Taxi, retromarcia del governo: decideranno i sindaci

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È quanto prevede un emendamento al decreto legge sulle liberalizzazioni. Saranno comuni e regioni, dopo il parere obbligatorio ma non vincolante da parte dell'Autorità dei Trasporti, ad adeguare il numero di nuove licenze. Insorgono i consumatori

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Torna ai sindaci il potere di aumentare le licenze per il servizio taxi. Lo prevede un emendamento dei relatori in Parlamento al decreto legge liberalizzazioni su cui, secondo quanto riferisce una fonte politica, vi sarebbe il via libera del governo. "Comuni e Regioni, nell'ambito delle proprie competenze, provvedono, previa acquisizione di preventivo parere obbligatorio e non vincolante da parte dell'Autorità dei Trasporti, ad adeguare il servizio dei taxi", prevede l'emendamento presentato dai due senatori.

Come cambia il decreto - Viene così depotenziato in parte l'articolo del decreto, che affidava all'Autorità dei Trasporti il compito di aumentare se necessario, le licenze, proprio per superare il ruolo dei sindaci, più sensibili alle pressioni dei tassisti. Salta anche la possibilità che i titolari di licenza si facciano sostituire alla guida da chiunque abbia i necessari requisiti. L'emendamento riconosce solo "una maggiore libertà nell'organizzazione del servizio si per fronteggiare particolari eventi straordinari o periodi di prevedibile incremento della domanda" sia per "sviluppare nuovi servizi integrativi come il taxi ad uso collettivo o altre forme".
L'emendamento modifica inoltre i primi due commi dell'articolo 37 per garantire entro fine maggio l'istituzione dell'Autorità dei Trasporti. Nella versione attuale il decreto prevede che sia un disegno di legge a disciplinare le funzioni della nuova Autorità.

I consumatori: governo piegato dalle lobby - Le associazioni dei consumatori aderenti al Casper, Comitato contro le speculazioni e per il risparmio (Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori) protestano con fermezza contro il via libera che il governo avrebbe dato a un emendamento al dl liberalizzazioni sulla riforma del servizio taxi. "Si tratta dell'ennesima sconfitta per il governo Monti, nuovamente battuto dalla lobby dei tassisti - spiegano le 4 associazioni - una liberalizzazione dei taxi come quella che si starebbe profilando, con una Autorità dei trasporti di fatto inutile e che non può decidere un bel nulla, e il potere di stabilire licenze e tariffe in capo ai sindaci, di fatto annulla qualsiasi beneficio in favore degli utenti". "In sostanza - spiegano Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori - se passerà l'emendamento che ammorbidisce le liberalizzazioni nel settore taxi, non ci sarà alcun cambiamento rispetto alla situazione attuale: le licenze non aumenteranno, le tariffe continueranno ad essere le più alte del mondo, e lo strapotere della lobby dei tassisti aumenterà, a tutto danno dei consumatori fruitori del servizio".

Alemanno: giusto così - Esulta invece il sindaco di Roma, Gianni Alemanno."E' un importante riconoscimento  dell'autonomia e delle prerogative dei comuni l'indicazione di mantenere ai Comuni stessi la competenza sul numero delle licenze taxi e la facoltà di incrementarle se necessario. I taxi sono un trasporto pubblico locale non di linea che non può non essere regolato dai  Comuni".

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