I gruppi parlamentari del partito di Di Pietro presenteranno in Cassazione un quesito con l'obiettivo di eliminare qualsiasi forma di finanziamento pubblico alle formazioni parlamentari. Rimborsi elettorali compresi
Un referendum per abrogare il finanziamento ai partiti e riportare regole stringenti. Meglio: per cancellarlo anche nella sostanza, dal momento che il finanziamento era stato invalidato dal referendum del '93 ed è tornato in modo subdolo sotto forma di rimborso.
A lanciare l'iniziativa, l'Italia dei Valori che, in una conferenza stampa, annuncia che depositerà nei prossimi giorni il quesito in Cassazione.
"Negli ultimi dieci anni i partiti hanno ricevuto due miliardi di euro che sono stati gestiti in assoluta mancanza di qualsiasi obbligo", ha sottolineato il capogruppo alla Camera, Massimo Donadi.
La richiesta Idv nasce anche da un'esigenza di "trasparenza", dopo il caso Lusi del Pd e le indagini della magistratura che hanno coinvolto diversi esponenti della politica lombarda.
"Non esiste organo legittimato a controllare nel merito le voci di bilancio dei partiti e se, ad oggi, c'è un solo caso Lusi, perché unico o perché l'unico ad essere scoperto, dobbiamo ritenere che si tratti di una sorta miracolo, proprio perché di fronte ad un mare di soldi non c'é alcun controllo", ha aggiunto per poi osservare che "il referendum è solo un'accetta, può decidere solo se abrogare la norma".
Fra l'altro la legge prevede che non si possano raccogliere le firme nell'anno precedente le elezioni. "C'è un'unica pronuncia della Cassazione - ha spiegato Donadi - che vent'anni fa ha accolto una richiesta dei radicali".
Se non si possono raccogliere le sottoscrizioni nei 365 giorni precedenti alle elezioni lo faremo ora, se non possono essere raccolte nell'anno solare antecedente lo faremo ad inzio 2013. Ma nel 2014 il referendum si celebrerà" e la politica "ha due anni di tempo per avere un sussulto di dignità che riporti a soglie decenti e a regole stringenti".
A lanciare l'iniziativa, l'Italia dei Valori che, in una conferenza stampa, annuncia che depositerà nei prossimi giorni il quesito in Cassazione.
"Negli ultimi dieci anni i partiti hanno ricevuto due miliardi di euro che sono stati gestiti in assoluta mancanza di qualsiasi obbligo", ha sottolineato il capogruppo alla Camera, Massimo Donadi.
La richiesta Idv nasce anche da un'esigenza di "trasparenza", dopo il caso Lusi del Pd e le indagini della magistratura che hanno coinvolto diversi esponenti della politica lombarda.
"Non esiste organo legittimato a controllare nel merito le voci di bilancio dei partiti e se, ad oggi, c'è un solo caso Lusi, perché unico o perché l'unico ad essere scoperto, dobbiamo ritenere che si tratti di una sorta miracolo, proprio perché di fronte ad un mare di soldi non c'é alcun controllo", ha aggiunto per poi osservare che "il referendum è solo un'accetta, può decidere solo se abrogare la norma".
Fra l'altro la legge prevede che non si possano raccogliere le firme nell'anno precedente le elezioni. "C'è un'unica pronuncia della Cassazione - ha spiegato Donadi - che vent'anni fa ha accolto una richiesta dei radicali".
Se non si possono raccogliere le sottoscrizioni nei 365 giorni precedenti alle elezioni lo faremo ora, se non possono essere raccolte nell'anno solare antecedente lo faremo ad inzio 2013. Ma nel 2014 il referendum si celebrerà" e la politica "ha due anni di tempo per avere un sussulto di dignità che riporti a soglie decenti e a regole stringenti".