Vertice del Pdl per analizzare il voto. Intanto Monti palude all'operato dell'esecutivo precedente mentre il leader Udc con un tweet archivia la nuova esperienza politica
"Il governo precedente ha fatto molto in termini di riforme strutturali. Ma ora l'Italia dovrà fare di più".
A dirlo è il premier Mario Monti, poco meno di ventiquattrore dopo la sua uscita pubblica ("le conseguenze umane della crisi dovrebbero far riflettere chi ha portato l'economia in questo stato e non chi da quello stato sta cercando di farla uscire"), che a molti osservatori era sembrata una chiara critica proprio all'esecutivo precedente.
Intanto l'ex premier Silvio Berlusconi insiste sui moderati: dobbiamo riportarli al voto e non lasciare che Casini diventi il regista dell'operazione. Poche ore prima proprio il numero uno dell'Udc aveva archiviato con un tweet l'esperienza del Terzo Polo ("non è in grado di rappresentare la novità") spiegando che "i moderati sotto le macerie". Per i leader politici è il momento di analizzare il voto alle amministrative e tracciare le rotte per il futuro.
La sconfitta del Pdl - Dobbiamo riportare a votare quel 33% dei nostri elettori che sono rimasti a casa. E' questo l'obiettivo che Silvio Berlusconi ha discusso con lo stato maggiore del partito riunito nella serata di martedì 8 a Palazzo Grazioli per fare una prima analisi del voto amministrativo in cui è stata certificata una netta sconfitta del Pdl, ma soprattutto per iniziare a studiare le contromisure adatte per riportare il partito a quelle percentuali raggiunte alle elezioni del 2008.
Puntare sui moderati - E proprio una delle strade individuate da Silvio Berlusconi, a quanto raccontano alcuni partecipanti, sarebbe quella di lavorare ad una federazione dei moderati. Un progetto che nelle intenzioni dell'ex capo del governo dovrebbe riconquistare i voti di quell'area moderata che è rimasta senza un punto di riferimento. La cautela è d'obbligo anche perché è lo stesso Cavaliere ad essere consapevole delle difficoltà dell'iniziativa che incontra delle resistenze interne al partito con l'area degli ex An poco convinta nel trasformare il Pdl in una 'casa' dei moderati.
L'ex premier: evitare che Casini diventi il regista dell'operazione - L'altro punto interrogativo è poi l'atteggiamento di Pier Ferdinando Casini che come il Cavaliere ipotizza la costruzione di un contenitore dei moderati. L'obiettivo è quello di evitare che sia il leader dell'Udc il regista dell'operazione. Ed è proprio l'ipotesi di arrivare ad una federazione di partiti quella discussa stanotte, anche se in maniera del tutto prematura, con lo stato maggiore pidiellino.
Berlusconi e il governo Monti - Sempre nel corso della riunione si è poi affrontato il capitolo del governo. Al momento, a quanto spiega più di qualche partecipante, la linea non cambia. Berlusconi avrebbe ribadito il sostegno all'esecutivo guidato da Mario Monti mettendo bene in chiaro che il Pdl contesterà con forza qualsiasi provvedimento o iniziativa non ritenuti inadeguati. Intanto Il Giornale della famiglia Berlusconi titola in prima pagina: "Dai Silvio, molla Monti". Per il quotdiano "il messaggio degli elettori è stato chiaro. Non si vota un partito che sostiene un governo che ti perseguita senza darti nulla in cambio". Il riferimento è alla gioranta di tensione di martedì 8 innescata da alcune dichiarazioni di Mario Monti (GUARDA LA RASSEGNA STAMPA).
Casini "chiude" il Terzo Polo - La "disfatta" alle urne dei moderati finiti, come dice Pier Ferdinando Casini, sotto un "cumulo di macerie", mette a repentaglio il progetto centrista volto a ricostruire quella casa comune che il leader dell'Udc con gli alleati del Terzo Polo sognava come la via d'uscita dalla seconda Repubblica. E in serata, martedì 8, il leader Udc passa alle vie di fatto e, via Twitter, dà il benservito al Terzo Polo che - scrive "è stato importante per chiudere la stagione Berlusconi, non e' in grado di rappresentare la richiesta di cambiamento e novita"'.
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A dirlo è il premier Mario Monti, poco meno di ventiquattrore dopo la sua uscita pubblica ("le conseguenze umane della crisi dovrebbero far riflettere chi ha portato l'economia in questo stato e non chi da quello stato sta cercando di farla uscire"), che a molti osservatori era sembrata una chiara critica proprio all'esecutivo precedente.
Intanto l'ex premier Silvio Berlusconi insiste sui moderati: dobbiamo riportarli al voto e non lasciare che Casini diventi il regista dell'operazione. Poche ore prima proprio il numero uno dell'Udc aveva archiviato con un tweet l'esperienza del Terzo Polo ("non è in grado di rappresentare la novità") spiegando che "i moderati sotto le macerie". Per i leader politici è il momento di analizzare il voto alle amministrative e tracciare le rotte per il futuro.
La sconfitta del Pdl - Dobbiamo riportare a votare quel 33% dei nostri elettori che sono rimasti a casa. E' questo l'obiettivo che Silvio Berlusconi ha discusso con lo stato maggiore del partito riunito nella serata di martedì 8 a Palazzo Grazioli per fare una prima analisi del voto amministrativo in cui è stata certificata una netta sconfitta del Pdl, ma soprattutto per iniziare a studiare le contromisure adatte per riportare il partito a quelle percentuali raggiunte alle elezioni del 2008.
Puntare sui moderati - E proprio una delle strade individuate da Silvio Berlusconi, a quanto raccontano alcuni partecipanti, sarebbe quella di lavorare ad una federazione dei moderati. Un progetto che nelle intenzioni dell'ex capo del governo dovrebbe riconquistare i voti di quell'area moderata che è rimasta senza un punto di riferimento. La cautela è d'obbligo anche perché è lo stesso Cavaliere ad essere consapevole delle difficoltà dell'iniziativa che incontra delle resistenze interne al partito con l'area degli ex An poco convinta nel trasformare il Pdl in una 'casa' dei moderati.
L'ex premier: evitare che Casini diventi il regista dell'operazione - L'altro punto interrogativo è poi l'atteggiamento di Pier Ferdinando Casini che come il Cavaliere ipotizza la costruzione di un contenitore dei moderati. L'obiettivo è quello di evitare che sia il leader dell'Udc il regista dell'operazione. Ed è proprio l'ipotesi di arrivare ad una federazione di partiti quella discussa stanotte, anche se in maniera del tutto prematura, con lo stato maggiore pidiellino.
Berlusconi e il governo Monti - Sempre nel corso della riunione si è poi affrontato il capitolo del governo. Al momento, a quanto spiega più di qualche partecipante, la linea non cambia. Berlusconi avrebbe ribadito il sostegno all'esecutivo guidato da Mario Monti mettendo bene in chiaro che il Pdl contesterà con forza qualsiasi provvedimento o iniziativa non ritenuti inadeguati. Intanto Il Giornale della famiglia Berlusconi titola in prima pagina: "Dai Silvio, molla Monti". Per il quotdiano "il messaggio degli elettori è stato chiaro. Non si vota un partito che sostiene un governo che ti perseguita senza darti nulla in cambio". Il riferimento è alla gioranta di tensione di martedì 8 innescata da alcune dichiarazioni di Mario Monti (GUARDA LA RASSEGNA STAMPA).
Casini "chiude" il Terzo Polo - La "disfatta" alle urne dei moderati finiti, come dice Pier Ferdinando Casini, sotto un "cumulo di macerie", mette a repentaglio il progetto centrista volto a ricostruire quella casa comune che il leader dell'Udc con gli alleati del Terzo Polo sognava come la via d'uscita dalla seconda Repubblica. E in serata, martedì 8, il leader Udc passa alle vie di fatto e, via Twitter, dà il benservito al Terzo Polo che - scrive "è stato importante per chiudere la stagione Berlusconi, non e' in grado di rappresentare la richiesta di cambiamento e novita"'.
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