Il comico genovese e leader del M5S cita sul suo blog una canzone di Venditti per denunciare il "ritorno di una stagione stragista". Ricorda il ferimento di Adinolfi a Genova, il caso di Brindisi e la morte di Giovanni Falcone
"Bomba o non bomba, arriveremo a Roma. Nell'aria c'è odore di zolfo, ma il cambiamento non si può arrestare". Così Beppe Grillo sul suo blog parla di "ottime probabilità del ritorno di una stagione stragista" e di "bombe e attentati" come "biglietto da visita" di chi vuole "mantenere gli interessi costituiti".
"Se tre indizi (il ferimento di Adinolfi a Genova, la bomba di Brindisi e le continue esternazioni sul ritorno del terrorismo) fanno una prova, allora ci sono ottime probabilità del ritorno di una stagione stragista", scrive il comico, anima del Movimento 5 Stelle, reduce dell'ottimo risultato registrato alle elezioni amministrative. "Per ora le nuove sigle e i nuovi bombaroli non sono all'altezza di piazza Fontana, che bloccò le aperture a sinistra di Aldo Moro, o della stazione di Bologna, alla quale fecero seguito un decennio di craxismo e un ventennio di berlusconismo. Forse ritengono che alzare il tiro non sia ancora necessario".
Il fondatore del M5S ricorda poi la ricorrenza del ventennale della morte di Giovanni Falcone: "La sua morte - afferma - fu un monito a chiunque volesse un cambiamento radicale, un rinnovamento. Lo sventramento di Capaci fu un messaggio, un monumento di sangue. Quanti, tra coloro che oggi lo piangono pubblicamente, sono stati a guardare mentre veniva macellato in vita? Lo stesso trattamento fu riservato a Borsellino che sapeva perfettamente di essere un morto che cammina, un Cristo laico che si avviò consapevole al martirio, tradito da una parte dello Stato di cui era esemplare servitore".
"Se tre indizi (il ferimento di Adinolfi a Genova, la bomba di Brindisi e le continue esternazioni sul ritorno del terrorismo) fanno una prova, allora ci sono ottime probabilità del ritorno di una stagione stragista", scrive il comico, anima del Movimento 5 Stelle, reduce dell'ottimo risultato registrato alle elezioni amministrative. "Per ora le nuove sigle e i nuovi bombaroli non sono all'altezza di piazza Fontana, che bloccò le aperture a sinistra di Aldo Moro, o della stazione di Bologna, alla quale fecero seguito un decennio di craxismo e un ventennio di berlusconismo. Forse ritengono che alzare il tiro non sia ancora necessario".
Il fondatore del M5S ricorda poi la ricorrenza del ventennale della morte di Giovanni Falcone: "La sua morte - afferma - fu un monito a chiunque volesse un cambiamento radicale, un rinnovamento. Lo sventramento di Capaci fu un messaggio, un monumento di sangue. Quanti, tra coloro che oggi lo piangono pubblicamente, sono stati a guardare mentre veniva macellato in vita? Lo stesso trattamento fu riservato a Borsellino che sapeva perfettamente di essere un morto che cammina, un Cristo laico che si avviò consapevole al martirio, tradito da una parte dello Stato di cui era esemplare servitore".