Monti: se il Paese non è pronto potremmo non restare

Politica
Mario Monti al suo arrivo in Corea

Il premier avvisa sindacati e partiti: l’obiettivo dell’esecutivo “è molto più ambizioso della durata”. Senza sostegno “non chiederemmo di continuare ”. Bersani: "L'Italia è pronta ma serve dialogo". Alfano: "O buona riforma o aspettiamo un anno". VIDEO

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"Se il Paese, attraverso le sue forze sociali e politiche, non si sente pronto per quello che noi riteniamo un buon lavoro non chiederemmo di continuare per arrivare a una certa data". Così il premier Mario Monti, in viaggio in Asia, torna sul dibattito intorno alla riforma del lavoro. "Finora il paese si è dimostrato più pronto di quello che immaginassi e se qualche segno di scarso gradimento c'è stato è andato verso altri protagonisti del percorso politico, non verso il governo". L'obiettivo dell'esecutivo, sottolinea,  "è molto più ambizioso della durata, è cercare di fare un buon lavoro.
Sul volo che lo portava a Seul il premier ha detto che il Parlamento "è sovrano" e il rispetto per decisioni che coinvolgono lavoro, sindacati e "l'elemento umano", è fuori discussione. Ma altrettanto ferma è la posizione nel difendere la riforma del lavoro uscita da Palazzo Chigi, tanto da auspicare che i tempi della sua attuazione da parte delle Camere siano "non troppo lunghi" e che il risultato finale sia "il più vicino possibile a quanto abbiamo presentato".

Monti: "Abbiamo cercato di essere equi"
- Monti ha poi spiegato ai cronisti di aver sentito "il peso di decisioni non facili" dettate dal fatto che la situazione "dell'Italia era piuttosto grave". Ma, aggiunge, "abbiamo cercato di essere equi nel distribuire i sacrifici" per risanare l'Italia.  "Lo scopo è quello di far crescere l'Italia" e questo è un compito impegnativo quanto di lungo periodo perché "ci vuole un po' di tempo e non ci si può illudere che ciò avvenga dall'oggi al domani, dopo qualche decennio gestito, diciamo così, in modo non ottimale".

Bersani: "Vogliamo correggere lacune" - Al premier ha replicato il leader del Pd Pier Luigi Bersani: "Il Paese è prontissimo ad affrontare una situazione d'emergenza ma per aiutarlo bisogna che ci sia un buon dialogo tra governo, Parlamento e forze politiche per non creare un distacco tra Paese e forze del governo". E ha aggiunto che il Pd "vuole collaborare perché bisogna darsi una mano". "Non sopravvaluto le parole dette da Monti, gliel'ho sentito dire una ventina di volte, fa parte del ragionamento di una persona chiamata a risolvere dei problemi senza essersi candidata, lui pone il tema di capire se ci sono le condizioni. Io gli rispondo: ci sono le condizioni".
E sulla riforma del lavoro: "Vogliamo portare in porto la riforma del lavoro ma discutere in Parlamento e correggere lacune che ci sono" ha detto il segretario nel suo intervento alla direzione del partito.  "Chiediamo alle forze parlamentari di riflettere sui punti controversi"  e di "abbassare i toni".

Alfano: "O buona riforma o aspettiamo un anno" - D'accordo con il premier il segretario del Pdl Angelino Alfano. "Monti ha detto che per lui è importante fare un buon lavoro e non tirare a campare. Siamo d'accordo: o si fa una buona riforma o nessuna riforma" ha detto  alla conferenza nazionale del Pdl sul lavoro. E ancora:  "Se dobbiamo fare una riformetta, fra 5, fra 6, fra 7 mesi, aspettiamo 12 mesi. Tra 12 mesi ci saranno le elezioni politiche, se vincerà la sinistra farà la sua riforma dettata dalla Cgil. Se, come penso, vinceremo noi faremo la nostra riforma proseguendo il cammino delle idee di Marco Biagi. Questo è il nostro progetto". "
In un'intervista a Il Messaggero, Alfano aveva però criticato la scelta del governo di "non aver voluto procedere con il decreto. Se il confronto parlamentare diventerà lungo ed estenuante, darà una pessima impressione a chi dall'estero sperava che questa fosse la svolta del paese, farà emergere l'immagine di un'Italia che è incapace di cambiare".

Il video



Casini: "L'emergenza non è finita, Monti deve continuare" - Per il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini "la situazione drammatica in cui versava il paese non si èesaurita, per questo il governo deve continuare". Quanto alla riforma del lavoro la posizione dell'Udc è "certissima: siamo con il governo e con quanto il governo ha deciso nella sede collegiale del Consiglio dei Ministri".  Sulle riforme costituzionali "ci vedremo a breve con Alfano e Bersani: siamo in zona Cesarini. Se vogliamo farle dobbiamo impostarle in Parlamento prima di Pasqua o i tempi tecnici non ci sono piu"'.

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