Riforma del Lavoro, resta lo scontro sull'articolo 18

Politica
Il presidente del Consiglio Mario Monti

La Cgil teme che il governo voglia "solo i licenziamenti facili", mentre dalla Cisl di Raffaele Bonanni arriva una sostanziale apertura: "Giudizio positivo sulla riforma. Dubbi da parte di Angeletti: "Servono modifiche". La Fiorm intanto va allo sciopero

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(in fondo all'articolo tutti i video sulla riforma del lavoro)

Si terrà giovedì alle 16 l'incontro "finale" sulla riforma del mercato del lavoro. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio Mario Monti alle parti sociali riunite a Palazzo Chigi. In quella occasione si presenteranno i testi conclusivi delle varie posizioni e si farà un "verbale".
L'obiettivo è "tirare le somme" come ha comunicato lo stesso esecutivo, ma le divisioni sull'articolo 18 non sono superate.
Il ministro del Lavoro Fornero ha illustrato alle parti sociali riunite a Palazzo Chigi la proposta del governo per il nuovo articolo 18. Per i licenziamenti discriminatori, secondo quanto si apprende, la normativa non cambia, per quelli disciplinari è previsto un indennizzo o il reintegro e per quelli economici un indennizzo, equivalente dai 15 ai 27 mesi di retribuzioni. Un sistema che dovrebbe entrare a regime entro il 2017.
E proprio su questo tema, la Fiom ha proclamato un minisciopero, di almeno due ore, a ribadire che per loro la norma non si tocca.
Il timore, ribadisce la Cgil, è che "nonostante gli sforzi unitari per costruire una mediazione con il governo, l'esecutivo ha solo manifestato l'intenzione di manomissione dell'art.18. E' più che fondato il timore che in realtà l'obiettivo del governo non sia un accordo positivo per il lavoro ma i licenziamenti facili".

Bonanni: "Giudizio positivo sulla riforma" - Una sostanziale apertura alle posizioni del governo arriva dalla Cisl. Raffaele Bonanni dà "un giudizio positivo sulle linee guida della riforma. Ma possiamo lavorare ancora intensamente fino alla fine della settimana per migliorarla". "Sull'articolo 18 - ha aggiunto intervenendo al tavolo della trattativa - apprezziamo la direzione del governo per una mediazione fondata sul sistema dei nuovi ammortizzatori che abbiamo costruito in questi giorni avendo raccolto l'invito alla responsabiltà fatta dal presidente della Repubblica".

Angeletti: "Servono modifiche" - Più duro il commento di Luigi Angeletti, secondo cui "per un giudizio positivo" sull'impianto della riforma del mercato del lavoro "servono modifiche".  "Ho apprezzato che sia stato scritto che in caso di licenziamento disciplinare senza giusta causa il giudice non possa fare altro che reintegrare il lavoratore". Per i licenziamenti economici, invece, Angeletti ha ricordato al governo che nelle settimane scorse "avevamo chiesto che fosse delegata al giudice la possibilita' di decidere tra indennizzo o reintegro: il testo che ci e' stato letto non dice cosi'. Chiediamo inoltre - ha sottolineato - che l'impresa informi le rappresentanze sindacali delle ragioni per cui si dovrebbe procedere a un licenziamento: spetta alle imprese provare che ci sono le condizioni oggettive e il giudice dovrà valutare, sentendo anche le rappresentanze sindacali. Queste sono alcune delle modifiche da apportare perche' la Uil possa esprimere un giudizio sostanzialmente positivo".

Si tratta a oltranza - Dal governo comunque si conferma la volontà di arrivare ad un'intesa che sia "la più ampia possibile". Che il dialogo c'è ma deve prevalere l'interesse "generale" e "non di parte". I margini di mediazione - riferiscono gli stessi ambienti - sono molto stretti. In particolare sull'articolo 18 la linea del governo è nota e non cambierà di molto.
Fervono intanto i lavori, come dimostra la foto di Susanna Camusso e pubblicata su Twitter. Dopo la riunione notturna al ministero del Lavoro con il ministro Elsa Fornero ed i sindacati, nella mattinata di martedì 20 marzo il governo con il premier Mario Monti ha incontrato informalmente le organizzazioni sindacali e datoriali, con i rispettivi leader, insieme ai ministri Fornero, Passera (Sviluppo economico) e Grilli (Economia). Prima insieme, poi in due tavoli separati. In contemporanea si è tenuto un tavolo tecnico al ministero di Via Veneto su contratti e ammortizzatori sociali.
"Credo che il governo abbia tutti gli elementi per capire le distanze da colmare e trovare i possibili punti di caduta". Pierluigi Bersani ha commentato così al termine della segreteria di Pd le trattative in corso sulla riforma del mercato del lavoro. "Spero che vada bene, che si trovi un punto di sintesi", ha aggiunto.

La norma sui licenziamenti  - Il negoziato sta per entrare nella fase conclusiva. Il nodo da sciogliere resta l'articolo 18. Il governo - riferiscono alcune fonti - non si sarebbe "mosso di un millimetro" dalla sua linea (GUARDA IL VIDEO). I sindacati guardano all'unità ma le posizioni, alla prova dei fatti, restano tutte da verificare. Sull'altro fronte, le piccole imprese dicono di essere "più vicini, non alla fine ma più vicini" ad un accordo, come afferma il presidente di Rete Imprese Italia, Marco Venturi, lasciando Palazzo Chigi dopo gli incontri informali. Confindustria ha sempre sostenuto un intervento sostanziale sull'articolo 18 che lasci il reintegro solo per i licenziamenti discriminatori e fissi l'indennizzo per tutti gli altri. Ma dal tavolo tecnico "non ci sono state risposte positive" anche se su alcuni punti importanti si sta lavorando, riferisce il direttore generale di Confindustria, Giampaolo Galli.
"Come sindacati siamo molto responsabili e tutti abbiamo recepito bene il messaggio del presidente Napolitano. Stiamo cercando di portare a casa una posizione comune" e "di fare passi in avanti", ha detto il segretario dell'Ugl Giovanni Centrella, ospite di SkyTG24, subito dopo l'incontro informale, sottolineando che "il sindacato non si vuole dividere e sta facendo di tutto per tenersi unito".

Sciopero Fiom in difesa dell'articolo 18 - Intanto, proprio in difesa dell’articolo 18 la Fiom ha proclamato per oggi, martedì 20 marzo, uno sciopero di almeno due ore e chiesto che "qualsiasi accordo" venga raggiunto sulla riforma sia sottoposto al referendum. Uno sciopero che ha già causato i primi disagi. Ad Ancona il traffico è andato in tilt perché circa 200 operai dei cantieri navali hanno bloccato la Flaminia all'altezza della zona Barducci, uno snodo nevralgico della strada per l'accesso e l'uscita dalla città. La situazione è poi tornata alla normalità.
“Non ci sono mediazioni su questo terreno. Camusso lo sa, non c’è il nostro mandato sulle modifiche dell’articolo 18” ha ribadito a SkyTG24 il presidente del Comitato centrale Fiom Giorgio Cremaschi.

Il video




Napolitano: "Grave il no all'intesa" - Lunedì 19 marzo, invece, il presidente della Repubblica ha esortato le stesse parti sociali perché "mostrino di intendere che è il momento di far prevalere l'interesse generale su qualsiasi interesse e calcolo particolare". Sarebbe "grave - dice - la mancanza di un accordo". La volontà di una riforma condivisa è chiara anche dalle parole del ministro Fornero: "Un'intesa con le parti sociali ha un valore aggiunto rispetto a una riforma senza il loro consenso", ha detto.

Pezzotta: "L'intesa con il sindacato vale più di modifiche dell'art.18" - Sulla riforma del lavoro sono intervenuti a SkyTG24 sia il responsabile dell'Economia del Pd, Stefano Fassina (che ha detto che "l'obiettivo realistico è il consenso delle parti sociali") sia l'esponente dell'Udc ed ex leader della Cisl Savino Pezzotta, secondo cui "vale di più l'intesa con il sindacato che la modifica  dell'articolo 18" (video).

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