Boni: "Estraneo alle accuse, continuerò nel mio incarico"

Politica
Il leghista Davide Boni, insieme col governatore lombardo Roberto Formigoni
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Il leghista, indagato per corruzione e finanziamento illecito, torna a presiedere il Consiglio regionale lombardo e dice: "I tempi mediatici sono diversi da quelli giudiziari". Intanto il governatore Formigoni aggiunge: "Solo dichiarazioni accusatorie"

Lombardia: tutti gli indagati - le foto

I singoli casi giudiziari:

Filippo Penati (Pd) - Prosperini (Pdl) - L'inchiesta Montecity - Loris Cereda - Mirko Pennisi (Pdl) - Nicoli Cristiani (Pdl) - Davide Boni (Lega)

(in fondo all'articolo tutti i video sui casi in Lombardia)

I tempi mediatici sono diversi da quelli della giustizia. A dirlo è il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Davide Boni, che dopo l'indagine che lo vede coinvolto per corruzione e finanziamento illecito ai partiti, torna a presiedere una seduta dell'assise lombarda.
Il leghista - che ha ribadito di essere "estraneo ai fatti contestati" - ha aggiunto che mai si sarebbe "sarei aspettato di essere chiamato a rispondere in quest'aula prima ancora di farlo in sedi competenti e nelle modalità e nei tempi che non sono io a decidere, precisando che come voi ho appreso molte informazioni dalla stampa.

Formigoni: "Solo dichiarazioni accusatorie" - Poco prima del suo intervento, il governatore lombardo Formigoni aveva detto di non avere idea di cosa avrebbe detto Boni, ma di sperare "che le sue spiegazioni siano convincenti".
"Vorrei comunque ricordare - ha aggiunto Formigoni - che quelle mosse dai magistrati sono dichiarazioni accusatorie, che dovranno lasciare spazio anche alla difesa degli indagati".

"Vedrò se chiedere le dimissioni a La Russa" - Formigoni è anche intervenuto sull'indagine che ha coinvolto l'assessore regionale Romano La Russa (il decimo indagato tra gli ottanta consiglieri lombardi: le foto). "Devo incontrarlo oggi e vedrò se chiedere le dimissioni. Un avviso di garanzia non è una condanna. Dobbiamo tenere la barra sul diritto perché non è la magistratura inquirente, ma quella giudicante che si deve pronunciare. Attualmente sono 11 i consiglieri regionali indagati".
"C'è un'irregolarità amministrativa - ha poi spiegato a SkyTG24 - un avviso di garanzia non è una condanna, è un'ipotesi di reato che la magistratura inquirente fa a carico di una persona".



Sulle richieste di dimissioni della giunta il governatore lombardo commenta: "Non c'è nessun dubbio sul mio operato e non capisco le opposizioni che chiedono cose che non stanno né in cielo né in terra. Le opposizioni vogliono dimettersi? Si dimettano. Le opposizioni non sono d'accordo nemmeno tra loro. Oggi il Pd chiede le mie dimissioni, ma è lo stesso Pd che poi dice di tenere duro ad Errani ed Emiliano. I cittadini hanno votato Formigoni con una larghissima maggioranza".

"Nessuno dei miei atti è contestato" - Sulla bufera corruzione Formigoni spiega: "Distinguiamo caso da caso. Nel resto d'Italia ci sono i numeri uno, presidenti e sindaci indagati. In Lombardia invece nessuno dei miei atti è contestato e devo quindi continuare a tenere fede al patto con i cittadini che ci hanno votato. Apriamo un esame serio sulla corruzione che non riguarda solo la Lombardia e la politica, ma allargato anche alle forze dell'ordine e dell'imprenditoria. Non strumentalizziamo perché la corruzione è un nemico da sconfiggere".

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