Il ministro del Welfare: "Riguarderà 65mila lavoratori. Per gli altri si vedrà". Poi torna a parlare della riforma e ammette: "Sull'attenzione ai deboli siamo in ritardo". Cgil, Cisl e Ugl: "Non siamo soddisfatti"
Il decreto sui lavoratori esodati è pronto e riguarda una platea di 65 mila persone. A dirlo è il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ai sindacati nel corso dell'incontro al ministero del Lavoro.
I 65 mila che potranno accedere alla pensione secondo le vecchie regole sono divisi, nel decreto, in 25590 lavoratori in mobilità; 3460 lavoratori in mobilità lunga; 17710 assistiti dal fondo solidarietà; 10250 prosecutori volontari, 950 lavoratori esonerati; 150 genitori di figli disabili, 6.890 lavoratori del vecchio esodo. Il vincolo delle risorse "non può essere messo in discussione", ha spiegato il ministro. Per quelli che sono fuori "si vedrà. Mi prendo tutta l'impopolarità di un provvedimento impopolare".
"Sui più deboli siamo in ritardo" - Le frasi del ministro arrivano poco prima di quelle pronunciate durante l'incontro di Confcooperative e ispirate a una certa dose di autocritica.
Sotto il profilo "dell'attenzione ai segmenti più deboli forse siamo in ritardo", aveva commentato. "Ammetto una qualche mia responsabilità è mancata forse una maggiore attenzione a quelli che sono i più sofferenti nel Paese". " Il governo - ha spiegato ancora - ha puntato sul rigore necessario per uscire dalla crisi pensando a una crescita a breve che non si è avuta e si è pensato che ci sarebbe stata più attenzione ai segmenti più deboli".
I sindacati: "Non siamo soddisfatti" - Nettamente contraria la reazione dei sindacati. "Il ministro ha presentato un decreto che non va bene e che deve cambiare", commenta il leader della Cgil, mentre Bonanni (Cisl), dopo aver detto di non essere soddisfatto, aggiunge: "Il ministro non può far finta che non ci siano altre persone" che rischiano di restare senza lavoro e senza pensione. Più duro il segretario Ugl Centrella (video): "Il decreto sui 65 mila salvaguardati è di una "iniquità totale".
I 65 mila che potranno accedere alla pensione secondo le vecchie regole sono divisi, nel decreto, in 25590 lavoratori in mobilità; 3460 lavoratori in mobilità lunga; 17710 assistiti dal fondo solidarietà; 10250 prosecutori volontari, 950 lavoratori esonerati; 150 genitori di figli disabili, 6.890 lavoratori del vecchio esodo. Il vincolo delle risorse "non può essere messo in discussione", ha spiegato il ministro. Per quelli che sono fuori "si vedrà. Mi prendo tutta l'impopolarità di un provvedimento impopolare".
"Sui più deboli siamo in ritardo" - Le frasi del ministro arrivano poco prima di quelle pronunciate durante l'incontro di Confcooperative e ispirate a una certa dose di autocritica.
Sotto il profilo "dell'attenzione ai segmenti più deboli forse siamo in ritardo", aveva commentato. "Ammetto una qualche mia responsabilità è mancata forse una maggiore attenzione a quelli che sono i più sofferenti nel Paese". " Il governo - ha spiegato ancora - ha puntato sul rigore necessario per uscire dalla crisi pensando a una crescita a breve che non si è avuta e si è pensato che ci sarebbe stata più attenzione ai segmenti più deboli".
I sindacati: "Non siamo soddisfatti" - Nettamente contraria la reazione dei sindacati. "Il ministro ha presentato un decreto che non va bene e che deve cambiare", commenta il leader della Cgil, mentre Bonanni (Cisl), dopo aver detto di non essere soddisfatto, aggiunge: "Il ministro non può far finta che non ci siano altre persone" che rischiano di restare senza lavoro e senza pensione. Più duro il segretario Ugl Centrella (video): "Il decreto sui 65 mila salvaguardati è di una "iniquità totale".