Catricalà a SkyTG24: "Andare avanti con la Tav è un dovere"

Politica

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio esclude una marcia indietro sul progetto dell’Alta Velocità che sta scatenando le proteste in Val Susa: "Continueremo il confronto, ma non faremo un referendum. Quest’opera è importante e prioritaria" VIDEO

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Il governo non promuoverà un referendum in Val di Susa sulla Tav, nonostante le proteste degli attivisti che hanno ormai superato i confini del Piemonte. Lo ha chiarito il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, intervistato da Maria Latella su Sky TG24. Il progetto, ha affermato, "è stato riconsiderato completamente, lo abbiamo riesaminato dal punto di vista giuridico, sociale e ambientale. Non ci sono punti oscuri. Abbiamo il dovere morale, politico e civico di portarlo avanti per non essere allontanati dall'Europa, da una credibilità che abbiamo riconquistato con estrema difficoltà".
"Non credo che faremo un referendum su una vicenda cosi evidente e di importanza nazionale. E' chiaro che il confronto con le istituzioni, a ogni livello, proseguirà. Forse - ha aggiunto - quello che noi dobbiamo migliorare è la comunicazione sull'importanza di questa opera, che è importante e prioritaria per la nostra economia".
Il sottosegretario non nasconde però una preoccupazione di fondo: "E' una questione che per la verità è diventata più un totem e il mio timore è che intorno a questo totem si aggreghino forze che non sono solo quelle della ragionevolezza, ma anche del contrasto in sé e quindi anche della forza contro la democrazia".

Dagli ammortizzatori sociali al futuro dei partiti
– Nel corso dell’intervista a SkyTG24, Antonio Catricalà ha anche toccato altri temi, tra cui la riforma del lavoro, le liberalizzazioni (“Nessuna marcia indietro sui taxi, l’autorità affiancherà i comuni”) e il futuro della politica. Per il sottosegretario il governo è disposto a valutare le proposte che arrivano dai sindacati sul fondo per gli ammortizzatori sociali ma torna anche ad avvertire che "non c'è nessun tesoretto" al quale attingere.
Catricalà ricorda che "lavoriamo per i giovani e per dare loro buoni posti di lavoro, cioè non di assoluto precariato o di sottoccupazione come spesso oggi trovano. Tutto quello che facciamo per aprire i mercati e sulle opere pubbliche - rileva - è finalizzato al rilancio dell'economia e quindi a creare condizioni che diano posti di lavoro e ricchezza". Detto questo, Catricalà osserva che "i fondi vanno trovati. Non abbiamo un'idea precisa sul come costituire il fondo per gli ammortizzatori sociali. Valuteremo la proposta della Camusso e anche quelle delle altre forze sindacali".

Pd, Pdl e Terzo polo insieme con Mario Monti dopo il 2013? "Il presidente Monti non commenta mai nessun fatto politico che vada oltre il nostro mandato, non so dire qual è l'orientamento del governo sulla sua successione", dice Catricalà. Per il sottosegretario i partiti dovranno riprendersi la loro "legittimazione domocratica", "dovranno riappropriarsi del Paese quando la nostra missione sarà finita. Noi – continua Catricalà - dobbiamo lavorare per creare le condizioni affinché non ci siano più gli scontri, anche infruttuosi del passato".

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