati" che, sulla base delle risorse finanziarie già stanziate, definisce il loro numero in 65mila persone". Il ministro ha quindi deplorato la diffusione di documenti "contenenti valutazioni che non corredate da spiegazioni e motivazioni di dettaglio hanno finito per ingenerare confusione e sconcerto nella pubblica opinione".
Il giallo dei numeri - Ma il documento in possesso dell'Ansa, firmato dal direttore generale dell'Istituto, Mauro Nori, e protocollato in uscita dall'Istituto il 22 maggio, riporterebbe, secondo l'agenzia di stampa, altre cifre. In pratica la stima di 390.200 comprende tutti coloro che hanno fatto un accordo per l'uscita dal lavoro e ora sono a rischio di restare senza occupazione e senza pensione per l'aumento dell'età pensionabile prevista dalla riforma Fornero. Non ci si limita a quelli identificati dal decreto. Le platee che fanno lievitare il numero degli esodati sono quelle della prosecuzione volontaria (133.000 persone autorizzate ai versamenti volontari nati dopo il 1946 e con un ultimo versamento contributivo antecedente il 6 dicembre 2011) e i cosiddetti "cessati", ovvero quelli che sono usciti dal lavoro per dimissioni, licenziamento o altre cause tra il 2009 e il 2011 che hanno più di 53 anni e che non si sono rioccupati (180.000 secondo l'Inps). Per queste due categorie il decreto del Governo prevedeva rispettivamente 10.250 e 6.890 salvaguardati. E platee più consistenti ci sarebbero inoltre anche per la mobilità, per i fondi di solidarietà e i beneficiari del congedo straordinario per l'assistenza ai figli gravemente disabili.
L'ira dei sindacati - Un rimpallo di numeri che ha fatto infuriare i sindacati che chiedono un incontro urgente con Fornero. Per Bonanni "va cercata una soluzione previdenziale per tutti", mentre la Cgil fa sapere in una nota sostiene che "qualunque sia il numero, e non abbiamo motivo di dubitare che possa essere quello reso noto oggi, bisogna dare subito risposta compiuta a questo grande problema, creato da una riforma sbagliata e superficiale,"