Campagna tesseramento, il Pd ci riprova ma è ancora polemica

Politica
I manifesti anonimi e abusivi per le strade di Roma (foto dalla pagina Facebook di Cristiana Alicata, dirigente del Pd nel Lazio)
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Non è la prima volta che la strategia di marketing del partito fa discutere. L’ultima a finire sotto accusa è l’iniziativa “Conosci i miei?”, pubblicizzata con manifesti abusivi. Avrebbe dovuto suscitare curiosità, invece ha portato critiche e parodie

di Valeria Valeriano

Più che un mistero era un segreto di Pulcinella. Ora, però, non ci sono dubbi. I manifesti che da giorni tappezzano Roma e che rimandano alla pagina Facebook “Conosci i Miei?” sono opera del Pd. Dopo aver negato di saperne qualcosa, magari per creare suspance, il partito è uscito allo scoperto: era la pre-campagna per il tesseramento 2012.
Svelato l’arcano, rimangono le polemiche. Non solo perché, almeno a giudicare dai “Mi piace” sul social network, l’iniziativa non ha avuto il successo sperato. Ma, soprattutto, perché i manifesti sono abusivi.

“Conosci i miei?”. Quella che doveva essere una campagna virale è partita ai primi di gennaio. Le strade della capitale sono state invase da cartelloni monocolore con una domanda e un indirizzo internet. “Conosci Serena/Faruk/Eva/Luciano/Fabrizio? Cercala/o su Facebook”. Nomi diversi, stesso rimando al social network. Visitando la pagina indicata non si scopriva molto di più. “Eva, Faruk, Luciano e Serena. Hanno passioni diverse, ma una cosa in comune? Cosa?”, erano le uniche frasi nel campo informazioni. Una campagna teaser, quindi. Che avrebbe dovuto accendere la curiosità dei romani e creare attesa in vista di una fase successiva in cui sarebbe stato svelato l’enigma. Più che interesse, però, l’iniziativa ha suscitato indifferenza e, peggio, critiche dai cittadini. Almeno quelli che frequentano i social network.

“Manifesti abusivi”. Tra i primi commenti sulla bacheca del social network c’è quello di Cristiana Alicata, dirigente del Pd nel Lazio. “Sarebbe opportuno sapere perché state imbrattando tutta la città. Grazie”, scrive il 9 gennaio. Non sa ancora che dietro quell’iniziativa c’è il suo partito. “La città era devastata da quei manifesti – racconta a Sky.it –. Ero arrabbiata, volevo capire”. Ma nessuno le risponde. “Quei cartelloni senza committente – spiega – sono abusivi non solo perché attaccati in spazi non consoni, ma anche perché privi del timbro comunale”. Comincia a fare domande in giro, vuole andare a fondo. Nota che le foto e gli aggiornamenti di stato della pagina Facebook vengono condivisi da pezzi grossi del Pd. Comincia a capire. “Ad aver paura”, dice lei. Dopo tanti silenzi finalmente qualcuno le confida che si tratta della campagna di tesseramento del suo partito. “Mi sono vergognata – rivela –. A Roma i manifesti abusivi sono una pratica comune, il Pd dovrebbe distinguersi. Invece ha messo in piedi questa campagna che, tra l’altro, non ha neppure funzionato. Così facciamo solo ridere”. E la sua indignazione la racconta anche in un articolo.

Le reazioni sul web. Sulla pagina Facebook, intanto, il contatore dei “Mi piace” va a rilento. “Ammazza che successo: 200 mi piace e 100 che ne parlano, davvero una cosa virale. Ha più fan la pagina degli amici dello spritz”, scriveva Simone il 12 gennaio. Qualche giorno dopo un altro utente digita: “Migliaia di manifesti, 392 mi piace. Complimenti”.
Molte delle persone che diventano fan lo fanno per poter scrivere sulla bacheca. Non certo commenti positivi. Cosa hanno in comune Eva, Faruk, Luciano e Serena? “Sono tutti iscritti a Facebook.it”, dice qualcuno riferendosi al vero dominio (.com) del social network (sui manifesti c’è scritto .it ma, per fortuna di chi li ha fatti, c’è un redirect). E Andrea: “Complimenti: state imbrattando tre quarti di Roma con manifesti abusivi. Proprio innovativi eh”.
Quando comincia a girare la voce che si tratta di una campagna del Pd, i toni non si abbassano. Anzi. “Finalmente si scopre chi ha zozzato la mia città con tutti questi manifesti abusivi”. Oppure: “Avete tappezzato Roma di manifesti abusivi. Vergognatevi e chiedete scusa alla cittadinanza”. O ancora: “Conosci chi usa la città come una bacheca dove attaccare quello che gli pare?”. E poi: “Non voglio conoscere Eva, Faruk, Fabrizio e tutti gli altri, voglio conoscere l'imbecille che ha approvato e fatto partire questa campagna”.
Su Twitter è la stessa storia. “Un tragico tentativo di Viral Marketing? Per ora hanno sbagliato anche l'indirizzo sui manifesti”, nota anche draft. “Non basta qualche pagina fb per creare una campagna virale”, scrive Francesco. "Conosci Faruk?" Amico, se ti deve dei soldi mettere manifesti abusivi non è la soluzione”, scherza Anna. “I manifesti del Pd sono tristi come i suoi dirigenti”, sentenzia Davide. E in rete, su Facebook, blog e siti, spuntano già le parodie dei manifesti. Come “Conosci Penati?” oppure “Conosci la posizione del Pd sull’articolo 18?”. Anche Gli Sgommati, il programma satirico di Sky UNO, dedica uno sketch alla campagna:



Ufficiale: è il Pd. Il segreto di Pulcinella viene svelato il 16 gennaio, quando parte la vera campagna di tesseramento 2012 del Pd. “Conosci i miei?” diventa “Ti presento i miei”, con i militanti democratici come testimonial. “Con i manifesti anonimi volevamo solo suscitare un po’ di curiosità – dice Stefano Di Traglia, responsabile Comunicazione del partito –. Visto che stiamo qui a parlarne abbiamo raggiunto l’obiettivo”. E sulle affissioni abusive taglia corto. “Faremo di più per starci attenti”.

Le altre campagne flop. Le critiche, però, non si fermano. Né quelle degli utenti né quelle di altri politici. “Bersani e Miccoli, per caso conoscete Eva, Faruk e Fabrizio? Allora ditegli di pagare le tasse di affissione. Anzi fatelo voi!”, scrive il segretario di Radicali Roma, Riccardo Magi. E dal proprio blog dice la sua pure Ivan Scalfarotto, vice presidente del Pd. In un post intitolato “La comunicazione è una cosa seria”, definisce la campagna “un errore grave”.
Tornando a Twitter, Anna Maya cinguetta: “Non mi va di demolire il lavoro di un team (se non ne ho competenze) però: è mai possibile che non ne azzeccano una?”. E, in effetti, non è la prima volta che una campagna del Pd fa discutere o non ottiene i risultati sperati. Gli esempi sarebbero molti. C’è stato lo spot “Rimbocchiamoci le maniche”, ad esempio. Alessandro Gilioli, nel suo blog “Piovono rane”, scrisse: “Una pubblicità così sfacciata per l’uso di eroina non l’avevo mai vista”. Titolo del post: “La banda del buco”. Che dire, poi, di “Oltre”? Oliviero Toscani dichiarò: “Sono pazzi. Hanno fatto una campagna epitaffica, in bianco e nero, tombale: più che Oltre, direi Oltre-tomba. Il Pd così è morto, e Bersani è il Caro Estinto”. Le caricature furono tantissime. Anche per la campagna di tesseramento 2012 le parodie diventeranno più virali dei veri manifesti?

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