Dopo la fiducia di mercoledì 21 marzo, le norme ricevono il via libera definitivo alla Camera con 365 sì e 61 no. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento Piero Giarda: il testo ha le necessarie coperture finanziarie
(In fondo all'articolo tutti i video sulle liberalizzazioni)
Le liberalizzazioni sono legge. Dopo la fiducia ottenuta il 21 marzo, con 365 sì e 61 no la Camera dà il voto finale alle misure varate dal governo a fine gennaio.
"Sono molto soddisfatto. E' stato raggiunto un importante traguardo", è il commento sintetico del presidente del Consiglio Mario Monti, arrivato a Montecitorio per assistere alla votazione.
Resta in realtà ancora da risolvere il rebus delle commissioni bancarie, che con un voto del Senato sono state azzerate e che l'esecutivo si è impegnato a ripristinare "in tempi rapidi".
Possibile infatti che a breve arrivi un mini decreto correttivo.
Trovata la copertura finanziaria - Trovata, in extremis, una via d'uscita intanto sul fronte delle coperture di cinque misure introdotte al Senato e che una relazione della Ragioneria generale dello Stato accusava di essere troppo ballerine.
Ad assicurare che il testo abbia le necessarie risorse finanziarie è il ministro dei Rapporti con il parlamento Piero Giarda: per porre la fiducia l'esecutivo, spiega, "si è basato sui pareri non ostativi delle commissioni" a fronte dei "rilievi critici della Ragioneria". La giornata a Montecitorio scorre dunque senza sorprese con l'esame degli ordini del giorno, che restano "l'unica occasione - ammette però il vicepresidente dell'Assemblea Maurizio Lupi - di confronto tra Governo e Aula".
Si tratta di impegni che, si sa, non sono vincolanti e ai quali spesso non si dà seguito: così il governo mostra un volto accomodante e anche per evitare il rischio di essere battuto dà spesso parere favorevole o si rimette al giudizio dei deputati.
Le liberalizzazioni sono legge. Dopo la fiducia ottenuta il 21 marzo, con 365 sì e 61 no la Camera dà il voto finale alle misure varate dal governo a fine gennaio.
"Sono molto soddisfatto. E' stato raggiunto un importante traguardo", è il commento sintetico del presidente del Consiglio Mario Monti, arrivato a Montecitorio per assistere alla votazione.
Resta in realtà ancora da risolvere il rebus delle commissioni bancarie, che con un voto del Senato sono state azzerate e che l'esecutivo si è impegnato a ripristinare "in tempi rapidi".
Possibile infatti che a breve arrivi un mini decreto correttivo.
Trovata la copertura finanziaria - Trovata, in extremis, una via d'uscita intanto sul fronte delle coperture di cinque misure introdotte al Senato e che una relazione della Ragioneria generale dello Stato accusava di essere troppo ballerine.
Ad assicurare che il testo abbia le necessarie risorse finanziarie è il ministro dei Rapporti con il parlamento Piero Giarda: per porre la fiducia l'esecutivo, spiega, "si è basato sui pareri non ostativi delle commissioni" a fronte dei "rilievi critici della Ragioneria". La giornata a Montecitorio scorre dunque senza sorprese con l'esame degli ordini del giorno, che restano "l'unica occasione - ammette però il vicepresidente dell'Assemblea Maurizio Lupi - di confronto tra Governo e Aula".
Si tratta di impegni che, si sa, non sono vincolanti e ai quali spesso non si dà seguito: così il governo mostra un volto accomodante e anche per evitare il rischio di essere battuto dà spesso parere favorevole o si rimette al giudizio dei deputati.